FASK: "Prendete il vostro tempo, scegliete le persone giuste"

Il nuovo disco dei Fast Animals And Slow Kids si intitola “È Già Domani”, un'espressione che significa tante cose. La ricerca di una nuova voce e di nuove sonorità che fermino il tempo mentre scorre e la consapevolezza che stare assieme è la cosa più bella e difficile che ci sia

Aimone dei FASK al MI AMI del 2019 - foto ©SaraCauli
Aimone dei FASK al MI AMI del 2019 - foto ©SaraCauli

Si intitola È Già Domani il nuovo disco dei Fast Animals and Slow Kids, in uscita venerdì 17 settembre. Un titolo parecchio bello: da una parte, è una spinta verso il futuro, a migliorare. È il principio che ti slancia verso una direzione, ti stimola, ti fa sperare, e ti proietta idealmente verso un punto che si trova più avanti di dove sei. Dall’altra, è angosciante. Pensare che sia già domani ti rassicura, perché ti sussurra che tutto passa, tutto scorre. Ma di questi tempi, nella contemporaneità in cui viviamo, parlare di futuro e di giorni che passano nasconde una minaccia: la velocità.

"Al centro di questo disco c’è la voglia di stoppare il mondo, di fermare il tempo nel presente", spiega Aimone Romizi (voce, chitarra percussioni dei FASK): "Oggi è tutto troppo in prospettiva del futuro. Le due linee temporali si stanno incollando pericolosamente, e l’unica soluzione per sfuggire a questa insidia è concentrarsi sul qui e ora, per godersela".

I Fast Animals and Slow Kids - foto di Matteo Bosonetto
I Fast Animals and Slow Kids - foto di Matteo Bosonetto

"Noi ci siamo ritagliati il nostro presente e abbiamo realizzato con questo disco un album fotografico da poter rivedere tra dieci, venti, trent’anni", dice Alessio Mingoli (batteria e seconda voce della band). Anche perché, la grande fortuna di loro musicisti è quella di avere sottomano una cronistoria di loro stessi sotto forma di canzoni, aggiunge Aimone: "Al posto di guardare il nostro Instagram o il nostro Facebook, noi riascoltiamo le nostre canzoni, i nostri dischi. E questo è piuttosto bello".

È Già Domani arriva dopo due anni da Animali Notturni e dopo un tour acustico che ha visto la band perugina formata da Aimone, Alessio, Alessandro Guercini (alla chitarra) e Jacopo Gigliotti (al basso), celebrare il primo decennio di carriera fatto di chilometri, sudore, stage diving. Hanno portato sui palchi d’Italia i loro brani più importanti, spogliati dalle chitarre e dalla batteria a palla, in una versione acustica più intima e soffusa.

"È stata una soluzione inizialmente difficile, ma poi felice", spiega Aimone. Per loro, che sono sempre stati protetti dai loro strumenti – "una spinta che senti da dietro mentre canti, che ti ovatta e ti sostiene" – è stato strano: "Abbiamo provato tantissimo perché le canzoni non ci tornavano, erano come se fossero prive d’anima. Poi, abbiamo capito che alla base di un concerto in acustico ci sia il principio del dialogo. E alla fine possiamo dire che la pandemia ci ha permesso di uscire dalla nostra comfort zone con un’idea creativa nuova, con una forma creativa diversa di noi stessi”.

Aimone al MI AMI del 2019 - foto ©SaraCauli
Aimone al MI AMI del 2019 - foto ©SaraCauli

Due lunghi anni lunghi di scrittura, di isolamento, di pandemia, che hanno però regalato molto tempo ai ragazzi per ripensare alle 12 tracce del disco: "Quando si suona, nella vita normale (diciamo così), la composizione certe volte è più concreta e veloce. Stavolta, con È Già Domani, abbiamo avuto così tanto tempo per discutere tra di noi, che è stato bello. Ci siamo passati i pezzi mille volte, ci dicevamo: 'Io ho inserito questo, io ho sistemato quello'", racconta Aimone.

E Alessio aggiunge: "Abbiamo ancora un po’ quest’impostazione tamarra per cui aggiungere strati sonori è sempre bene, ma lavorando con Matteo Cantaluppi (già al fianco dei FASK in Animali Notturni, ha lavorato con Ex-Otago, Canova, Thegiornalisti, ndr) abbiamo combattuto questa cosa e ci ha aiutati a migliorare".

Cantaluppi ha spiegato ai ragazzi che inserire 37 linee di chitarra in un brano (ognuna con un suono strano, minimal e diverso), non è sempre bene. Ansi, la situazione diventa ingestibile. Serve anche un lavoro di scrematura nella musica. E, in effetti, È Già Domani è parecchio più pulito rispetto al passato della band. 12 tracce che seguono una linea pop-rock intaccata da synth e pennellate new wave, amalgamate sempre dalla voce (incredibile) di Aimone.

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Nel disco c’è il featuring con Willie Peyote (il primo in assoluto dei FASK, ndr) in Cosa ci direbbe; c’è la citazione di Freddie Mercury con Living On My Own in Rave; Comprami di Viola Valentino in In Vendita. Ci sono una serie di temi, toccati in maniera differente in questi due anni di scrittura, e raccolti nel disco: le relazioni, il passato, il presente, il futuro, la paura di crescere e diventare adulti, e il rapporto con i genitori.

Un disco in cui per la prima volta i FASK lasciano libere di muoversi le domande, e aprono un dialogo con l’esterno: "Ci sono dei pensieri che non chiudiamo, rimangono lì in sospeso all’interno delle canzoni. Mentre per tanti anni siamo rimasti chiusi nelle nostre menti, e nei brani abbiamo tirato fuori solo quello che avevamo dentro di noi. In questo modo abbiamo dato delle risposte a noi stessi, ma stavolta abbiamo aperto una chiacchiera intergenerazionale. E siamo andati al di fuori della nostra vita chiusa, veloce, per dialogare con persone che hanno un approccio diverso dal nostro", spiega Aimone.

"Tipo i nostri genitori", aggiunge: "Ho chiesto ai miei cosa ne pensassero della differenza tra la loro e la mia generazione". Il risultato è Stupida Canzone, traccia numero due del disco, ma non solo. 

Che rapporto avete con loro?

Aimone: Il mio è un rapporto ottimo, in realtà. I miei genitori sono un po’ pazzerelli (l’hanno chiamato Aimone mica a caso, fa’ la battuta Alessandro, ndr). Sono un po’ creativi, mettiamola così. Mio padre aveva fondato insieme ad altri amici una fanzine e scriveva di punk; faceva parte di una controcultura che ha portato in casa da fuori. C’è grande scambio tra noi e molti dei discorsi e delle chiacchiere che si trovano in È Già Domani arrivano dal dialogo che ho avuto con loro, riguardo al loro passato, ai loro sentimenti, a quello che hanno provato come generazione prima della nostra. 

I FASK - foto di Matteo Bosonetto
I FASK - foto di Matteo Bosonetto

Alessio: Io ho un rapporto particolare, con una storia famigliare abbastanza complessa. La figura dei genitori nei FASK l’ho sempre intesa come qualcosa di fortemente idealizzato. Cioè, non ho mai pensato ai miei genitori, ma alla figura del padre e della madre come figure cardine di ogni individuo e di ogni generazione.

Aimone: Quando io parlo a mio padre, e dico: “Ancora l’uni quando mio padre era già adulto”, è più una conversazione con la generazione precedente alla nostra. Tutto l’album è percorso da una serie di domande che vorremmo porre (e a cui non sappiamo dare una risposta definitiva) alle generazioni passate, ma anche future. Ci sarebbe da domandarsi cosa è un padre, cosa è una madre.

E cosa è essere un figlio?

Aimone: Cercare quantomeno di prendere il meglio dalle due persone (o da una persona) che hai davanti. Cercare di prendere la parte migliore che ti danno, scartando tutto il resto, che poi sono gli errori di qualsiasi uomo o donna.

Alessandro: Cercare di idealizzare il meno possibile la figura dei genitori e rendersi conto che sono umani.

Aimone: È un processo molto lungo, che si mette in moto in età piuttosto adulta: all’inizio i genitori sono degli dei, poi ci si rende conto che gli errori che fai li hanno fatti anche loro, e ridimensioni tutto. Se avviene un percorso di maturazione ci si rende conto a un certo punto che i tuoi genitori non sono i tuoi amici, ma al tempo stesso sono persone di cui fidarsi, anche se non sono infallibili.

I FASK nel 2019 - foto ©beynot
I FASK nel 2019 - foto ©beynot

Rimaniamo in tema: Cosa direbbe mamma (a proposito del featuring con Willie Peyote) di ognuno di voi?

Aimone: Direbbe che sarei potuto diventare un bravo scienziato. Un’osservazione che sottolinea e valorizza il mio lato particolarmente organizzativo. Tendo a rompere piuttosto i coglioni e ad avere tutto in ordine sotto controllo. Ecco perché (forse) quando si trattava di studiare la scienza, e mettere in ordine una serie di formule chimiche, me la cavavo alla grande.

Alessandro: Mia madre penso sia una delle prime e delle poche persone ad aver capito sin da subito la mia emotività. Nonostante l’idea di fare il musicista non fosse la scelta che lei ritenesse migliore, è stata una delle prime a riconoscere e ad accettare la mia strada.

Alessio: Mi ritrovo molto in quello che dice Alessandro, perché anche mia mamma ha capito sin da subito cosa trovassi nella musica e cosa riuscissi a sfogare lì, quando altrove non riuscivo nemmeno ad esprimermi. Ho sempre avuto un carattere timido e introverso, mentre nella musica sono sempre riuscito a sfogare le mie emozioni, come una magia. Lei l’ha sempre saputo, anche se diceva che sarei stato un bravo avvocato.

Jacopo: Mia madre ha sempre avuto paura che partissi con uno zaino e mi perdessi su un monte come Emile Hirsch di Into the Wild (e ti diceva: "Stai a casa", ridono gli altri, ndr).

Fratello mio è un abbraccio che vorreste inviare a una persona che sta soffrendo, quando capita che non sei in grado di dare altro, perché magari il dramma o il problema di cui si sta parlando è così più grande di te che non sai da dove partire. Che abbraccio dareste ai FASK del passato?

Alessio: difficilmente potremmo consigliare a noi, band degli inizi, di sbagliare e fare diversamente da come hanno fatto. Tutto è stato giusto nel nostro percorso.

I FASK al MI AMI del 2019 - foto ©SaraCauli
I FASK al MI AMI del 2019 - foto ©SaraCauli

Jacopo: Un consiglio potrebbe essere: "Sbaglia il più possibile".

Aimone: Oppure: "Prenditi un po’ meno sul serio". Nel nostro caso, mi riferisco a quando abbiamo iniziato a lavorare su noi stessi, e a capire che infondo è impossibile essere un po’ meno scemi di come siamo. Quando capisci che puoi abbassare le pretese nei confronti di te stesso, riesci a rimanere deluso molto meno e ad avere dei margini di miglioramento più ampi e veloci.

E alle band del futuro, cosa direste?

Aimone: "Non vi demoralizzate". Anzi, direi: "Trovati degli amici, delle persone con cui stai bene umanamente, prima che musicalmente". Meglio una persona che ti capisca, che sia in sintonia con te, piuttosto che una qualcuno che spacchi a tremila con la chitarra: non ce n’è bisogno. Serve qualcuno su cui appoggiarsi quando si è difficoltà, e al tempo stesso che ti esalti e ti fomenti quando le cose vanno bene. "Prenditi il tempo giusto e trova le persone giuste", perché è meglio migliorare piano piano, piuttosto che trovarsi con una band della Madonna, ma che ti sta sul cazzo.

Alessandro: Anche perché sono molto di più i tempi morti rispetto ai momenti in cui sei sul palco, o a suonare i tuoi pezzi. È molto più il tempo che passeremo noi quattro senza quest’intervista con te, che l’intervista in sè.

Alessio: Anche mentre suoni, il sentimento umano si trasferisce sul palco. È inevitabile. Quattro virtuosi che suonano completamente slegati stonano, e ne abbiamo viste tante di band che spaccavano i culi a livello tecnico, ma poi sono saltati in aria. Non è una regola, ovviamente: ci sono anche quattro marziani che fanno il contrario di quello che stiamo dicendo, vale tutto, però questa è la nostra esperienza e l’alchimia per i FASK è ed è stata fondamentale.

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Aimone: Altro consiglio: concentratevi molto sulla musica. Perché è un periodo particolarmente dispersivo ed è facile lasciarsi andare alla rappresentazione di sé stessi in cento mila modi differenti (sui social, ndr). Poi, è tutto così veloce. È già domani. Bisogna concentrarsi sulla musica, perché alla fine, è quella che parla. Alla fine, un pezzo o è bello o è brutto. Trova le persone giuste con cui suonare, e concentrati sulla musica che stai suonando.

Rave è un "brano-promemoria": ricorda a tutti (in primis a voi stessi) quanto è importante rischiare. Me lo raccontate?

Aimone: Estatto, Rave è un brano ispirazionale per noi stessi, in cui ragioniamo su quanto sia importante "guardare e puntare in alto". Quando si comincia a fare musica, si punta relativamente a testare territori facili, a guardare e sperimentare con le cose che hai intorno, perché di fondo hai paura di fallire e vuoi andare sul sicuro. In realtà, la musica diventa realmente attraente, fisica, diventa bella, quando ti metti in gioco al cento per cento, quando provi a puntare in alto.

Jacopo: Nel brano diciamo: "Se devi andare a rubare, vai a rubare dal re", non rubare dal vicino di casa. Il senso è: guarda alla luna, non guardare alle scale di casa. È un approccio che i FASK si portano dietro da tempo, ma è sempre bene ricordarsene. Certe volte è più facile crogiolarsi nella propria corte al posto di far saltare il castello.

Perché questo titolo?

Alessandro: Rave è una parola che è nel testo, ma si riferisce più alla musica del brano: molto percussivo, con un finale solo strumentale in cui rimangono basso e batteria.

Alessio: Nella nostra mente il suono di questo brano richiama l’atmosfera di un rave, riporta a un senso di libertà, in cui la musica è liberazione. È uno dei pezzi con una cassa importante sul finale (anomalo nel repertorio dei FASK).

Siete mai stati a un Rave?

Aimone: Io sì, sono stato a uno Street Parade, è stato bello divertente.

Alessio: Noi altri, no. Spesso mettiamo nella nostra musica immagini ideali che abbiamo in testa, senza averle mai guardate o vissute realmente. Ad esempio, abbiamo intitolato un disco Alaska senza esserci mai stati, solo parlandone per quello che immaginavamo. Aimone, però, poi ci è andato, in Alaska: magari ora ci organizziamo e andiamo insieme tutti e quattro a un rave.

I FASK al MI AMI del 2019 - foto ©SaraCauli
I FASK al MI AMI del 2019 - foto ©SaraCauli

A proposito di Rave, discoteche, musica dal vivo. Due parole sulla lettera aperta di Cosmo (al presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini e alla vicepresidente Schlein, e alla risposta di Franceschini)?

Aimone: Ci trovi tranquillamente d’accordo. Ci sembra una proposta ponderata. Poi, magari, chi si occupa di sanità pubblica deciderà quale potrebbe essere la soluzione migliore. Noi non siamo, realmente, degli scienziati (anche se mia mamma direbbe che sarei stato un bravo scienziato, come dicevamo all’inizio – ride). Ci sono delle persone con queste competenze: lasciamole a loro, fidiamoci di loro. Ma al tempo stesso ragioniamo su più soluzioni possibili che potrebbero essere valide. Quella di Cosmo è una di queste.

Alessio: Anche perché esiste il Green Pass, uno strumento che dovrebbe servire a tutelare e permettere di tornare a vivere certe situazioni, tornare alla famosa normalità. Allora, perché non anche i concerti?

Aimone: Leggevamo che il 27% dei lavoratori dello spettacolo e gli operatori culturali hanno deciso di cambiare mestiere negli ultimi due anni. Si tratta di persone che conosciamo, che sono intorno a noi. Succederà che tra qualche anno saremo ancora più poveri di cultura, di musica e di arte di quanto non lo fossimo già prima.

Alessandro: Se continua a crollare il sistema, ci troveremo in una situazione culturale piuttosto desolata. Per questo dobbiamo difendere i live club.

"So farti a pezzi con i miei difetti", cantate in Come un animale (il singolo con testo scritto con Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale). Quali sono i vostri?

Aimone: Alessio è un avvocatino maledetto. Ogni volta che parte una discussione vuole avere sempre ragione.

Alessio: Non è vero! (appunto, ndr). Jacopo è forse la persona che ha meno difetti della storia. Anche se, per il bene comune, non si espone (quasi) mai. E questa cosa a volte è logorante, perché siamo una band, siamo una democrazia, quindi il parere di tutti è fondamentale. Per tirargli fuori le informazioni ce ne vuole.

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Jacopo: Alessandro ne ha mille di difetti. A volte è troppo lento.

Aimone: Hai detto il difetto più tranquillo! Ecco perché diciamo che Jacopo, in qualche modo, riesce ad essere sempre un po’ carino.

Alessandro: Aimone alle volte è troppo carico. E lo è nel bene o nel male. A volte ti viene solo da dirgli: "Calmati un secondo, ragiona un attimo, siediti, bevi un bicchiere d’acqua e rifletti".

È già domani e sarete al Teatro della Pergola di Firenze, primo appuntamento di una settimana in giro a parlare del disco. Quando è importante comunicare a parole la vostra musica?

Aimone: Tantissimo. E dopo il periodo di isolamento profondo che abbiamo vissuto, diventa ancora più importante, quasi urgente. Gli artisti (come tutti) hanno passato un periodo nero. Pensare che noi abbiamo sempre registrato i dischi guardando al nulla, in silenzio davanti al lago di Montepulciano. Ci andavamo a isolare volontariamente per pensare solo alla nostra musica perché, in fondo, avevamo una vita piena e c’era un senso di pienezza ovunque. La pandemia ha cambiato tutto questo. Ma ora siamo tornati.

Alessio: Aspetta! Annunciamo ufficialmente il tour di È Già Domani, dopo un lungo e doloroso periodo di distanza dalla musica dal vivo. Partiamo il 7 aprile 2022: saremo a Parma, con i nostri strumenti, la nostra corazza.

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L'articolo FASK: "Prendete il vostro tempo, scegliete le persone giuste" di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-09-16 11:00:00

Tag: rock album

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