Video première: guarda “Reflections” e leggi l'intervista ai Lev

Vi presentiamo in anteprima il nuovo video dei Lev, e per l'occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere per saperne di più su di loro

Oggi è stato pubblicato "Ep2" dei Lev, la band che vi avevamo presentato già all'inizio del mese nella nostra tradizionale compilation. Per continuare a conoscerli meglio, oggi vi presentiamo in anteprima il video di "Reflections", ma soprattutto abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro per farci spiegare meglio chi sono e la loro missione musicale.

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So che provenite tutti da esperienze diverse. Volete raccontarci quali, e come queste siano confluite nei Lev?
Tutti e cinque, separatamente, abbiamo cominciato a fare musica una decina di anni fa, e ognuno si è portato dietro le proprie esperienze. Non tutte, per fortuna. Posso dirti che qui c’è stato molto alternative rock, Matteo sostiene di avere cominciato con il prog anche se non è ancora stata trovata una prova tangibile a riguardo, Leonardo ha suonato con tutti i gruppi della scena underground padovana e Alberto e Giulio si dividono tra Lev, i Klune e alcune collaborazioni di livello come M+A e Godblesscomputers. Potrebbe sembrare che il confluire di queste esperienze possa portare una certa confusione in studio, ed è esattamente quello che succede, ma più che imporre il nostro background cerchiamo di trovare una strada condivisa.

Padova, Bologna, Tottenham. Come vi dividete tra l’Italia e l’Inghilterra?
Siamo tutti padovani, ci siamo sparpagliati per motivi di studio o di lavoro. Abbiamo trovato la nostra dimensione musicale lavorando separatamente, ognuno si è trovato libero di sviluppare il proprio personale processo creativo, e a pensare a come integrarlo nei Lev. Molto Dropbox, insomma. Ovviamente questo ha creato anche difficoltà tecniche, ma ognuno si è adoperato nel ritagliarsi un proprio spazio da dedicare ai Lev, e quindi ecco che le voci sono state registrate negli studi di doppiaggio della Central Saint Martins School of Arts, gli strumenti nello studio di Leonardo, mentre Alberto ha mixato l’ep direttamente dalla comodità del suo MacBook, probabilmente in treno tra Padova e Bologna.



Nel video proponete una serie di immagini, scene e situazioni apparentemente scollegate, in una narrazione che non è nemmeno una vera narrazione. Qual è il flusso di pensieri che ha guidato il collegamento tra i vari momenti del video?
È una raccolta di immagini dimenticate, perse nell’immediatezza del fermare qualsiasi cosa con i nostri smartphone. Abbiamo composto la sequenza del video seguendo una logica di puro gusto personale, selezionando le immagini meno evocative possibili: ognuno così le può interpretare come vuole, può non provare assolutamente niente. Vuole essere una piccola provocazione, in un mondo in cui ogni contenuto (da quello “alto” al meme trash) finisce per perdere valore nel momento in cui viene pubblicato: la quantità di stimoli è talmente elevata che è impossibile processarli tutti in maniera completa, e il livello di attenzione è drasticamente calato; anche il contenuto più “affine” (specialmente se visivo) verrà apprezzato, visto e magari rivisto, ma verrà accantonato o rimosso più velocemente che un tempo. Noi abbiamo messo immagini già dimenticate, senza un filo narrativo, non evocative, con l’unico obbiettivo di far dire “che diavolo ho appena guardato?”.

“How to achieve nothing” è un tutorial sul raggiungimento del nulla che avete messo alla fine del video. Io l’ho vista un po’ come una chiave di lettura del video stesso. Come avete avuto l’idea e cosa significa per voi?
Il tutorial è ovviamente lì per dare una chiave di lettura all’intera sequenza, ma come tutto quello che vedi nel video non è stato creato appositamente. “How to achieve nothing” è un estratto di procedural design, parte della mia (Tommaso) ricerca di master alla Central Saint Martins chiamato The Universal Something: senza entrare troppo nello specifico, il concept alla base del progetto era che l’unico modo per ottenere “qualcosa” fosse ambire al nulla, poiché il nulla per definizione non è ottenibile.



Quali saranno le prossime mosse dei Lev, dopo la pubblicazione dell'ep?
EP3, subito o insomma, il prima possibile. Vero che abbiamo altre millequattrocento cose da seguire, c’è il nuovo disco dei Klune in arrivo, e in più Giulio ha appena cominciato il tour con Godblesscomputers, quindi organizzare il tempo di tutti sarà la vera sfida. Abbiamo però molto materiale già pronto, ci mettiamo le mani sopra di continuo.

Potremo vedervi dal vivo?
Ci siamo sempre concentrati sulle canzoni, per molto tempo l’idea di suonarle dal vivo era semplicemente impossibile, sia per la logistica sia per come i pezzi venivano ideati e assemblati. Ora che riusciamo a vederci più spesso, ha smesso di essere un’idea impossibile. Non si sa ancora come o quando, ma succederà.

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L'articolo Video première: guarda “Reflections” e leggi l'intervista ai Lev di Vittorio Farachi è apparso su Rockit.it il 2017-09-29 10:23:00

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