Dalla periferia africana al Pigneto: il nuovo suono della rivolta si chiama Gqom

Intervista alla label romana Gqom Oh! che sta spingendo il suono africano del futuro

La Gqom Oh! Fam
La Gqom Oh! Fam
14/01/2016 - 14:36 Scritto da Marcello Farno

Si chiama Gqom Oh!, ed è la label che sta portando fuori dalle periferie di Durban il nuovo suono della rivolta africana: il gqom appunto (la g è muta). Figlio illegittimo dell'afro-house, ma con una potenza di fuoco che ne sposta sensibilmente i confini, sta catturando buona parte dei dj e producer uk più illuminati (da Kode9 - che suonerà al nostro Better Days Festival - a Ikonika). Eppure la storia inizia a Roma, dove Nan Kolè, dj resident di Afrodisia, resta ipnotizzato dal gqom e decide di dar vita alla label di cui sopra, in uscita il 29 gennaio con il primo volume della compilation che raccoglie il meglio prodotto finora da una scena in cui l'età media dei protagonisti si aggira attorno ai 18 anni. Il futuro insomma. L'obiettivo: dare a Durban il posto che gli compete, accanto a città come Detroit e Chicago, nella geografia dell'elettronica globale.

Partiamo dal principio. Qual è stata la prima traccia gqom che hai ascoltato?
È successo tutto in maniera molto rapida e veloce, ho scoperto il gqom una notte navigando su internet e sono stato fino alle 5 del mattino ad ascoltare e scaricare roba. I primi che ho intercettato sono stati i vari Mafia Boyz, Julz Da Deejay, Emo Kid. La traccia che più mi ha colpito fin da subito è stata "Ghetto Mafia" di Citizen Boy, un ragazzo di 16 anni della crew dei Mafia Boyz. È un pezzo incredibile, per il tipo di suono, l'atmosfera, questo basso super compresso... è perfetta!

Cosa hai pensato subito dopo?
Mi sono detto che io questi brani dovevo farli uscire. Ero consapevole che stavo scoprendo una cosa totalmente nuova. Ho pensato a quello che è successo a Chicago col juke, allo stesso modo questa roba andava portata fuori da Durban, contestualizzando quelli che sono tutti gli aspetti culturali, mantenendo un certo tipo di approccio. Mi sembrava assurdo che fosse ancora così sconosciuta.

Dal punto di vista sonoro il gqom è parente stretto del kwaito, la house music sudafricana, ma è ancora più scuro, segue ritmi spezzati, è orfano di bassline. Mi pare di capire che assieme a questa sua specificità musicale tu abbia però rintracciato anche un certo tipo di potenza narrativa...
Io ho lavorato per tanti anni con la musica africana, ma ascoltando gqom ho percepito un istinto di ribellione che non avevo mai rintracciato altrove. Mi ha suscitato delle immagini... non so se hai presente il film "Sarafina", ecco io ascoltando gqom vedevo i sud africani che scappavano dalla polizia, sentivo le frustate, i cani che abbaiavano. Poi ho fatto alcune indagini e ho scoperto che è veramente così, questi ragazzi vengono da quell'ambiente, vivono nelle township in una situazione di emarginazione, e questa cosa la avverti.

Immagino sia anche il luogo in cui si svolge la storia, Durban, il motivo che rende il gqom diverso e unico rispetto alle tantissime correnti di suono africane.
Assolutamente, Durban è completamente diversa da Johannesburg e Cape Town, che sono le altre due città che esportano la maggior parte della musica africana che conosciamo. A Durban i neri sono abbastanza emarginati, la middle class non è così numerosa, e il suono risente di questa situazione, se ci fai caso è molto più dark, più deep. Lerato Phiri, la ragazza che ha lavorato con me alla compilation, ha vissuto tanti anni in Italia e mi ha detto che Durban potrebbe essere la nostra Bari, una città di porto con lo stesso tipo di atmosfera.

Come ti sei avvicinato agli artisti?
Dopo due giorni in botta col gqom ho iniziato a fare mille ricerche su Facebook. Ho iniziato a scrollare i profili, a fare richieste d'amicizia, mettevo mi piace alle fanpage, mi iscrivevo ai gruppi. Molto spesso nei file mettono il contatto WhatsApp o quello di BlackBerry Messenger, li ho aggiunti e alcuni si sono mostrati subito carini e disponibili. Altri invece all'inizio non mi filavano per niente, per loro il gqom è una cosa totalmente circoscritta al loro ambiente che non capivano quest'interesse. Lì è scattato l'aiuto di Lerato, che ha iniziato a chiamarli di persona spiegandogli di cosa si trattava, e sono riuscito ad acquistare la loro fiducia. Adesso abbiamo creato un gruppo, la Gqom Oh! Fam, stanno entrando in connection anche tra di loro, Durban è enorme, loro sono tantissimi e nemmeno si conoscono.

Nonostante la scena sia così circoscritta?
Esatto, a parte alcuni nomi molto grossi che su Kasimp3 hanno fatto diecimila download, gli altri no. La scena è veramente grande e le township di Durban sono enormi. E soprattutto ci sono grosse difficoltà per muoversi, non esistono mezzi pubblici, devi per forza prendere il taxi. Molte volte passano degli anni prima che questi ragazzi riescano a vedere anche solo il centro città.

Ci sono dei protagonisti principali in questo gruppo?
Sono tutti molto interessanti. Ci sono i Mafia Boyz, che sono una crew, il fulcro è Citizen Boy, loro si scambiano i file su WhatsApp e poi li completano, sono molto bravi. Poi ci sono i Forgotten Souls che sono un'altra crew molto grande, nel loro quartiere hanno un seguito clamoroso, producono, qualcuno anche canta, e sono tutti ragazzini, non c'è nessun maggiorenne. Dominowe e Julz Da Deejay sono i più maturi probabilmente, hanno un linguaggio unico, se dovessi concentrarmi anche su dei singoli artisti in futuro produrrei sicuramente loro. Emo Kid è quello più professionale invece, sa come muoversi e arrangia benissimo. È uno dei più "vecchi", ha 21 anni.

Cosa usano per produrre?
Fruity Loops e Reason, stop. Hardware nemmeno a sognarli. Citizen Boy fa i brani con le casse del televisore, non chiedermi come sono usciti quei bassi perché non lo so. Ho iniziato a mandargli un po' di sample pack e vst, però poi magari 100 mega di zip non riescono a scaricarli e quindi siamo nuovamente da capo.

Il suono alcune volte sembra avere tanti punti in comune col grime.
Il grime l'hanno scoperto da poco, gli ho mandato dei pezzi, dei vocal per provare a fare degli esperimenti, però anche lì non sono riusciti a scaricarli. Però ci sono certe cose di gqom, molto vecchie però, che ora ho fatto anche levare da Kasimp3, che sembrano grime, è vero ed è assurdo. La costruzione, i fraseggi, il tipo di note, il concept è quello. Infatti stiamo pensando di far partire questa cosa coinvolgendo degli mc, vediamo...

Come stanno reagendo a tutte le attenzioni che tanta stampa specializzata vi sta riservando?
All'inizio non le percepivano, perché sono distanti dal nostro approccio, loro non usano nemmeno Soundcloud se ci pensi. Adesso che le cose si sono mosse e iniziano a vedere RedBull, Boiler Room, capiscono come funziona il gioco. Io cerco di coinvolgerli, gli mando le foto quando escono gli articoli...

Questa distanza, non solo geografica ma anche di approccio, secondo te può essere per loro un punto di forza?
Sì e no, nel senso che può essere pericoloso perché giù i producer rubano tanto, ora stiamo cercando di tutelarci un po'. Il mio obiettivo come ti dicevo è quello di mappare il suono di Durban, a marzo voglio andare giù, conoscere i ragazzi, prendere un sacco di tracce e girare un documentario, anche sulla storia dei taxi...

Raccontamela.
È una storia assurda, in pratica ci sono questi taxi driver che sono dei pazzi scatenati, hanno questi taxi tipo van, fuori tutti colorati, e per attirare l'attenzione quando stanno fermi sparano la musica a cannone. E tutti suonano gqom, quindi gli artisti gqom, oltre ad andare su Kasimp3 la prima cosa che fanno è andare dai tassisti e mollargli la roba loro.

A proposito di Kasimp3, mi sembra che il modo in cui viaggino i pezzi, libero, pirata, come in tante sottoculture, ha un'importanza enorme anche qui.
Assolutamente, quando la produzione diventa patrimonio di conoscenza collettiva è fighissimo. Poi ovviamente c'è bisogno di fare uno step diverso per entrare nel mercato musicale, perché l'obiettivo che abbiamo come label è quello. È importante che gli artisti imparino a dare un valore alla loro musica, perchè così possono anche iniziare a guadagnare economicamente da questa cosa.

Com'è la situazione lì nei club, si riesce a suonare?
All'inizio il gqom era vietato nei club, perché portava tutta la gente del ghetto. Così i party si spostavano nelle case, immagina un ammasso di gente compressa in queste stanze, oppure d'estate nei prati. Prima chi faceva gqom faceva quello e basta, go gqom or go die questa era la situazione, adesso sono molto più crossover, iniziano a mischiarlo con lo sgubhu, un genere più vicino all'afro-house, i club hanno capito che c'è questa prospettiva e così la sfruttano.

Tu sei anche un dj, hai provato a suonare gqom qui?
Sì, un paio di volte. La prima è stata quest'estate al Pigneto, a Roma, c'era un evento una sera in cui locali potevano mettere le casse fuori, mi sono detto ci provo, ed è stato strano, mi sono accorto che smuove delle energie, tutta la gente si era accalcata davanti al locale, dopo la prima mezz'ora di gqom sono arrivate pure le guardie (ride). L'altra volta è stata invece al Mukanda Festival, in Puglia, e lì è andata molto bene. Altrove, in Europa, suona spesso qualche brano gente come Kode9, Addison Groove, Ikonika, però mai fino ad ora un set intero. Che è quello che cercheremo di fare noi a breve, dopo mille difficoltà burocratiche siamo riusciti a trovare il modo per portare su qualcuno in rappresentanza. Verrà DJ Lakhe, con il quale andremo al CTM Festival a Berlino, suoneremo al Watergate per il party di chiusura del festival, che è proprio quello che avrei voluto, club compresso, impianto della madonna e il gqom che ti avvolge. Il 13 febbraio saremo anche a Milano a una serata con i ragazzi di Palm Wine. Sarà una bellissima esperienza, soprattutto dal punto di vista umano.

Stai portando avanti anche un progetto con l'ambasciata sudafricana giusto?
Un po' di mesi fa tramite Afrodisia ho conosciuto i BLK JKS, loro erano rimasti colpiti da questo progetto e un ragazzo ha parlato di me all'ambasciata. Ho ricevuto questa telefonata e sono andato a fare un colloquio con i responsabili, in cui ho presentato tre diversi progetti, adesso li hanno presi in considerazione e sto aspettando una risposta.

Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine dell'etichetta?
Faremo uscire un sampler ep prima dell'estate che preannuncerà il secondo volume, che non sarà solo gqom oriented, perché vogliamo presentare quelle nuove forme, come lo sgubhu, di cui ti parlavo prima, e il coretribe. Il coretribe è la musica dei drogatissimi di Durban, è molto estrema, molto percussiva, con questi bassi sparatissimi, a 130 bpm, si sente che è la musica di chi fa più utilizzo di ecstasy. Mettendo insieme queste cose vogliamo fare vedere che c'è un mondo che si muove, poi chiaramente il viaggio a Durban sarà fondamentale, potrebbe cambiare parecchio le carte in tavola, magari conosceremo nuovi artisti, decideremo di concentrarci su qualcuno in particolare, vediamo. A lungo termine invece mi piacerebbe far diventare la label sempre più di Durban, riuscire a farla radicare anche giù, e allo stesso tempo creare delle connection. Sicuramente fare delle cose UK Durban, proprio per far sì che si crei il cortocircuito con loro.

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L'articolo Dalla periferia africana al Pigneto: il nuovo suono della rivolta si chiama Gqom di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2016-01-14 14:36:00

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