C’è chi nella musica cerca il successo e chi, invece, la vive come una missione. Un modo per portare le infinite sfumature e possibilità offerte dalla quarta arte a quante più persone possibili. Fortunatamente, esistono ancora artisti come Alessio Cazzola, capaci di dare voce e volume a questa seconda visione.
Nato a Torino nel maggio del 1983, Cazzola divide la sua vocazione per la musica con quella di educatore e insegnante, dedicandosi alla creazione di progetti culturali per la diffusione della musica nelle scuole. “Già da qualche anno – racconta – sviluppo interventi per combattere il bullismo nelle scuole, insegnando propedeutica musicale negli asili. Inoltre, mi impegno nel coinvolgere le persone diversamente abili in varie attività di carattere musicale.”
Una passione, quella per le sette note, coltivata fin da bambino, quando inizia a suonare la batteria, strumento che lo accompagna ancora oggi. Successivamente si avvicina al basso elettrico, al canto e alla composizione, diventando col tempo un vero e proprio globetrotter della musica. Negli anni ha infatti avuto modo di stringere collaborazioni con orchestre in Sudamerica, Thailandia e Cina, esibendosi in teatri, festival e hotel di mezzo mondo.
“Il senso del mio lavoro – sottolinea Cazzola – è fare ciò che amo: creare canzoni, scrivere testi e suonare in tutto il mondo. La musica per me è un’arte meravigliosa, un linguaggio con cui posso esprimere le mie emozioni e liberarmi da ogni maschera. Credo che il suo significato più profondo sia proprio questo: la catarsi, la possibilità di liberare l’uomo dalle sue catene interiori.”
Quando non è dall’altra parte del globo, Cazzola compone le sue canzoni con uno stile pop sperimentale, in cui si intrecciano i ritmi e le influenze raccolte durante i suoi viaggi. Ispirato dalla libertà musicale dei Led Zeppelin, dall’anima soul di Whitney Houston e dall'irresistibile grooviness degli Earth, Wind & Fire, l’artista torinese rifiuta ogni forma di omologazione, scegliendo una strada autentica e libera. “Mi considero un seguace – spiega – di una filosofia che concepisce la musica come una vera e propria forma di liberazione da pregiudizi e maschere. Un mezzo potentissimo per esprimere se stessi senza filtri.”
Un dogma che Cazzola ha cercato di riflettere in Adesso e Munnezza, i suoi primi due singoli pubblicati dall'etichetta milanese Orangle Records. Con il suo ultimo lavoro, Fiore Bianco nel Deserto, Cazzola è salito sul palco di Sanremo Rock 2025, conquistando il pubblico con un brano che parla di riscatto e della forza di non arrendersi mai. "È un pezzo, in stile rock sperimentale, che racconta l’importanza di lottare per i propri sogni. Le avversità vanno vissute come stimoli, come spinte verso i nostri obiettivi. È fondamentale essere resilienti e non darsi mai per vinti".
Dopo l'avventura sanremese, l’artista torinese è già proiettato verso il futuro: nel 2026 pubblicherà tre nuovi brani, accompagnati da videoclip girati in Sudamerica. "Un’esperienza all’insegna dell’avventura – conclude – in cui i colori e le atmosfere latine faranno da sfondo alla mia musica". Tra creatività, passione e avventura, Alessio Cazzola ci ricorda che la musica sia prima di tutto un mezzo per esplorare il mondo (e sé stessi).
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L'articolo Educare e suonare viaggiando: la missione musicale di Alessio Cazzola intorno al mondo di Luca Barenghi è apparso su Rockit.it il 2025-10-09 23:01:00
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