Dalle finestre del sesto piano del palazzo dove si trova la Warner si vede Milano, il cielo è azzurro e Frah Quintale, con sorriso e cappellino di lana da cui fuoriesce la sua chioma ricciolina, ci aspetta seduto su un divano con alle spalle il quadro da lui fatto che rappresenta una cassetta degli attrezzi. Mi sento immerso nella copertina di Amor Proprio, il suo ultimo e intenso disco, in uscita il 10 ottobre.
Dentro quella cassetta degli attrezzi, reale e simbolica, c’è tutto ciò che Frah ha imparato a usare per costruirsi: le parole, i beat, i colori, la necessità di esprimersi. Amor Proprio nasce da lì — da un artista che non rinnega mai da dove viene, ma sceglie di tornare alle origini per riscrivere il presente. «Non è un disco sull’individualismo» precisa subito. «Anzi, è il contrario: è un lavoro su di sé per riuscire poi a stare meglio anche in mezzo agli altri. È un lavoro individuale per essere pronti alla collettività».
Nel disco si sente un equilibrio raro: un Frah Quintale più consapevole, ma ancora capace di restare se stesso.Amor Proprio è scritto bene, pensato nel dettaglio, coerente con il percorso che lo ha portato fin qui. Nel mondo di oggi, dominato da notizie pesanti e rabbia social, parlare d’amore può sembrare un atto ingenuo. Ma per Frah è esattamente il contrario: è un gesto di resistenza.
«Nel mondo che viviamo mi sembra importante cercare di aprire uno spiraglio» racconta. «Siamo molto bombardati da notizie che appesantiscono le giornate, e per me parlare d’amore significa anche dare la possibilità di immaginare un mondo migliore. È un modo per innescare un meccanismo positivo, per uscire dalla pesantezza di oggi.» In questo senso Amor Proprio è un disco che apre, che offre ossigeno. Non è un rifugio privato, ma una forma di condivisione. «Ho sempre usato il foglio e la penna come psicologo» racconta Frah. «In questo disco ho affrontato temi difficili, cose che nella vita quotidiana faticavo a dire. Mi piace pensare che chi ascolta possa rispecchiarsi e sentirsi meno solo».
DentroAmor Proprio c’è ancheLunedì Blue, un brano che gioca con la malinconia e la ribalta. «Era un palese richiamo ai New Order» spiega Frah. «Ma a livello di sound mi ricordava più Easy (Like Sunday Morning) dei Commodores: il tema è un po’ struggente, però sotto gli accordi sono felici. È un po’ quella roba lì, malinconica ma luminosa allo stesso tempo». Un equilibrio che sintetizza il suo modo di scrivere: il contrasto come forma di leggerezza.
C’è poi tutto un mondo che resta centrale: quello dei graffiti, dell’hip hop, della cultura da cui Frah viene e che continua a ispirarlo. Prima dei dischi da solista c’erano i Fratelli Quintale, la crew bresciana con cui ha mosso i primi passi nel rap e che ha lasciato un segno nell’underground dei 2000. «Vengo dai graffiti e dall’hip hop» dice. «Quella roba mi ha insegnato la curiosità, la voglia di evolvere, di non fermarmi mai.»Quel legame non si è mai spezzato. Anche dopo l’esordio da solista, Frah ha mantenuto un ponte con il mondo rap, collaborando con artisti come Marracash, Mecna, Coez e Guè, e lasciando che la cultura hip hop restasse parte della sua identità. «Sono ancora un grande appassionato di campionamenti» racconta. «Nel disco ce ne sono diversi, è un modo per tenere viva quella cultura. Quel tipo di hip hop fatto con i sample è ancora importante per me».
Guardando il quadro alle sue spalle, il legame diventa evidente: l’arte figurativa e la musica non sono mondi separati, ma due forme della stessa lingua. «Ho iniziato a disegnare prima ancora di fare musica» spiega. «Quando ho scoperto i graffiti e poi l’hip hop, ho capito che le due cose potevano convivere. L’estetica è sempre stata parte del mio racconto. Non solo la copertina, ma tutto l’immaginario che un disco si porta dietro. Dove non arrivi con le parole, arrivi con il disegno».
In Amor Proprio tutto questo si vede e si sente: l’estetica diventa racconto, il colore diventa suono, la coerenza diventa identità. È un disco che tiene insieme corpo e mente, parola e immagine. Il prossimo passo sarà nei palazzetti: il tour che lo porterà a misurarsi con una dimensione più grande, senza snaturarsi. «Sto già lavorando a quello» racconta. «Voglio arrivare pronto, con un disco bello macinato e uno show curato in ogni dettaglio. Anche l’aspetto estetico per me è fondamentale: voglio dirigere tutto, dal palco alle luci, perché ogni elemento deve raccontare qualcosa del mio mondo. Sarà un livello di impegno alto, ma ci sarà da divertirsi». Il tour con Coez di qualche anno fa gli ha permesso, racconta, di arrivare preparato e non saltare nel vuoto.
Frah Quintale continua a evolversi senza perdere la sua forma: curioso, attento, concreto.Amor Proprio è il risultato di questa maturità: un disco identitario, pieno di dettagli, fatto di equilibrio e ricerca. «La cosa più difficile è restare autentico» dice alla fine. «Ma se ami quello che sei, tutto il resto viene di conseguenza. È questo, l’amor proprio.»
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L'articolo Frah Quintale: "Parlare d'amore oggi è un atto di resistenza" di Andrea Cegna è apparso su Rockit.it il 2025-10-07 23:11:00
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