La guerra di Slava

Slava è il diminutivo del suo nome, Vyacheslav. È nato in Ucraina, sua nonna è russa. Lui vive da anni a Brescia, dove lavora e rappa: il suo nuovo pezzo, prodotto da Real Talk, parla di bombe e di esseri umani. Potente e doloroso

Slava - foto press
Slava - foto press

Cosa significa "guerra". Inizia con queste parole, semplici eppure devastanti, il nuovo pezzo di Slava. Noi non lo sappiamo cosa significa, per fortuna. Non lo sa l'intera nostra generazione, per quanto possiamo informarci ed empatizzare con quanto sta succedendo in Ucraina. Non è una colpa, chiaramente, ma è qualcosa con cui confrontarsi. 

Il brano si apre con immagini come quelle che da più di un mese a questa parte vediamo in ogni tg. Un edificio imponente, semisbriciolato e una voce che racconta l'orrore della quotidianità di chi da un giorno con l'altro si è trovato sotto assedio, e che invita a smettere di credere che quello che sta accadendo non stia accadendo. Poi l'inquadratura va su Slava e iniziano le sue barre.

Il pezzo è prodotto assieme a Real Talk, si intitola così Slava X Real Talk Special. Era stato scritto, paradossalmente, prima del precipizio, lo scorso gennaio, per raccontare la realtà della guerra nel Donbass. Lì Slava ha le sue origini (da parte del padre), il suo racconto vuole restituire la prospettiva di chi vive in quel modo da 7 anni a questa parte. Poi la situazione è precipitata in tutta l'Ucraina. La produzione musicale del brano è di FLXW e Clockbeats, la regia del video è di Gianluca Bonici e Flavio Mocka.

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Slava è il nome d'arte di Vyacheslav Vlodimirovich Yermak, classe 1994, nato a Kharkov in Ucraina e residente a Brescia, dove si è trasferito attorno ai 10 anni per i problemi economici della sua famiglia. Lavora e fa rap da quando ha 14 anni, attività che gli riesce decisamente bene. 

Il suo primo brano a raggiungere il milione di views su YouTube è stato, nel 2016, Pota Figa Alura Enculet, assieme a Frah Quintale. In seguito ha fatto numerosi singoli, spesso accompagnato dal producer Drillionaire. A inizio 2020 ha pubblicato il suo primo album, Equilibrio, in un periodo storico decisamente sfortunato che gli ha fatto saltare quasi tutta la promozione e i live. Non più fortunato il suo secondo disco, Dasvidania/До Свидания, che in russo vuol dire “arrivederci”. L’uscita era fissata per il 18 marzo 2022, le notizie dall'Est Europa lo mettono in stand by. 

Il 14 febbraio Slava sarebbe dovuto essere su un volo per la sua città natale, Kharkov, dove avrebbe anche dovuto registrare un videoclip. Poteva essere l'ultima volta che vedeva i suoi quartiere integri, e di questo si rammarica. Da quel momento Slava ha cominciato a documentare la guerra e i suoi orrori attraverso il proprio profilo Instagram, diventando, insieme all’amico Vlad Kirilov (influencer di origine russa), uno dei punti di riferimento sui social italiani per gli aggiornamenti sul conflitto in Ucraina. 

"Riempite il silenzio con la vostra musica. Riempitelo oggi con la vostra storia. Aiutateci in ogni modo, in ogni modo ma non con il silenzio. E verrà la pace". Così il presidente ucraino Zelensky ha detto due giorni fa, in collegamento con la cerimonia di consegna dei Grammy. Anche pensando a quelle parole abbiamo parlato di rap e, purtroppo, di guerra con Slava. 

Sei un rapper o un ragazzo con la passione con il rap? Un ragazzo bresciano di origine ucraina o un ragazzo ucraino che vive a Brescia?
Mi sento un po’ tutto: un po’ ucraino, un po’ italiano, un po’ rapper, un po’ influencer. Mia madre è di Kharkov, il mio padre di sangue è del Donbass. Il nonno ucraino e la nonna russa. La mia lingua madre è il russo, ma da parecchi anni sogno e penso in italiano. Non ho mai dato importanza alle definizioni, sono quello che sono e sono felice di non stare dentro nessun riquadro.

Sei cittadino italiano dal 2021, è cambiato qualcosa per te da quel giorno?
Sono cambiati i documenti (lol). È una bella sensazione che, dopo 18 anni di vita da italiano, lo Stato abbia riconosciuto la mia appartenenza a questo paese. Detto ciò, credo che nel 2022 non è più importante quale sia la tua cittadinanza: è solo una questione burocratica ormai.

Come e quando inizi a fare rap?
Ho iniziato a fare le prime rime in seconda superiore. Come tutte le cose che durano nel tempo è iniziato tutto a caso. Sono sempre stato un fan del genere, era inevitabile che prima o poi provassi a farlo anche io. Credo di essere stato un po’ fortunato e un po’ bravo. Molti mollano perché non hanno pazienza, io ne ho tantissima e ogni volta che raggiungo nuovi traguardi quest’ultima raddoppia. Per cui mi sa proprio che a questo punto la roba della musica rimarrà per sempre nella mia vita, comunque vada. Mi sto divertendo tantissimo.

Come nasce POTA FIGA ALÜRA ENCÜLET con Frah?
Abbiamo fatto l’inno di Brescia senza tempo (fortuna che sono riuscito a convincere Frah). In realtà non ci siamo mai conosciuti bene dal vivo, l’intera traccia è stata fatta online senza il minimo contatto (eravamo già preparati al COVID, lol). Lui veniva dai Fratelli Quintale, che erano tipo i capi di Brescia ai tempi, per cui avevo pensato che era perfetto per fare un inno di Brescia. Penso che lui non ci credesse quanto me nel successo del pezzo, io non avevo il minimo dubbio che sarebbe diventata una hit, difatti per entrambi è stata la prima traccia a raggiungere un milione di visualizzazioni.

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Perché questo nome d'arte?
Perché ai tempi tutti gli altri avevano i nomi da Pokemon/Supereroi tipo Furia, Fobia, Mc questo, Mc quello. Quindi per staccarmi dalla massa mi sono chiamato semplicemente con il mio nome. Slava è l’abbreviazione di Vyacheslav, il mio nome di battesimo, e mi chiamano tutti così da molto prima del rap. All’inizio non ero molto sicuro perché l’istinto del gregge è molto forte anche in quelli che cercano di essere alternativi, ma alla fine questa si è rivelata un’ottima scelta.

Chi ti influenza come artista?
Chiunque ascolti, come tutti. Ascolto tantissima musica dell’est Europa, roba russa, kazaka, ucraina, bielorussa. È un'unica scena lì perché tutti parlano la stessa lingua. Quindi molto probabilmente sono loro a influenzarmi maggiormente. Se devo dirti un nome su tutti SCRIPTONITE.

Il tuo primo disco, Equilibrio, è arrivato a ridosso della pandemia. Che esperienza è stata? 
Una pessima esperienza: pessimo tempismo, strano periodo. Non sono mai riuscito a portarlo in live e a questo punto, a parte qualche traccia, penso che non lo porterò mai più in live. La maggior parte di quel disco non mi rappresenta più. Non sono manco passati due anni, ma l’impressione è che ne siano passati dieci (la magia del COVID). Peccato perché ai tempi quel disco mi piaceva tantissimo.

Con questo nuovo rinvio com'è andata?
Era il mio addio all’Ucraina, visto che da poco avevo preso la cittadinanza italiana. Per cui era una specie di ringraziamento/omaggio alla mia madrepatria. La settimana prima del conflitto saremmo dovuti stare in Ucraina per le riprese dei video, avevamo già prenotato biglietti, alloggi, macchina ecc. Poi ci hanno cancellato il viaggio e successivamente è scoppiato il macello. Abbiamo pensato di annullare la data di uscita perché non mi sembrava il periodo adatto. Io in primis non sarei stato dell’umore per promuoverlo al meglio. Inoltre, stiamo cercando il modo per far sì che tutti i guadagni dell’album vadano in aiuto all’Ucraina, ma a questo punto è molto difficile in quanto ho già firmato dei contratti. Vedremo.

Come nasce l'idea del pezzo "sulla guerra" che hai fatto con i ragazzi di Real Talk? 
Il pezzo è stato scritto nei primi del gennaio 2022 e parla della guerra nel Donbass, che va avanti ormai da svariati anni anche se, a quanto pare, nessuno in Italia lo sapeva. Il messaggio è molto chiaro e semplice: le persone normali non ci guadagnano mai dalle guerre, in particolare in quella fra la Russia e l’Ucraina. Non è una guerra fra i popoli e chi dice il contrario è male informato o vittima delle propagande. La guerra fa schifo sempre, il problema è che poi la gente si fa convincere del contrario da chi ci guadagna qualcosa.

In che stato è ridotta la tua città natale ucraina?
Basta che vediate i video che posto sul mio canale telegram (https://t.me/CIAOSONOSLAVA). Fatevi voi un’idea. Ho ancora una casa lì, ma temo che ormai possiamo darla per spacciata

Chi hai in Ucraina, e cosa ti dice?
Per fortuna nessun parente stretto. Sono in contatto con parenti alla lontana e amici d’infanzia. Per fortuna sono tutti vivi anche se chiaramente le loro vite sono state stravolte completamente. Ieri hanno tirato giù la casa di un mio amico. Sempre lui ieri mi ha scritto che un suo amico è morto, cosa volete che mi dicano?

Cosa significa vivere sapendo che hai persone care sotto le bombe? 
Ci si sente fortunati ad aver fatto la scelta di cambiare vita in tempo e, allo stesso tempo, uno strano senso di colpa di essere nati con la camicia (che poi sono davvero nato con la camicia). Per il resto, la tv per me non esiste, faccio parte della generazione che si informa su internet. In questo ultimo periodo sto su Telegram 24/24.

Cosa consigli per informarsi sulla guerra e non rincoglionirsi di social e tv, con le loro opinioni in libertà?
Se ci si vuole informare al 100% consiglio di guardare tutto quanto e poi tirare le somme. Considerate sempre che nessuno vi dirà la verità al 100%, anche perché la verità non esiste, è tutto una questione di prospettive. In ogni caso poco importa della verità, stanno morendo persone innocenti e questo è un dato di fatto, stop. Il resto sono solo chiacchiere inutili.

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Hai artisti ucraini da consigliarci?
La scena dell’Est Europa è una cosa sola (più o meno come i popoli che ci vivono). Se volete un artista ucraino vi dico T-Fest, ma lo ripeto, se dovete chiedermi il mio preferito rimane SCRIPTONITE che è del Kazakistan.

Come è nato il tuo "lavoro" di divulgatore di quel che sta succedendo?
Completamente a caso. A quanto pare nei primi due giorni ero l’unico a pubblicare l’informazione su quello che stava succedendo in Ucraina per cui ho avuto un boom mediatico assurdo. Adesso sul posto è pieno zeppo di giornalisti da tutto il mondo, per cui il mio contributo non è più così importante, ma sto continuando comunque ad aggiornare il mio canale telegram con tutte le news.

Cosa vuoi dire a chi pensa che Putin sia nel giusto?
Non c’è da dire niente a quelle persone (LOL). Se dopo tutte le immagini che arrivano pensano che sia tutto nella norma cosa posso dire per fargli cambiare idea? Non tutti sono dotati di intelligenza emotiva, purtroppo. Capiranno se un giorno proveranno una cosa del genere sulla propria pelle (mi auguro di no). PS gli occidentali sono stati in Afghanistan fino all’altro giorno a fare la stessa identica cosa che stanno facendo i russi in Ucraina, non siamo meglio di loro.

E a chi non è interessato a quel che accade in Ucraina?
Non si può essere interessati a tutto, ci scoppierebbe la testa. Bisogna capire quanto questa cosa possa avere ripercussioni sulla nostra vita, in base a quello decidere se vale o meno la pena di preoccuparsi. Credo che ognuno debba combattere le proprie battaglie da solo. Io sto combattendo la mia senza costringere nessuno a stare in ansia per la mia madre patria, se poi qualcuno vorrà unirsi alla causa o aiutare è sempre ben accetto. Lo ripeto, penso che nella vita non esistano verità assolute, ci sono diverse visioni del mondo. Prima di essere una guerra con i missili, quella fra la Russia e l’Ucraina è una guerra di informazione. Si parte da un punto oggettivo, stanno morendo innocenti. Da lì in poi c’è chi giustifica la cosa, c’è chi la condanna e alla fine vincerà chi riesce a convincere più persone della propria visione delle cose.

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L'articolo La guerra di Slava di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-04-05 11:14:00

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