Hermit, il volto elegante della trap

Manu Chao, ASAP Rocky, 24kGoldn: tre remix di tre artisti molto diversi, per scoprire l’universo musicale del giovane cantante romano

Pietro Barilli in arte Hermit, rapper romano Ph. Michele Perna
Pietro Barilli in arte Hermit, rapper romano Ph. Michele Perna

Il suo nome d'arte prende spunto dalla figura dell’eremita, la carta che nei tarocchi simboleggia l'allontanamento da tutto ciò che è maligno per avvicinarsi alla spiritualità, la continua ricerca di ciò che illumina senza inquinare la mente. La cifra stilistica, l'assoluta imprevedibilità del suo percorso artistico, un viaggio che, come ammette, “ambisce ad andare oltre la forma per riscoprire valori lontani”.

HERMIT, all'anagrafe Pietro Barilli, nasce a Milano e cresce a Roma, in un contesto familiare che lo immerge fin da piccolo nell’arte figurativa (la madre è architetto, il padre regista), ma si avvicina al rap grazie al fratello maggiore, appassionato collezionatore di dischi underground. Nell’ambito della scena capitolina fa la sua comparsa collaborando con Side Baby e Wayne, fino ad arrivare alla consapevolezza di non sentirsi rispecchiato completamente dall’immaginario trap e dar vita a un progetto personale.

Dopo la pubblicazione del singolo Acqua & Sale per Island Records, i tre remix di HERMIT (free download in esclusiva per Rockit) anticipano la poliedricità del progetto, rispecchiandone la moltitudine di riferimenti sonori e contenutistici. Pietro sceglie di rivisitare il brano culto di Manu Chao, Me Gustas Tu, sfruttandone l’atmosfera chill per affrontare lo stesso argomento, l’amore, con la medesima purezza, ma in termini più contemporanei.

Il remix del singolo Sundress di ASAP Rocky racconta una relazione tossica cantata su un sound che sembra arrivare dagli anni ’70. Il terzo e ultimo brano, CITY OF ANGELS di 24kGoldn, invece, è il remix che si avvicina di più a quella che sarà la linea stilistica dell’artista: un progetto in cui le sonorità rock e pop punk vengono miscelate a un’attitudine hip hop in uno stile di scrittura che s’ispira tanto alla scuola romana dei rapper quanto a quella cantautori.

Primo piano del rapper romano Ph. Michele Perna
Primo piano del rapper romano Ph. Michele Perna

Come ti sei accorto che la trap non ti rispecchiava al cento per cento?

Io penso che la trap non sia scomparsa totalmente dalla mia musica, è stata rivisitata. Sono sonorità che continuano ad affascinarmi, sicuramente, nelle mie canzoni cerco di essere me stesso, e quell’immaginario non mi rispecchia fedelmente. Io vorrei creare un legame tra la trap e l’eleganza.

Nel tuo progetto coesistono insieme un’anima sonora moderna e uno spirito vintage.

Artisticamente non ho un obbiettivo preciso, la musica per me è e rimane una valvola di sfogo. Ho cercato di trasformare quell’immaginario un po’ trash, a volte anche hardcore dal punto di vista sessuale, della trap in qualcosa di più raffinato. Vorrei giocare su questa sottile linea e cercarla di ampliarla includendo generi diversi, pubblici diversi. Il mio spirito antico non è altro che stima, devozione per un modo di concepire e proporre l’arte che non esiste più. Se la trap degli altri interpreti è pornografia, la mia vuole essere erotismo.

Che senso ha pubblicare tre remix di tre diversi artisti dopo un unico singolo?

In realtà, anche in questo caso, non è stata una scelta ponderata. Le canzoni non sono brani che rappresentano tre decadi diverse, o tre momenti diversi della mia vita. Sono tre singoli che mi hanno colpito e con mio cugino, produttore con cui sto lavorando ai miei brani ufficiali, abbiamo pensato si potessero prestare bene al mio stile. Sono canzoni alle quali penso di essere vicino come immaginario ancor prima che come sound, credevo fossero adatte a riassumere il senso complessivo che sta prendendo il progetto.

Cosa volevi comunicarci di diverso da Acqua e Sale?

Tutte le canzoni hanno dei testi versatili che potevo ritagliare e fare miei. Non volevo segnare uno stacco totale: credo che le relazioni, i sentimenti, rimarranno sempre il tema principale delle mie strofe. Volevo mostrarne un lato più crudo. Con più cazzimma, sia a livello testuale che sonoro. Mettermi alla prova con qualcosa di diverso, non so cosa aspettarmi dalla vita, riproporre questa filosofia nei miei brani.

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E andando più nello specifico di ogni brano?

Me Gustas Tu è sicuramente la canzone che ascolto da più tempo, apparentemente può sembrare quella stilisticamente più lontana, da Manu Chao vorrei assumere quell’atteggiamento da hippie pensatore che mi affascina molto. ASAP Rocky è sicuramente l’artista che riesce a far combaciare meglio gli stilemi della trap con la mia idea di raffinatezza, ostentazione ed eleganza. Infine il brano di 24kGoldn, esteticamente e sonoramente, rappresenta l’immaginario più vicino a quello che stiamo ipotizzando, la direzione verso la quale stanno andando i nuovi singoli.

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L'articolo Hermit, il volto elegante della trap di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2020-11-03 11:44:00

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