La Luna di Nicole Bullet bussa, e noi apriamo volentieri

Nicole Bullet è nata a Palermo, poi la laurea in musica a Londra sempre con un unico obiettivo: parlare alla Luna. Con il suo album di debutto "Luna di carta" ce l'ha fatta e ora racconta la lunga strada dall'Italia allo spazio siderale

Nicole Bullet ha sempre cercato di parlare con la Luna e per farlo l'ha rincorsa da Palermo dove è nata fino a una scuola di musica a Londra. Ora l'ha trovata, è in Brianza dove si è trasferita. Nicole ha raccontato la questa ricerca in Luna di carta, il suo album di debutto uscito a fine gennaio. In realtà si chiama Martina Nicole Ingrassia, ma per comodità ha scelto di firmarsi Nicole Bullet. Il nome è un omaggio a I Brought You my Bullets, You Brought me Your Love dei My Chemical Romance. "Mi piaceva l’idea di essere come un proiettile che può trafiggerti oppure essere donato come pegno d’amore", dice. Luna di carta è un mix di elettronica e pop romantico, con la ritmica di cassa e arpeggiatori che martella per tutte le 7 tracce del disco, creando un contrasto piacevole e avvolgente. Ecco il suo racconto, dall'incontro con la musica alla pubblicazione del disco.

Nicole Bullet – foto stampa
Nicole Bullet – foto stampa

Come hai iniziato a fare musica?

La musica e la scrittura sono le mie passioni più grandi da quando ho memoria. Ho cominciato ad abbozzare canzoni già ai tempi delle elementari. Cercavo ogni occasione per cantare in pubblico, dalla chiesa alle recite a scuola. Ho studiato piano e canto, ho avuto diverse band e ho continuato a scrivere per tutta la mia adolescenza. Finita la scuola mi si sono aperte mille strade diverse, ma sapevo già che la musica avrebbe prevalso e così sono partita. Ho vissuto a Londra e mi sono laureata in Songwriting. Non è stato facile, ho lavorato in ristoranti orribili, negozi di abbigliamento, anche un chiosco degli hot dog per pagarmi gli studi. Non mi sono mai fermata e ho sempre cercato di creare qualcosa che fosse solo mio. Sono una cantautrice e scrivere e cantare le mie canzoni per me significa tutto. Quando il mio progetto in italiano ha cominciato a prendere vita, ho trovato la mia “squadra” attuale e sono ritornata.

Chi c'è nella tua squadra?

Collaboro con Matteo Brioschi, Thomas Calvi e tutto il team Petricore che per me è ormai come una famiglia. Si tratta di una realtà unica nel suo genere, fatta di musicisti giovani e appassionati. Nel nostro studio di Montevecchia nascono, si sviluppano e si ultimano tutti i miei progetti. Oltre a Matteo e Thomas, la squadra può contare sui talenti di Matteo Quadraruopolo, Alberto Vaiano, Andrea Cantamessa e Matteo Sciacca.

Nicole Bullet – foto stampa
Nicole Bullet – foto stampa

Qual'è il genere principale delle tue canzoni?

Io faccio musica pop. Il pop ha moltissime sfumature diverse e mi piace l’idea di esplorarle il più possibile. Le mie canzoni sono storie – autobiografiche e non – che ho sentito il bisogno di raccontare. Il significato di ognuna di queste storie può essere aperto a interpretazione e mi piace l’idea che l’ascoltatore possa associarle alle proprie esperienze di vita. A livello di sound, stiamo sperimentando un po’ con l’hyperpop e con la musica elettronica, ricercando quelle sonorità che ho potuto conoscere in Inghilterra.

A chi ti ispiri per scrivere?

I miei gusti musicali spaziano dai Beatles a Lana Del Rey, passando per i My Chemical Romance. Ciò che mi spinge ad ascoltare un artista di solito si ricollega alla scrittura e alle emozioni che riesce ad evocare. Per la mia musica di sicuro mi ispiro ad artisti pop meno convenzionali come Charli XCX, Kim Petras, Conan Gray. Dal punto di vista della scrittura, la mia artista preferita è senza dubbio Taylor Swift, trovo sia una cantautrice eccezionale.

Nicole Bullet – foto stampa
Nicole Bullet – foto stampa

Di cosa parla Luna di carta?

Ho sempre visto la Luna come un simbolo, una metafora di me. L’ho tatuata sulla mia pelle. Anni fa scrissi una lettera alla Luna mentre stavo attraversando un periodo difficile e credo che Luna di carta non sia altro che l’evoluzione di quello stesso concetto. La Luna brilla di luce riflessa, sta lì appesa e con la sua luce fioca tenta di rischiarare il buio. Spesso, facendo questo lavoro, anche io mi sento così. Deve esserci una buona dose di esibizionismo nel fare l’artista, dobbiamo ammetterlo. Un desiderio viscerale di essere visti. Per alcuni camminare sul filo e imparare a stare in bilico è quasi naturale. Per me non è mai stato così. Eppure sento quella necessità e quindi continuo con il mio numero. Lungo la strada ho vissuto esperienze difficili e provato rabbia, passione, delusione, amore. Il mio primo disco parla proprio di questo.

Qual'è stato il live più emozionante?

Ho da poco cominciato a portare un po’ in giro questo progetto e il momento più emozionante si è subito rivelato essere il pezzo finale, Sogno Ricorrente, che oltre a essere uno dei miei preferiti ha una forte carica emotiva soprattutto sulla coda. Durante un live all’Arci Bellezza avevo gli occhi lucidi durante tutto l’ultimo ritornello.

Stai già preparando qualcos'altro?

Fare musica o fare arte in generale vuol dire non fermarsi mai. Stiamo già lavorando al prossimo disco e siamo sicuri di aver trovato la direzione giusta. Adesso vogliamo portare lo show in giro, suonare dal vivo il più possibile, conoscere musicisti e fan della musica.

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L'articolo La Luna di Nicole Bullet bussa, e noi apriamo volentieri di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-02-14 10:54:00

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