Petrol - email, 20-02-2007

(I Petrol - Foto di Giulia Caira)

I Petrol sono uno super gruppo: tre di loro hanno alle spalle band importanti - Marlene Kuntz, Fluxus, Sushi - e molta esperienza accumulata. Il nostro Faustiko Murizzi ha intervistato Dan Solo: si parla del loro ultimo "Dal Fondo" e si scopre una band vecchio stampo, che è al passo con le nuove tecnologie - quando si è sotto una label come Casasonica bisogna esserlo - ma con ancora un concetto viscerale e fisico della musica. Sono un gruppo da cantina, da vinili, sono una band rock'n'roll.



Qual è stata la molla che ha dato il via a tutto il progetto? C’è stata qualche occasione decisiva in cui avete pensato che si poteva fare?
Tutto nasce dal caso, ma non per caso. Un amico comune, mio e di Franz Goria, Luca Ragagnin, scrittore e collaboratore dei Subsonica alla stesura dei testi, una sera, parlando della mia volontà di costruire un nuovo progetto musicale dopo l’esperienza con i Marlene Kuntz, fa il nome di Franz (già cantante dei Fluxus). È bastata una telefonata e qualche prova per capire immediatamente che “la cosa si poteva fare”, scoprendo infatti profonde affinità musicali, sulle parole e anche umane. L’arrivo di Ale Bavo (Sushi), tastierista e produttore, e di Valerio Alessio ai tamburi, ha dato nel giro di pochi mesi forma definitiva al progetto Petrol.

Pubblicare il disco con Casasonica è stata una decisione a suo modo naturale? Mi par di capire che ci sia anche una comunione d’intenti rispetto alle cose da fare e sul come farle…
Si, è vero. Abbiamo avuto modo di sperimentare direttamente la volontà dell’etichetta di fare le cose “bene”, artisticamente parlando. Ci siamo presi la responsabilità di produrre il nostro primo disco, ma durante la lavorazione abbiamo sempre tenuto in particolare considerazione i consigli di Max Casacci e di Gianni Condimix, che naturalmente hanno lavorato braccio a braccio con noi. Casasonica è una giovane etichetta, ma il suo staff è composto da persone di notevole esperienza e questo contribuisce a creare quel clima di fiducia e professionalità che dà la possibilità ai vari progetti di crescere nel miglior modo possibile.

Veniamo alla questione testi. Mi sembra infatti che stavolta i messaggi siano diretti, chiari, espliciti - a volte pure troppo. Non si rischia di cadere a tratti nella retorica o la sentite come una necessità?
Riuscire ad essere semplici, diretti e poetici allo stesso tempo è l’obbiettivo che Petrol si prefigge.

Non parlerei di messaggi contenuti nei testi delle nostre canzoni, piuttosto di urgenza espressiva. Il tirare fuori quello che si ha dentro, che è maturato con il tempo, e che oggi è diventato una impellente necessità da condividere con gli altri. È il desiderio di comunicare qualcosa di vero. Se poi questa è retorica, pazienza.

”Il nostro battito del cuore” è ispirato a una vicenda in particolare?
E’ stato scritto in un momento particolare, ma non si ispira a una vicenda specifica. Nasce dall’esigenza di descrivere il mondo in cui viviamo da un altro punto di vista senza la presunzione o lo velleità di esprimere una verità assoluta. Pone l’accento sugli aspetti della nostra esistenza relativa, sottolineando allo stesso tempo l’importanza e la necessità del sogno.

”L’ultima notizia è la stessa di sempre” denuncia, ancora una volta, l’onnipotenza dell’immagine. Quindi non c’è più via di scampo a quello che McLuhan diceva, cioè che “Il mezzo è il messaggio”?
Direi piuttosto: “Il messaggio è dietro il mezzo”. Per poterlo decifrare bisogna conoscere il mezzo, altrimenti si rischia di fare confusione. Il linguaggio è il primo strumento, mentre la stampa, la televisione, la radio, etc. sono gli “altri” strumenti, quelli in grado di amplificare il linguaggio e i messaggi che porta con sé - purtroppo in grado, talvolta, anche di far apparire la banalità più sconcertante come una rivelazione quasi divina. Quindi, bisogna conoscere il mezzo per “vedere” dietro l’immagine e per non farsi “rapire come foglie al vento”… Questo è un po’ il senso della canzone.

Più in generale, le liriche sembrano spesso seguire un’idea riassumibile nel concetto “Tutto cambia, nulla cambia”. Condividete questa impressione?

Si, certamente. L’esistenza è un continuo cambiamento. Anzi, un continuo movimento. Un movimento ciclico; ed è a causa di questa ciclicità che ogni tanto abbiamo l’illusione che “nulla cambia”. Crediamo siano i sentimenti e le emozioni a darci la possibilità di renderci conto e di rompere il velo dell’illusione…

Quanto conta vivere oggi a Torino e far parte di un gruppo rock? Voglio dire: dopo l’esposizione mediatica che ha avuto la città in questi anni, l’ambiente intorno a voi pensate sia più predisposto all’ascolto rispetto al passato?
Torino è sempre stata una città molto viva dal punto di vista musicale. L’esposizione mediatica ha indubbiamente contribuito a dare visibilità e a servire da stimolo. Non è un caso che durante gli anni novanta molti gruppi che sono riusciti ad affermarsi nella nuova scena musicale italiana provenissero da Torino e dintorni. Gruppi che avevano fatto una gavetta durissima durante gli anni ottanta, periodo in cui la città letteralmente andava a dormire alle dieci di sera, con mamma Fiat che dettava gli orari per tutti e non c’era un buco dove poter organizzare un concerto.

Oggi, la città offre possibilità impensabili rispetto a vent’anni fa; di conseguenza anche il pubblico è cambiato e non ci sono più soltanto i “colleghi” a venire ai tuoi concerti.

Pensate che il curriculum di 3/4 della band possa in qualche modo influire sul (pre)giudizio che la critica e/o il pubblico possa avere nei vostri confronti?
Il fatto di avere un passato importante è si un’arma a doppio taglio, ma quello che conta veramente è la musica che fai e lo spettacolo che costruisci e che porterai in giro. Il rispetto che abbiamo per quello che facciamo è lo stesso che ci aspettiamo da chi ascolta e critica. Poi, per carità, non pretendiamo di piacere a tutti, il gusto soggettivo è importantissimo, è libertà di espressione; quindi, se motivati e consapevoli, ben vengano anche i giudizi negativi, dai quali si impara comunque sempre qualcosa. Dietro al pregiudizio, invece, si nasconde spesso l’ignoranza e l’ignoranza è pericolosa, anche se facilmente smascherabile…

Anche voi avete distribuito le vostre prime tracce gratuitamente su internet, siete su Myspace e promuovete la vostra musica attraverso la videonewsletter di Casasonica. Insomma, ormai anche voi pensiate che sia questa, e solo questa, la strada da seguire?
La rete è uno strumento di comunicazione che cresce esponenzialmente ogni giorno - per importanza e diffusione - e sarebbe sciocco non utilizzarlo. Crediamo, tuttavia, sia per un gruppo come Petrol che più in generale per tutti (musicisti, musicofili, dj, etc.) che la musica si debba continuare a fare nelle cantine, negli studi di registrazione e ai concerti; che i dischi debbano essere stampati in un formato “solido” conveniente, con la copertina, i testi e tutti i contenuti che si vuole comunicare. Il fatto di aver messo gratuitamente on-line il nostro demo ha richiesto uno sforzo, utile per presentare il progetto. Inoltre, la videonewsletter di Casasonica è una bella idea per avvicinare il pubblico ai gruppi che produce.

Internet offre questo tipo di possibilità? Bene, viva internet. Ma la sostanza di una rock‘n’roll band non è virtuale e non può essere circoscritta alla schermata di un monitor. È carne e ossa, è emozione e sentimento, è quel sogno reale di cui parla anche una delle nostre canzoni. Il disco è la miglior fotografia possibile di quell’emozione, scattata e approvata dai musicisti che la hanno composta. Personalmente non abbiamo alcuna pregiudiziale nei confronti delle varie compilation che si possono “masterizzare” scaricando i brani dalla rete, ma l’oggetto disco rimane insostituibile per cogliere la poetica di un gruppo nella sua interezza. Il concerto, poi, rappresenta l’apice della vita del gruppo, il momento in cui la musica è davvero viva, e devi esserci fisicamente per potervi partecipare pienamente. E su questo aspetto, non c’è internet che tenga…

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L'articolo Petrol - email, 20-02-2007 di Faustiko Murizzi è apparso su Rockit.it il 2007-03-26 00:00:00

COMMENTI (7)

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  • utente0 17 anni fa Rispondi

    lo so io maestra! lo chieda a me signora maestra, la prego lo chieda a me! lo so io! ho alzato la mano! lo so io! lo faccia dire a me, la prego lo chieda a me!
    ...tsk...

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    :[Ma scusate...il mezzo, per Marshall McLuhan, determina il messaggio o meglio le sue caratteristiche quindi direi che avete un po' travisato il significato e fatto un po' di confusione!!:[

  • nicko 17 anni fa Rispondi

    youtube.com/watch?v=OpIYz8t…
    :]:]:]:]

  • nicko 17 anni fa Rispondi

    "lei sostiene che ogni mia topica è utopica, non so proprio come hanno fatto ad affidarle una cattedra alla columbia" :]:]:]:]:]:]:]:]:]:]
    che film ragazzi, che film!

  • faustiko 17 anni fa Rispondi

    "lei non ha capito assolutamente nulla del mio lavoro"... :]

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    forse è una citazione da "io e annie"

  • rotfl 17 anni fa Rispondi

    va bene tutto ma mcluhan lasciatelo in pace... "il messaggio è dietro il mezzo" non si può sentire.