Erica Mou e Caterina Bubbico: "A volte l’identità di genere costituisce un genere musicale. Purtroppo"

Le due artiste hanno dato vita al brano "Mangia la mela", nell'ambito del progetto di Regione Puglia sull'empowerment femminile GeneriAmo. Ci raccontano da dove sono partite per comporre la musica e quanta strada dobbiamo ancora fare come società

Foto di Flavio e Frank
Foto di Flavio e Frank

Come si fa empowerment femminile attraverso la musica?

Si sono fatti questa domanda a Bari e la risposta è stato un bellissimo progetto dal titolo GeneriAmo, promosso dal Dipartimento Welfare e realizzato da Puglia Culture. Cuore dell'iniziativa la realizzazione di un brano composto dalle bravissime cantautrici pugliesi Erica Mou e Carolina Bubbico, Mangia la mela, inno all’empowerment femminile, alla libertà e al superamento degli stereotipi.

La canzone è affiancata da una campagna di comunicazione per la parità di genere a cura degli artisti Flavio&Frank, e ancora uno spot, un concorso artistico e una mostra collettiva che coinvolgerà i licei artistici e gli istituti d’arte pugliesi. Il brano rientra in una più ampia strategia della Regione Puglia per favorire la parità di genere attraverso il linguaggio dell’arte e della cultura, un tema fondamentale e spesso sottovalutato. La cultura diventa così un veicolo di consapevolezza e cambiamento, trasformando i ragazzi da semplici spettatori della realtà a protagonisti attivi nella lotta contro gli stereotipi e la violenza. 

Ne abbiamo parlato con le cantautrici Erica Mou e Carolina Bubbico.

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Che messaggio volevate mandare con questo brano?

Consegnare alle nostre figlie, a tutte le donne di domani, un vocabolario ed un immaginario alternativi per parlare di sé, per liberarsi dalla prigione delle parole che sminuiscono e incasellano, dai luoghi comuni.

Musicalmente da dove siete partite?

In questo pezzo c’è la canzone d’autore contaminata da ritmi diversi, come l’omaggio musicale ai Buena Vista Social Club che si percepisce nel ritornello. E soprattutto c’è un lavoro sulla potenzialità espressiva della voce. Tutta la canzone si basa su un arrangiamento vocale (supportato solo da un basso e da una percussione) che per noi sta proprio a simboleggiare la coralità e la pluralità che abitano il cambiamento.

Le ragazze si avvicinano alla musica in percentuale minori dei ragazzi?

No, non ci pare.

Ma esiste una barriera all'ingresso?

Quando parliamo di musica come industria, è ovvio che anche in questo settore emergano le stesse disparità che ci sono in ogni ambito lavorativo. Non è questione di passione o talento differenti.

In Puglia la situazione è differente rispetto ad altri posti?

Non sappiamo dirlo con certezza. Sicuramente però la nostra è una regione che ha molto molto investito negli anni sulla cultura. E la disparità di genere è un fatto culturale. Lavorare sull’istruzione, sull’educazione, sulla pluralità, sulla crescita culturale è l’unica via per eliminare una problematica sistemica e profondamente radicata come questa.

Ci sono generi musicali dove è ancora troppo difficile vedere ragazze e donne?

La nostra percezione è che a volte l’identità di genere nella musica costituisca essa stessa (purtroppo) un genere musicale. Come se le donne possano essere interscambiabili, come se dovessimo avere sempre dei punti artistici in comune. Come se, talvolta, una valesse l’altra. E che la donna sia destinata ad essere, nell’immaginario comune, solo una bella voce con dietro un progetto artistico di altri (uomini).

Come si crea cambiamento culturale?

Crediamo che il cambiamento culturale sia quello più difficile, più lento, ma più importante. Dobbiamo cambiare la narrazione, dobbiamo cambiare il linguaggio. Comunque, anche una bella legge sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole non guasterebbe.

 

 

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L'articolo Erica Mou e Caterina Bubbico: "A volte l’identità di genere costituisce un genere musicale. Purtroppo" di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-12-01 11:40:00

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