Yo Yo Mundi - email, 02-06-2002

Sesto disco per la band di Acqui Terme, il cui titolo è "Alla bellezza dei margini". Un lavoro intenso, struggente, poetico, di quelli che affinano i sensi e che lasciano infinite emozioni. Ne parlo con gli Yo Yo Mundi, o meglio, ci scambiamo domande e risposte tramite e-mail, per questioni di tempo e questo è l'unico rammarico perché incontrare di persona Paolo Archetti Maestri e compagni è sempre un piacere. L'importante era, comunque, approfondire alcuni aspetti dell'ultimo splendido album della band.



Dal primo disco a quest'ultimo avete "girovagato" parecchio tra etichette discografiche diverse. Oggi siete entrati nella scuderia della Mescal. Come ci siete arrivati e perchè?
Ci siamo arrivati con la naturalezza di sempre, certo anche perché è piaciuto il nostro progetto, interessava la nostra storia e il nostro modo di lavorare e poi abbiamo ricevuto complimenti sinceri per il nostro modo indipendente di muoverci (riferito soprattutto a Sciopero e alle date del tour). Intanto con i tempi giusti e senza fretta, noi abbiamo avuto modo di scoprire di persona l'entusiasmo e la competenza di Valerio Soave e dei suoi collaboratori in Mescal.

Potete spiegarmi esattamente qual è la "bellezza dei margini" e che cosa ve l'ha ispirata per la scelta del titolo del disco?
Nel libretto interno al cd abbiamo scritto che l'album: "è dedicato ai margini e alla loro bellezza, alla malinconia e all'energia che raccontano, al sollievo di speranza che spesso nascondono agli occhi distratti". Crediamo che questa dedica sia ideale risposta per la tua domanda. Poi in ogni canzone, non solo nella title track, i margini sono presenti, sono esplorati, cioè sono i principali suggeritori di quelle emozioni che desideriamo rigirare a coloro i quali ascolteranno o hanno già ascoltato questo nostro disco.

Inizialmente pensavate ad un disco ispirato ai sensi. Perchè avete cambiato idea?
Non abbiamo cambiato idea, semplicemente quell'idea iniziale si è evoluta, trasformata, mescolata, rinnovata: è così che nascono i dischi degli Yo Yo Mundi, in movimento perenne di pensiero, e così è nato anche Alla Bellezza dei Margini

L'intero disco è in bilico tra poli opposti, sia per quanto riguarda la musica che le tematiche: positività/negatività, allegria/tristezza, luce/ombra, gioia/dolore. Siete così legati a questo aspetto dualistico?
se ci fai caso gli opposti sono divisi da un margine (anzi da due margini che combaciano!), e l'esplorazione dei margini ed il racconto di ciò che abbiamo scoperto e trovato è il cuore pulsante di tutto il nostro album. Ci fa piacere che questo si senta anche nella musica, forse è davvero un'impresa, una gran bella impresa, esserci riusciti.

Il disco l'avete registrato ad Acqui Terme. E' importante, per voi, tenere vivo il legame con le vostre radici?
Noi siamo quel che siamo grazie alle nostre radici, al luogo da dove veniamo, all'aria che respiriamo. E' importante questo legame perché ci tiene vivi, ma questo non esclude altre ulteriori esplorazioni o viaggi e a volte tutto questo si può fare restando immobili fisicamente e volando con tutti gli altri sensi. Il disco l'abbiamo registrato qui per questioni di comodità ed economiche, ed è certo che se l'avessimo registrato ad esempio in Portogallo avrebbe suonato in modo diverso: forse saremmo stati più rilassati e felici per un viaggio in più, per un viaggio così!

Beppe Quirici si può ormai considerare membro fisso degli Yo Yo Mundi, perlomeno per quanto riguarda il lavoro in studio?
Beppe Quirici è un amico, un musicista ed un musicante, un esploratore con grande spirito di avventura ed innata curiosità, insomma un ideale produttore per Alla Bellezza dei Margini. Abbiamo suonato con lui in modo naturale, a volte senza nemmeno brandire i nostri strumenti. La musica di questo album si è materializzata sempre al momento giusto come l'avevamo immaginata insieme. Ci siamo sentiti a casa, tranquilli, e credo che questo lo si possa sentire nel disco. Con Beppe avremo occasioni per incontrarci e sarà sempre un incontro all'insegna del nuovo.

Nell'ultima intervista a Rockit, dopo l'uscita di "Sciopero" ci avevate anticipato che il disco successivo sarebbe stato molto "francese". Siete stati di parola...
Trovi che sia molto francese questo album? In effetti ci sono un paio di ritornelli con qualche frase in francese. Quando ti avevamo accennato quel desiderio di francesità pensavamo a qualcosa di più forte, anche a qualche ospitata particolare, ma poi alcune canzoni sono rimaste fuori e gli ospiti sono stati altri.

Come primo singolo dell'album avete scelto "Dio è triste". Ha un titolo molto forte ed uno stile tipico della canzone d'autore. Perchè l'avete scelto, nonostante questi elementi "difficili" dal punto di vista promozionale?
Posso risponderti in modo scherzoso? Forse perché non ci va di adeguarci alle regole della promozione. Sembra che tutti dobbiamo sempre accodarci a qualcosa di già precendentemente deciso, insomma una specie di "Sciame di Scemi" (canzone inedita degli Yo Yo Mundi), che fa ciò che si deve fare, sulle indicazioni di qualcuno che non capisce granché ... Troviamo odiose l'omologazione, e fastidiose le regole dettate dal mercato, dall'audience, dai sondaggi. In realtà l'abbiamo scelto con Beppe di comune accordo con Mescal, come sempre e senza troppi calcoli, abbiamo seguito l'istinto e a quanto pare è andata molto bene perché il singolo ha ottenuto un gran bel riscontro! Comunque il 21 giugno esce il nostro prossimo singolo: Ambaradan (filastrocca degli esclusi e della vita che verrà) con altri 4 brani, di cui due strumentali: L'insolita espressione di Enrico Ghezzi, Insolita Reprise, Terra dove Andare (la nostra versione del brano del caro Ivano Fossati, registrata per i Disertori, bell'album tributo del '94 e ora purtroppo non più stampato ed introvabile!) e infine un altro brano nuovo al quale siamo molto affezionati: Perso in una Autostrada.

"Uh-uh, ah-ah" ricorda inevitabilmente Les Negresses Vertes, per ritmiche e versi in francese...
Trovi? Noi ricordiamo i N.V. dei primi due dischi come un gruppo molto acustico con fiati e percussioni, con cori rutilanti e fisarmoniche molto d'atmosfera. Questo brano suona in un altro modo, è più elettrico e c'è la voce di Simona che doppia quella di Paolo alla maniera di un certo pop francese, niente meticciato insomma. La canzone è in effetti ambientata in Francia - in parte dopo il confine con XXmiglia e in parte in Bretagna -, la storia esigeva questo ritornello, in fondo è solo una canzone d'amore con un ritmo molto serrato!!!

Ho trovato molto De Andrè nella splendida "Alla bellezza dei margini"...
E' un complimento molto bello, grazie. In questo brano ci abbiamo messo qualcosa di magico, perché ancora oggi ascoltarlo è un'emozione che si rinnova.

"La casa del freddo" è in bilico tra sicurezza e timore, soprattutto nel testo. Da cosa è stata ispirata?
Da un romanzo omonimo ancora inedito scritto da un amico di Bologna, Sandro Ballestrazzi. Narra il sottile margine dell'attesa di un fatto tragico che sta per compiersi: nella casa del freddo giovani partigiani - c'è anche una coppia di amanti -, aspettano i nazisti che stanno facendo un rastrellamento. Li aspettano con una calma inespugnabile, ineluttabile. In quel momento esatto, in quell'attesa difficile da vivere, l'emozione è così forte che si autoesclude, il calore umano è così grande che chi arriverà non troverà il sole. C'è amore e paura in questa canzone, un altro margine che divide e si compenetra.

"Invano proteso in tuffo" è il brano che si distingue completamente dagli altri, con la sua impronta rockettara. Questo cambio di stile è dovuto al tema affrontato, apparentemente più "materiale" ed immediato, rispetto agli altri più meditati, profondi, ispirati?
Si tratta di Il 12 sulle spalle poi divenuta Invano proteso in tuffo e che è nata così, per gioco, e così è rimasta. Forse è la sua natura breve che ha fatto sì che conservasse quel tipo di suono. Suona veloce, suona forte, suona in un modo che appena lo capisci è già finita! Il tema è solo apparentemente più immediato, in realtà è una canzone sulla solitudine.

Anche in questo disco sono presenti brani strumentali, come ci avete abituati sin dagli esordi e come avete approfondito in "Sciopero". Quanto conta per voi questo aspetto?
La nostra musica ha bisogno di un grande battito d'ali, di grandi cieli da volare! Sai ... noi Yo Yo Mundi siamo in cinque, abbiamo tanto da dare, da dire, da esprimere. I brani strumentali a volte ci danno un senso di libertà straordinario, ci aiutano a prenderci in giro, a confrontarci con suoni insoliti e idee pericolose!

"Ambaradan", sarà il nuovo singolo. Qui le influenze arrivano dal centro-sud-america, con un contrasto tra la musica "solare" ed il testo impegnativo...
L'hai detto! Il contrasto è proprio di alcune realtà del centro e sud america, e ci permettiamo di citare lo scrittore Eduardo Galeano quando con disarmante lucidità ci fa notare che: " Il mondo che si dice democratico (e civile! Aggiungiamo noi), non sapendo come risolvere il problema della povertà ha deciso di fare la guerra ai poveri".

Pensavo che per il secondo singolo la vostra scelta fosse ricaduta su "Uh-uh, ah-ah", un sicuro successone, se ben promosso, per l'allegria musicale e tematica ...
Ci avevamo pensato, ma il brano, come già abbiamo avuto modo di dibattere si presta a paragoni impegnativi, e poi c'è il francese, e il tema non è - come dire - lineare, etc. ect. A parte gli scherzi, magari questa canzone saltellante sarà il prossimo singolo ancora!

Sono ormai quattordici anni che siete in attività. Avete un buon seguito, ottime recensioni, professionalità crescente, ma non avete mai toccato picchi di popolarità. Non vi manca questo ultimo tassello dopo tanto suonare? Ormai il pubblico italiano è pronto ad accogliere le proposte più di qualità, come hanno dimostrato i successi di Csi, Subsonica, Afterhours..
Ci sono scelte che ti tocca fare, c'è una coerenza di fondo nel nostro percorso artistico della quale siamo molto orgogliosi e c'è che forse quella popolarità di cui parli non ce la siamo ancora meritata e forse chissà non la raggiungeremo mai. Ma lasciaci dire che noi facciamo un mestiere che è il nostro sogno. Sai questo è un regalo grande che la vita ci ha fatto. Comunque crediamo che il pubblico italiano sia molto maturato e ancora di più lo sono i gruppi, vecchi o nuovi che siano, anche se bisogna ancora lavorare un po' per la sprovincializzazione dell'ambiente e degli operatori del settore! Scherziamo ancora! Tu nella domanda parli di ultimo tassello che ci manca, ma ti giuriamo che agli Yo Yo Mundi non manca certo la popolarità e soprattutto se accadrà di divenire più popolari ci auguriamo davvero che non sia l'ultimo tassello della nostra vita artistica: pensa che delusione per tutti quelli che si fidano di noi, che s'incuriosicono per la nostra musica!!!

...E nel frattempo avete fondato la Scioperorecords. Come sono andati i primi due gruppi, Buona Audrey e Frangar Non Flectar? Quali sono le prossime uscite?
I dischi stanno andando abbastanza bene, hanno avuto buone recensioni, una discreta attenzione e larga visibilità, ma i gruppi - proprio perché ancora poco conosciuti - hanno qualche difficoltà per il live. La concorrenza è tanta, i tributi e i gruppi di cover impazzano, gli spazi si sono ulteriormente ridotti. Peccato perché sono entrambi davvero validi, gruppi preparati e pieni di energia in grado di offrire uno spettacolo davvero molto gradevole e interessante. I FNF più fantasiosi e scatenanti, i Buona Audrey più classici e acustici - da poco hanno in organico una giovannissima violoncellista -. Ci sono prossime uscite in cantiere, ma non possiamo ancora anticipare nulla. Approfittiamo di questa domanda per ringraziare tutti i gruppi e gli artisti che ci hanno mandato materiale, che ci hanno scritto. Purtroppo siamo una piccolissima etichetta e non ci possiamo permettere di lavorare su più progetti, perché sono in tanti che meriterebbero una chanche. Ecco l'indirizzo del sito http://www.scioperorecords.it

Immagino che in questo periodo siate impegnati con il tour promozionale. Ci sono altri progetti paralleli o in arrivo?
Abbiamo ancora il rammarico per non aver potuto realizzare il vhs di Sciopero, per problemi insormontabili con i diritti. Ma nel frattempo siamo anche impegnati con la sonorizzazione di alcuni brani del libro 54 di Wu Ming, e la possibilità reale di ripubblicare i nostri primi due dischi: La Diserzione degli Animali del Circo e Bande Rumorose - forse con il Manifesto -. Il tour di Alla Bellezza dei Margini invece inizierà a giugno inoltrato, ma non vediamo l'ora di suonare le nuove canzoni in giro. L'altro giorno ne abbiamo proposte alcune durante un concerto nella nostra città e il pubblico ha reagito con molto entusiasmo. Speriamo sia di buon auspicio per il tour! Se volete sapere qualcosa di più sugli Yo Yo Mundi , curiosità, immagini e notizie fate un salto telematico sul nostro sito: http://www.yoyomundi.it e soprattutto venite ai concerti non resterete delusi!

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L'articolo Yo Yo Mundi - email, 02-06-2002 di Christian Amadeo è apparso su Rockit.it il 2002-06-20 00:00:00

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