Giovane fuoriclasse

Diletta Fosso ha solo 15 anni ma ha già pubblicato i suoi primi singoli, un mix tra la sua formazione di violoncellista classica e la sua passione per il pop

Diletta Fosso – foto stampa
Diletta Fosso – foto stampa

Diletta Fosso è una quindicenne pavese che non sta mai ferma. O almeno lei si presenta così, ma a sentire tutto quello che fa ci si crede anche. Il liceo, il conservatorio, la scrittura e la passione per i diritti, la composizione dei suoi brani originali. Una Norah Jones in erba che mescola contrabbasso (il suo strumento da quando aveva 4 anni) al pop. Le abbiamo chiesto come fa a tenere tutte queste cose insieme.

Come ti sei formato a livello artistico?

Ho iniziato col violoncello a 4 anni. Volevo suonare il contrabbasso ma ero troppo piccola, così mi hanno messo in mano questo strumento e me ne sono innamorata! I miei genitori sono musicisti, quindi a casa la musica c'è sempre stata. Ma il vero click è arrivato alle medie, quando mi hanno fatto cantare e suonare davanti a tutta la scuola: lì ho capito che volevo emozionare le persone. Ho iniziato a scrivere canzoni a 13 anni, dopo un'esperienza di cyberbullismo che invece di buttarmi giù mi ha dato la spinta per trasformare il dolore in musica.

Con chi collabori?

Collaboro principalmente con mio papà, che è compositore e mi aiuta negli arrangiamenti. Poi c'è Davide Maggioni di Matilde Dischi, il mio produttore, che è un mago nel trasformare le mie idee pazze in realtà. In studio lavoro con musicisti fantastici come Brian Belloni alla chitarra, Alberto Fiorani al basso e Corrado Bertonazzi alla batteria. E poi ci sono i miei compagni del Conservatorio e del liceo che partecipano ai miei video e mi supportano sempre. Mi piace anche collaborare con altri giovani artisti che trovo su Instagram.

Diletta Fosso – foto stampa
Diletta Fosso – foto stampa

Come definiresti la tua musica?

La definirei pop moderno cantautorale con violoncello. Mi piace dire che faccio pop con qualche radice nel cantautorato italiano, moderno nel suono ma con testi che vanno in profondità, che parlano di sogni, guerra, bullismo, libertà. Non voglio fare canzoni usa e getta, voglio che rimangano nel cuore.

Quali sono i tuoi ascolti e a chi ti ispiri?

Elisa è il mio primo riferimento: i suoi testi e la sua musica sono da brividi. Poi Olivia Rodrigo per intensità e ironia. Sono super appassionata di alternative rock e grunge di fine millennio – Nirvana, White Stripes, System of a Down, Radiohead e Cranberries sono nella mia playlist fissa. Ho anche una vera ossessione per le colonne sonore di Ennio Morricone, John Williams e Hans Zimmer. E poi mi piace la classica adoro Vivaldi, Saint-Saëns, Debussy e Prokof'ev.

Genesi e significato complessivo del tuo ultimo lavoro?

Oltre il rumore è nato da una foto su Instagram di una bambina in zona di guerra che mi ha spezzato il cuore. Volevo darle voce attraverso la musica. Il brano parla della guerra vista con gli occhi di una bambina, è crudo ma poetico, con immagini come "bimbi di seta" e "tetti di cielo" che si mescolano alla realtà dura dei droni e delle sirene. È un grido di pace mascherato da canzone.

Diletta Fosso – foto stampa
Diletta Fosso – foto stampa

Ci racconti qualche live che hai fatto di recente?

Al concorso di Quiliano per la Canzone d'Autore Emergente è successo un casino. Partiamo da Pavia coi miei genitori, facciamo tutto il viaggio cantando, arriviamo in Liguria pronti per il soundcheck, che sarebbe stato da lì a un'ora. Apro il portabagagli e realizzo che... ho lasciato a casa la valigia con tutti i vestiti. Nooooo, panico! Corro al centro commerciale più vicino e compro un po' di vestiti a caso: giacca nera e cravatta, sembravo uscita da un video degli AC/DC! Ma sai cosa? Forse quella cravatta mi ha portato fortuna, perché ho vinto! 

Progetti futuri?

Sto progettando un album per il 2026, ma nel frattempo continuo a pubblicare singoli: Il vento sale è uscito il 13 giugno, racconta la libertà giovanile e il viaggio come metafora della vita. Quest'estate partirò per un tour di busking nelle piazze, per portare la mia musica direttamente alla gente. Però, più di ogni altra cosa, voglio continuare a scrivere canzoni che abbiano un senso, che arrivino al cuore e non solo alla mente, perché la musica non è solo intrattenimento ma un linguaggio per dire qualcosa che conti.

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L'articolo Giovane fuoriclasse di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-07-18 14:59:00

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