Dove sono le donne del rap italiano?

Non ci sono donne nel rap italiano, oppure sono solo nascoste? Lo abbiamo chiesto alle organizzatrici di Ladies First, un evento che celebra il lato femminile della cultura hip hop

03/03/2017 - 15:50 Scritto da Nur Al Habash

La domanda che dà il titolo a questo pezzo è una di quelle che sento più spesso in giro quando si parla di rap italiano. Se era forse comprensibile che ci fosse una scarsa partecipazione agli albori della diffusione del genere in Italia, è un peccato constatare che nella nuova leva (specialmente quella che fa parte dell'ondata trap) manchino del tutto delle artiste.

Stasera al Barrio's di Milano si terrà l'ottava edizione di "Ladies First", l'unica jam in Italia che mette avanti il lato femminile della cultura Hip Hop, in tutte le sue discipline (MCing, djing, breaking, writing, beatboxing...). Quest'anno, l'evento è gemellato con l'evento globale Music Freedom Day, organizzato dall'ONG danese Freemuse al fine di celebrare e difendere la libertà di espressione in campo musicale. Nel 2017 il focus di Freemuse é sulle donne, artiste e musiciste che non sempre vengono trattate equamente. Questo si ripercuote sulle loro carriere in vari aspetti: da un minor numero di contratti e show nei paesi occidentali, fino al piú estremo divieto di esprimersi musicalmente, come in alcuni paesi del Medio Oriente.
Ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere sull'argomento con Vaitea, una delle rapper organizzatrici.

 

Il dato di fatto è che nel rap italiano non ci sono donne, o almeno se ci sono non vengono "raccontate". Perché? 
Ci sono meno donne dj, mc, writer, manager, avvocati, medici e via dicendo perché di base, per arrivare agli stessi risultati, una donna deve faticare il doppio rispetto ad un uomo. Il fenomeno, comunque, non è solo italiano. In tutto il mondo, e in ogni genere musicale, alle artiste vengono offerti meno contratti e booking. Il nostro gemellaggio con FreeMuse e il Music Freedom Day vuole essere un'ulteriore presa di coscienza delle disparità affrontate dalle donne quotidianamente a livello globale. Qui siamo meno considerate, in altri paesi le musiciste, come quelle dell'orchestra afghana Zohra, rischiano la vita per suonare.

Facendo questa stessa domanda a qualche lavoratore dell'industria rap mi è stato risposto che non sono brave. Sei d'accordo?
Come potrei? Mi dispiace che la pensino così, io onestamente ne conosco di brave e meno brave, cosí come conosco mcs di sesso maschile bravi e meno bravi. Sicuramente, quelli e quelle che emergono hanno una forte personalità.

Se si va a vedere un concerto rap, nel pubblico è pieno di ragazze. Perché poi le stesse non si mettono in gioco provando anche loro a fare musica, come fanno i ragazzi?
Un po' perché immagino che molte siano semplici fruitrici della musica, il che va benissimo. In parallelo, negli anni, vedo sempre più ragazze al microfono, o dietro ad una console, oltre che nel pubblico, e questo mi fa piacere.
Il discorso però non è solo legato al rap, ma un po' a tutte le discipline della cultura Hip Hop, e non credo sia perche le donne non vogliano mettersi in gioco, ma anche perché in una realtà predominata al 95% da uomini non si sentano pienamente rappresentate. In generale, la mancanza di figure femminili forti in cui le donne possano rispecchiarsi parte dall'infanzia, anche se qualcosa sta cambiando, come dimostra, ad esempio, il successo del libro "Storie della buonanotte per bambine ribelli".

In questo senso, che ruolo hanno eventi come Ladies First?
Ladies First vuole mostrare un lato della scena non sempre messo in avanti. Ci sono molte artiste valide, negli anni vorremmo riuscire a riunirne sempre di più. Per me significa anche creare per le ragazze quello spazio di incontro e di espressione che non necessariamente ho avuto io quando ho iniziato.
Ci riuniamo innanzitutto per la gioia di stare insieme e confrontarci, almeno una volta all'anno. Spontaneamente, si crea una bellissima unione, motivata dalla pura voglia di fare insieme, che il pubblico percepisce. Un concetto che si è un po' perso, in questi anni di dissing e di haters.

Non si rischia di ghettizzare il tutto, creando la categoria di "rap femminile destinato solo a donne"?
È difficile che accada. Per forza di cose, vista la predominanza, ognuna di noi interagisce con vari musicisti di sesso maschile, come Mastermaind e DJ Kame, ad esempio, quest'anno con noi sul palco. E poi, ogni artista ha cose da dire che trascendono dal genere, io credo. Comunque, proprio per non incorrere in questi rischi, quest'anno abbiamo voluto organizzare un contest aperto ad entrambi i sessi e, anche se sicuramente il nostro intento principale è quello di mettere in avanti le donne, il pubblico delle nostre serate è assolutamente eterogeneo! Vi aspettiamo stasera per vedere con i vostri occhi!

Qualche nome di rapper da tenere d'occhio?
Comagatte da Molfetta. A livello internazionale, Lady Leshurr e Oshun

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L'articolo Dove sono le donne del rap italiano? di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2017-03-03 15:50:00

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