L'inizio dei vent'anni di Eman

Eman ha iniziato il suo percorso solista vent'anni fa e ha deciso di festeggiare con un club tour del suo nuovo ep. Noi gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia e come arrivare a due decenni di attività

Eman – foto di  Gianluca Mingotto
Eman – foto di Gianluca Mingotto

Emanuele Aceto è nato a Catanzaro nel 1983 e ora vive a Milano dove fa il musicista con il moniker di Eman. Il 2024 è appena iniziato ed Emanuele ha già programmato i festeggiamenti per i vent'anni del suo progetto. "Eman è nato intorno al 2004", dice nella chiacchierata qui sotto. Dopo l'uscita del suo nuovo ep – Distratto – ad aprile scorso, ha deciso di farlo sentire nei club dello stivale con un tour invernale. A pochi giorni dalla prima data ci siamo fatti raccontare la sua storia, dalle band fondate a 15 anni fino ai progetti per il 2024.

I cinque brani dell'ep si muovono tra urban – parola che Eman avrebbe voluto usare anni fa, ma purtroppo non esisteva ancora –  e un pop leggero intriso di cantautorato. Per ora ha annunciato cinque date da Milano a Cosenza tutte a gennaio. Se aveste voglia di iniziare il nuovo anno con un bel concertino ecco un riassunto delle date annunciate.

11 gennaio, Arci Bellezza - Milano

12 gennaio, Cap 10100 - Torino

13 gennaio, Locomotiv Club - Bologna

18 gennaio, Monk - Roma

19 gennaio, MOOD Social Club - Cosenza

 

 
 
 
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Come hai iniziato a fare musica?

Ho iniziato da giovanissimo, imparando da autodidatta a suonare la chitarra e quasi subito ho cominciato a scrivere i miei primi brani. Quindi ho formato le mie prime band, intorno ai 14/15 anni. Il progetto Eman è nato intorno al 2004.

Suoni con qualcuno?

Collaboro con le stesse persone da quasi sempre, perlopiù componenti della mia band e il mio produttore di sempre SKG (Mattia Masciari).

Qual è il tuo genere di riferimento?

Quando ho iniziato non c'era un genere che mi definisse, il mio è un cantautorato su basi moderne… Allora non c’era la definizione di urban o di qualcosa di simile: mi infilavano nelle sezioni del rap, ma non c’entravo nulla. Oggi è la normalità, ma in tempi andati, definire il mio genere mi ha creato più di un imbarazzo: o eri rap, o eri rock, o eri pop. Il resto non lo capiva nessuno.

Eman – foto di  Gianluca Mingotto
Eman – foto di Gianluca Mingotto

A chi ti ispiri?

I miei ascolti sono variegati, da una formazione indotta di cantautorato e indie rock, fino agli ascolti giovanili di hip hop, reggae e chi più ne ha più ne metta. Ho sempre voluto ascoltare di tutto, non mi sono mai posto dei limiti.

Com'è nato Distratto?

Avevo scritto dei brani nel periodo prepandemico, che differivano da ciò che ho scritto dopo e durante: ho pensato che potevano essere brani per un ep ma non del mio prossimo disco, una sorta di chiusura di un determinato periodo… Dentro ci sono sempre io, ma con una certa leggerezza nella scrittura.

Un live che ti è rimasto da un tour passato?

Anni e anni fa finimmo a suonare in un club a Zurigo: credevano fossi solo un cantante senza altri musicisti e non avevano predisposto nulla per amplificare una band: siamo andati in giro a racimolare pezzi di impianto, un po’ telefonando ad amici di amici di amici in Svizzera un po’ in una scuola di musica… Tutto sommato è andata anche discretamente.

Quale sarà il prossimo passo?

Tour invernale e nuovo album, ho già un po’ di tracce e mille idee… Oltre che una voglia matta di suonare.

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L'articolo L'inizio dei vent'anni di Eman di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-01-04 15:56:00

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