C’è un punto, nella carriera di un’artista, in cui il silenzio diventa troppo pesante da sopportare. Per Elnoir, quel punto è stato l’inizio di tutto. “Elnoir è la parte di me che non riesce a stare in silenzio. È l’ombra che diventa voce, la mia forma di catarsi”, racconta. Con un linguaggio sonoro che mescola dark pop, elettronica e suggestioni cinematiche, Elnoir trasforma la fragilità in potenza e la vulnerabilità in un atto di coraggio. “Il mio messaggio è che non serve essere perfetti per essere autentici. È proprio nelle crepe che si riflette la luce.”
Dalla scrittura per altri alla voce propria
La sua storia musicale non nasce per caso. Dopo aver studiato al Musician Institute di Hollywood, Elnoir ha trascorso quasi dieci anni dietro le quinte come ghostwriter per altri artisti. “È stata la mia palestra: mi ha permesso di sperimentare senza metterci la faccia, di capire cosa funziona in un brano e di trovare la mia voce senza l’ansia di espormi.” Un percorso lungo e silenzioso che oggi culmina in un progetto solista maturo, viscerale e fortemente personale.
Il nome stesso è una dichiarazione di intenti. “È una modifica del mio nome, ma anche un modo per raccontare la mia dualità. Elnoir è quella forte, intraprendente, un po’ diva. Eleonora è più vulnerabile e introversa. Per molto tempo sono state due persone diverse, ora stanno diventando una sola.”
Una fusione di luce e ombra che si riflette in ogni brano, dove la voce è il filo conduttore di un mondo sonoro denso, emotivo e teatrale.
Elnoir scrive costantemente, accumulando idee, frasi e immagini nel telefono. “Non ho uno schema fisso, vado molto a sentimento. A volte parto da un’emozione, altre da una melodia o da una produzione che mi cattura.” Le influenze spaziano da Bishop Briggs ai Portishead, fino agli Evanescence — artisti che le hanno insegnato “che si può essere potenti anche nella vulnerabilità, e che la musica può essere un racconto visivo tanto quanto sonoro.”
Il suo ultimo singolo, Euphoria, segna un nuovo capitolo. “Sono arrivata in studio da Dario Pruneddu con in testa il ritornello e l’idea di raccontare la dipendenza emotiva come una forma di escapism. Volevo descrivere quel momento in cui cerchi di fuggire da qualcosa che ti consuma, ma lo fai comunque perché ti fa sentire viva.”
Un brano volutamente pop e ripetitivo, “per rappresentare il loop della dipendenza”, che si trasforma in un’esperienza sensoriale intensa. “È stata una sfida, ma il risultato mi ha sorpreso. È una scintilla pop di un incendio che sta per arrivare.”

Definire il suo stile è quasi impossibile. “Vario tra electro pop, dark pop, cinematic pop… più che un genere, seguo un linguaggio emotivo. Mi sto muovendo verso qualcosa di ancora più teatrale e viscerale, dove la voce e la produzione diventano scenografia emotiva. Voglio che ogni brano sia come entrare in un film, ma con le emozioni nude, senza filtro.”
Il palco come rito collettivo
Sul palco, Elnoir cambia pelle. “Posso avere ansia prima, ma quando sono in scena so che è il mio posto.” Ricorda con affetto il listening party di Euphoria a Milano, un momento intimo e potente, e una data in Germania nel 2024: “Molti non mi conoscevano e non parlavano inglese, ma si è creata una connessione incredibile. Hanno mandato sold out il merch.”
Per lei, la dimensione visiva è fondamentale: “La musica non è solo un’esperienza uditiva. Attraverso luci, outfit e contenuti posso costruire mondi. Ogni colore, ogni visual racconta una parte di me.”
Il futuro è già scritto — letteralmente. “Da qui ad aprile sentirete molto parlare di me. Sto lavorando a un EP prodotto in gran parte da Dario Pruneddu, ma anche a un brano con Saint Mesa.”
Tra le collaborazioni spiccano nomi internazionali come Lauren Christy (songwriter di Avril Lavigne, Bebe Rexha e Korn), Chris Sclafani (mix) e Chris Gehringer (master). “Sono molto fiera di questo nuovo capitolo, è il mio lavoro più personale.”
Tra social, autenticità e futuro della musica
Elnoir non nega l’impatto dei social nel panorama musicale attuale. “All’inizio ero restia, ma ho promosso Euphoria ogni giorno su TikTok e ho visto risultati reali. È bello che oggi anche un artista piccolo possa emergere, ma c’è tanta pressione: devi essere anche l’influencer della tua musica.”
Nonostante ciò, vede un segnale positivo: “Credo che tutto questo stia riportando più gente ai concerti. Gli artisti emergenti riescono a creare nicchie vere, e i live stanno tornando a essere un rito di connessione autentica.”
Quando le chiediamo cosa vorrebbe che il pubblico sentisse nella sua musica, Elnoir non ha dubbi: “Voglio che le persone si connettano con le proprie emozioni più scomode. Abbiamo tutti un mondo interiore caotico, e tutte le emozioni meritano di essere sentite, anche le più oscure. Solo accettandole possiamo davvero essere liberi.”
E sul consiglio per chi sogna la musica, chiude con lucidità e una punta di ironia: “Fai musica anche se nessuno ascolta. Non inseguire i trend, non impazzire dietro ai numeri. E per l’amor del cielo, non usare l’AI.”
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L'articolo Elnoir: “Nelle crepe si riflette la luce” di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-11-01 15:27:00
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