Colapesce e Dimartino hanno visto la luce

Il loro nuovo disco in combo 'Lux Eterna Beach' è un posto immaginato e splendente – un po' come la loro Sicilia – che dà nuovi colori al cantautorato italiano. Un luogo di incontro dove ambientare i sogni, che i due artisti ora ci raccontano così

Colapesce e Dimartino, foto press
Colapesce e Dimartino, foto press

"L'uscita di un disco è come quando tuo figlio inizia a camminare coi suoi piedi". Così parla Colapesce non appena il suo volto fa capolino sullo schermo del mio computer. Dimartino è andato a posare la chitarra che stava suonando fino a poco prima. Il figlio in questione è pronto per essere sgridato dagli altri che lo ascolteranno, e non più solo da loro due, che al lavoro sono molto attenti, puntigliosi, lavorano con metodo, "alla Nick Cave". Si chiama Lux Eterna Beach (qua la rece) il nuovo disco del duo, che torna a dar nuova linfa al concetto di collaborazione nella musica pop italiana.

Dopo il successo del doppio Sanremo - quello del 2021 con Musica Leggerissima e quello del 2023 con Splash - non era facile mantenere integro un immaginario così forte, nato dall'unione complementare di due cantautori che avevano già una lunga esperienza alle spalle. Ma il famoso "peso delle aspettative" si coniuga con lo stile "cercando di scrivere sempre le canzoni che sono necessarie", dice Dimartino. Il mestiere del cantautore non è obbligatorio, ma è simile a quello del documentarista, che guarda intorno a lui quello che succede e lo rielabora secondo la sua visione del mondo".

Questa è stata la linea che ha guidato i due a partire dalla nascita della loro collaborazione. Dai primi pezzi de I Mortali l'obiettivo è sempre stato scrivere canzoni con diversi piani di lettura. "Musica Leggerissima parlava di depressione. Molti ci hanno preso solo le pailettes e il balletto, ma altri ancora ci ringraziano per i significati più profondi che ci hanno trovato". Lo stesso è avvenuto con Splash, e con il film (La primavera della mia vita, 2023, regia di Zavvo Nicolosi, ndr.), che racconta il percorso di due amici, Lorenzo e Antonio, che intraprendono due percorsi diversi alla scoperta di se stessi, uno diventando un albero, l'altro comprendendo i limiti della vita frenetica in cui era caduto.

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Lux Eterna Beach viene da questo percorso triennale. "La band che ci accompagna è la stessa della colonna sonora del film, e anche i luoghi in cui è stato registrato sono gli stessi", continua Dimartino. Si tratta di un disco più coeso e organico del già splendido I mortali, frutto del lavoro di Lorenzo e Antonio, avvenuto realmente uno accanto all'altro, in un tragitto che potrebbe ricordare il viaggio del film.

Già l'idea di produrre un lungometraggio con protagonisti due personaggi del genere è abbastanza geniale, a metà strada tra la promozione editoriale di un progetto pop e l'ampliamento di un immaginario dell'assurdo forse unico in Italia. Ma la cosa davvero importante è vedere come questo sia collegato al "corpus" artistico di Colapesce e Dimartino. Va tutto insieme, come un unico flusso. "Centrale nell'album è stata la metafisica, che già nel film era fondante come tema" dice Colapesce.

La metafisica è introdotta nella prima traccia del disco, La luce che sfiora di taglio la spiaggia mise tutti d’accordo, in cui sono introdotte tutte le tematiche che verranno raccontate, ma soprattutto i personaggi: la star del porno, l'estetista, il capomastro, e persino Ivan Graziani. Già perché I marinaiottava traccia di Lux Eterna Beach - complici la Numero Uno, etichetta del duo ma anche quella dei primi dischi del cantautore teramano, e il figlio di Ivan, Filippo - è un dono che la famiglia Graziani ha fatto a Colapesce e Dimartino. "C'era questa traccia incompleta, con due strofe molto belle e molto attuali, e con un coro, registrato con i pescatori di Fano. Noi siamo intervenuti in punta di piedi, scrivendo il ritornello, e arrangiando il brano attenendoci al sound di album come I Lupi". Dimartino aggiunge che "Non c'è Intelligenza Artificiale che tenga, quella è proprio la voce di Ivan, noi abbiamo cantato con lui sulla Lux Eterna Beach. Ci piace pensare al disco come ad un luogo di incontro".

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Un altro legame forte che sussiste tra La primavera della mia vita e Lux Eterna Beach è il tema del paesaggio, ovviamente siciliano. Zavvo Nicolosi lo ha usato per ambientare questo road movie à la Blues Brothers, cercando di sottrarre la Sicilia al destino di cartolina a cui è sempre di più condannata, nell'epoca del turismo da tiktoker, in quello che Colapesce ricorda essere "la feticizzazione del Mediterraneo", una nuova forma coloniale con cui si usa il Sud Italia come un luogo da esplorare, con fare da safari. Nel disco si sente la consapevolezza che il paesaggio, il luogo in cui si nasce, plasmi la persona in modo molto profondo. Questo emerge particolarmente in Sesso e Architettura, dove si parla di barocco, di capitelli, di forme architettoniche che possono plasmare le relazioni umane che intessiamo.

La Sicilia raccontata in questi due testi diversi ma collegati è il luogo rivendicato da due autoctoni, attraverso i loro colori personali, le loro esperienze. Ne emerge un luogo per forza di cose onirico. "Bufalino sosteneva che la Sicilia soffrisse di un eccesso d'identità, e per questo abbiamo pensato di raccontarla attraverso il sogno, per rifuggire l'iperrealismo con cui è stata oppressa negli ultimi vent'anni".

Lux Eterna Beach è un disco luminoso, nonostante al suo interno venga narrata a più riprese la fuga dalla realtà, dalla vita. L'irrequietezza sta alla base della creazione artistica, dell'urgenza di scrivere, e attraverso la meditazione Colapesce e Dimartino hanno sublimato le nevrosi verso qualcosa di diverso, verso quella luce sonora, in parte psichedelica che alimenta la loro figura di cantautori. "A un certo punto della nostra carriera sentivamo quasi come un'offesa essere chiamati cantautori, ma oggi essere narratori può tornare come un qualcosa di centrale, nel discorso culturale", sostiene Colapesce, come se fossero i tempi più bui a far emergere le migliori canzoni.

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E in questa luce cantautorale diventa politico anche parlare d'amore. Si possono scomodare Leonard Coen e Bob Dylan, ma molto più semplicemente l'amore è raccontato in Lux Eterna Beach come una rincorsa, come una perenne tensione. "Ci piace parlare d'amore, ma non dimentichiamo mai di essere osservatori all'angolo della stanza", "Nella canzone 30000 euro l'amore è raccontato, certo, ma dentro un mondo che grida. Il mondo partecipa sempre, non può esserci mai troppo spazio per l'io dell'innamorato". Una piccola lezione per il pop italiano insomma.

Dopo il covid, dopo Sanremo, dopo il successo, dopo il cinema, Colapesce e Dimartino hanno saputo condensare tre anni di vita, in un disco che ha un respiro dall'ampiezza inedita, in questi tempi compressi e impazienti. Lux Eterna Beach è una perla che brilla - oltre al meraviglioso brano di Graziani c'è anche un gran bel feat con Joan Thiele -, un luogo metafisico nato per dare nuovi colori al cantautorato italiano.

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L'articolo Colapesce e Dimartino hanno visto la luce di Gabriele Vollaro è apparso su Rockit.it il 2023-11-03 10:38:00

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