Maria Antonietta: "Si è in pericolo quando si è così felici"

Maria Antonietta è tornata dopo anni ad urlare le sue ragioni e a spiegarci cosa pensa della felicità, di Dio, e di Beyonce.

Intervista a Maria Antonietta
Intervista a Maria Antonietta - Chiara Gambuto

Il suo nuovo album "Sassi" è uscito da poco per La Tempesta Dischi. Maria Antonietta è tornata dopo anni ad urlare le sue ragioni e a spiegarci cosa pensa della felicità, di Dio, e di Beyonce. 
L'intervista di Nur Al Habash.

“La verità non si contiene e non fa sconti, di nessun genere...” Sassi è un disco in cui si parla tantissimo di verità. Potrei citare altre canzoni, ma forse è sufficiente la frase-manifesto "io non mento, al limite sto zitta".
Sì, è una cosa che sento molto. La verità è alla base di tutto: alla base dell’amore, alla base della comunicazione reale, alla base e motore di tutti i cambiamenti… la verità è l’unica cosa vera che esiste, e in questo mondo in cui mi trovo a vivere di verità ne incontro molto poca purtroppo, e questa cosa mi fa soffrire molto. Spesso sembra che le persone non distinguano il vero dal falso, mentre è così autoevidente! Parlano, parlano, parlano, ma a che serve riempirsi la bocca se si dicono solo stronzate?

È per questo che nelle tue canzoni la sincerità tocca il limite della sfrontatezza?
Sì, penso che sia giusto, è una cosa che a me sicuramente viene molto naturale. Fa parte del mio approccio, però mi sembra anche corretto in qualche modo… se voglio comunicare qualcosa alle persone devo anche essere sincera, e dedicarmi sul serio nella mia interezza, sennò non arriva nulla.

Direi che alcuni messaggi arrivano forti e chiari dalle tue canzoni. Uno è questo dell’importanza della verità, un altro è il fatto che sei molto felice. Ed è una cosa ammirevole. Voglio dire, chi dice di essere felice è sempre molto impopolare.
[ride] Bene sono contenta! Sì, lo sono profondamente.

Di solito si dice che l'ispirazione venga nei momenti di dolore. E poi una persona malinconica è mediamente più attraente di una molto allegra, senza contare la questione molto banale dell’invidia.
In realtà questa felicità che provo, proprio perché è vicina alla felicità assoluta, proietta anche un’ombra molto lunga. Sei molto in pericolo quando sei così felice, sei vulnerabile. Poi sta a te coltivarla la felicità, coltivarla tutti i giorni; a volte ci riesci a volte no, ma io voglio impegnarmi. Perché penso di essermela meritata, attraverso la sofferenza, la solitudine, l’impegno, gli errori e le conquiste, me la merito e me la terrò ben stretta!

Fai bene. Il terzo messaggio che arriva forte e chiaro è quello dell’onnipresenza della religione nella tua vita. Nel disco c’è un bel verso dell’ecclesiaste, e si citano spesso Gesù e Dio, i morti e le sepolture. È un tema già presente nell'album precedente, ma in questo viene fuori in maniera diversa, più autoevidente. Anche qui: non pensi che questa trasparenza estrema possa essere scambiata per ostentazione? La cultura cattolica ci insegna che la religione è una cosa intima e privata.
Chi pensa una cosa del genere semplicemente non ha ascoltato con serenità di giudizio le canzoni, non le ha ascoltate per quello che sono nella purezza, ma lo ha fatto con dei pregiudizi. Perché credo di trattare questo “argomento” nel modo più naturale e sobrio possibile, nel senso che fa parte della mia vita, perché non parlarne? Per non urtare la pseudo-sensibilità di qualcuno? Tra l’altro credo che quello che sia dentro la canzoni sia più che altro un discorso sull’eternità e su Dio, che è qualcosa di non strettamente religioso, ma qualcosa di spirituale. Che vogliamo o meno Dio dice e fa un mucchio di cose!

"C'è un tempo per lanciare i sassi e un tempo per raccoglierli". Quel bel verso dell’ecclesiaste ha un grande peso nell’album, e suppongo nella tua vita. 
Quel verso significa che nella vita di ognuno c’è un tempo per difendersi e aggredire e convivere con la morte e un tempo per raccogliere, per utilizzare le energie, le risorse e se stessi per costruirci qualcosa con quei sassi, qualcosa che resti per sempre. Perché se è fatto di pietra reggerà per sempre. Almeno per me significa questo.

È molto bello.
Sì lo è, la Bibbia lo è. È un libro che spacca tutto.

Nel 2014 è difficile pensare ad una persona giovane e vicina alla Bibbia, e che non sia anche un papa-boy. Tu invece quell'aura di sfiga proprio non ce l'hai.
Oddio questo lo pensi tu! [ride] E mi fa piacere. Ma magari molti pensano che io lo sia! A parte tutto, ci sono tante storie belle, tante immagini forti. È un libro violentissimo, altroché, vietato ai minori di 18 anni. E poi non lo si dovrebbe associare al dogma o alla religione, è una cosa a sé. 

Mettiamola su questo piano allora: di solito le persone molto religiose non suonano la chitarra e non hanno tutte quei tatuaggi. Il cristianesimo si è sempre opposto al rock n roll, o al punk. In che modo si può leggere la Bibbia nel 2014?
Gesù era un punk, altroché! Se non lo è stato lui, chi altro? Lui sì che faceva quello che voleva, alla faccia di tutta l’ipocrisia del mondo diceva sempre la verità. Per quanto riguarda la Bibbia, non credo di essere così esperta. La leggo ogni tanto, meno di quanto vorrei. Anche se voglio recuperare alla mia ignoranza. In autunno voglio iscrivermi a Scienze Religiose all’Università Pontificia.

L'altro giorno è uscito il video di "Giardino comunale". Perché nelle scene parli sempre al telefono? 
L'idea è nata nella mia testa che frulla sempre a mille, e Daniele [Dandaddy, ndr] ha avuto la voglia, la pazienza e l’estro di realizzarla. Mi piaceva sottolineare il fatto che quelle parole fossero eterodirette, cioè dirette ad un altro essere umano che è lì e le ascolta. Era un modo per visualizzare il dialogo.

Tutto il disco in generale rispecchia l’immagine di una ragazza forte, ed è pieno di messaggi che spronano le ragazze ad esserlo.
Lo spero tanto! Non bisogna mai farsi sopraffare. A posteriori l’ho riascoltato e ho pensato "cavolo mi piace questa forza che viene fuori". Speriamo che questa voglia di verità, di confronto reale, di sicurezza e di forza contagi. Poi ovvio, c’è anche tanta debolezza dentro al disco. Non sono una superfemmina e penso che le ragazze patiscano tanto la loro insicurezza, come è capitato anche a me nella vita. Non sentirsi all’altezza o abbastanza intelligente, o soprattutto pensare di non meritarsi alcune cose. Non è così! Non è affatto così!

L’altro ieri Beyonce ha sponsorizzato un nuovo progetto per infondere sicurezza alle ragazze sin da bambine. Nel sito si espone una statistica che mostra come sin dalle elementari le bambine hanno un gap di sicurezza in sé stesse molto grande rispetto ai maschi.
Viene dalle alte aspettative che noi in primis abbiamo su noi stesse, viene dal dovere che sentiamo di piacere per forza, per farci amare. È una cosa verissima, mi piace molto Beyonce. Dovremmo sentirci realmente libere. Non solo formalmente, non solo nelle parole. Non dobbiamo piacere per forza. E poi basta piacere ad uno!

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Torniamo alle canzoni e parliamo dei suoni, che sono molto meno patinati che in passato. Più ruvidi e sporchi. So che avevi iniziato a registrare il disco in uno studio, ma non eri soddisfatta.
Sì, l’ho registrato tutto due volte, è stata una follia! Una sana follia, diciamo così. Il disco l’abbiamo prodotto io, Marco Imparato (Dadamatto) e Giovanni Imparato (Chewingum). Avevamo in testa una direzione molto precisa e l’abbiamo perseguita fino in fondo. Sono molto soddisfatta, anche a livello di suoni questo disco mi rappresenta molto, molto molto! Gli arrangiamenti di Marco han contribuito a introdurre complessità e livelli pur rispettando i brani. La prima registrazione non era vera, suonava opaca, un po' mortifera. È una cosa difficile da spiegare. Forse noi stessi dovevamo assimilare bene i brani per poterli suonare in un certo modo, e anche a livello di come suonavano le cose non c’era quella freschezza e quell’immediatezza che cercavamo. Eravamo bloccati e si sentiva, i brani erano bloccati nell’intenzione e nell’intensità, anche nelle voci. Allora abbiamo rifatto tutto da zero con Andrea Vescovi in una casa in mezzo alle montagne di Arcevia, vicino Ancora. Un paesino carino in mezzo ai boschi che però non abbiamo avuto modo di visitare, perché eravamo barricati in casa e le sessioni si svolgevano con molta concentrazione e stufe a legna, è stato difficile ma molto bello. Andrea Vescovi ha registrato tutto, tranne una voce e un paio di brani che abbiamo tenuto. È stato molto in gamba, è una persona molto trasparente e vera ed era in sintonia con quello che sono le canzoni. Il missaggio invece è stata opera di Marco Caldera, altrettanto fondamentale per la resa finale dei brani.

"Animali" però è stata registrata molto prima, e si sente. Ha un suono molto più dolce, e quegli archi sono fantastici. Ma è un caso isolato nel disco.
Esatto, "Animali" è stata registrata prima in parte da David Lenci e in parte da Marco Caldera. Gli archi sono un caso abbastanza isolato nel disco, sì. E sicuramente si avverte che non è finita nel flusso delle registrazioni. Ma in fondo parla del sentirsi alieni nel mondo, è finita per sentirsi aliena pure lei nel disco. Destini! 

Perché per "Sassi" ti sei allontanata così tanto da quegli arrangiamenti? 
Il brano si prestava a ricevere un arrangiamento di quel genere, gli altri no. Ha proprio un carattere diverso. Non tutti gli arrangiamenti calzano ugualmente bene, e per quello abbiamo trovato una via, per gli altri un’altra. Cerco di rispettare sempre il carattere del brano, a prescindere da schemi o direzioni in qualche modo pensate “ideologicamente”.

In questo disco invece le canzoni sono “sporcate” il più possibile per allontanarsi da quell’aura pop dei tuoi inizi, ed è una cosa che ritrovo un po’ anche in te stessa, nel modo in cui ti poni. Prima avevi addosso un po’ più di “glamour”, ora sei più spettinata, in tutti i sensi.
[ride] Io sono sempre uguale, anche spettinata uguale! Non vado da un parrucchiere per tagliarmi i capelli da tre anni. Diciamo che ora sono più consapevole e sicura di me, questo sì.

Pensavo fosse un modo di reagire a un certo tipo di critiche che erano arrivate dopo l’uscita del primo disco.
Il mio cuore è sempre lo stesso. Non si cambia per l’opinione degli altri, non si cambia per conquistare le persone o per conquistarne la stima, si cambia solo per se stessi o per amore, non si cambia mai per paura. Sono 26 anni che cerco di andare diritta. A volte sbagliando, a volte nell’insicurezza, a volte nell’inferno ma sempre diritta cercando di migliorare, per me stessa. Poi il mondo recepirà sempre quello che vuole recepire, veicolare la tua essenza e la tua verità è la cosa più difficile in assoluto.

 

 

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L'articolo Maria Antonietta: "Si è in pericolo quando si è così felici" di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2014-03-17 22:18:00

COMMENTI (6)

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  • HalbertMensch9 anni faRispondi

    Non ho ancora sentito l'album, leggendo l'intervista però mi sono un po' cadute le palle…

  • marco.martini.9239 anni faRispondi

    ogni hipster donna che si rispetti deve avere nella sua collezione di dischi un album di costei.

  • zupzup10 anni faRispondi

    La Bugo in gonnella... (non è un complimento)
    Ma perchè?

  • RoyBatty10 anni faRispondi

    "...mi piace molto Beyonce. Dovremmo sentirci realmente libere. Non solo formalmente, non solo nelle parole. Non dobbiamo piacere per forza. E poi basta piacere ad uno!..." youtube.com/watch?v=qtP3FWR…

  • cesareparmiggiani10 anni faRispondi

    La Bibbia spacca tutto, ho i tatuaggi ma mi piace la Bibbia, la Bibbia è VM 18...

  • irenenoise10 anni faRispondi

    "veicolare la tua essenza e la tua verità è la cosa più difficile in assoluto." MA CHE VORDI ? LA TUA VERITA' ???? E CHI E' TERESA DI CALCUTTA ????