Yuppie Flu - mail, 23-04-2005

Scambio telematico di battute con Francesco a proposito del nuovo, sorprendente "Toast Masters". Si è parlato di cambi di line-up, di significato della parola "catchy" e altre amenità... E vissero tutti felici, lapidari e contenti!



Ascoltando “Toast Masters” mi è venuto in mente il test della visita militare e, nella fattispecie, la domanda “Ti piacciono i fiori?” e quella successiva “Faresti il fiorista?”... Io risposi “si” alla prima e “no” alla seconda. Fui mandato dallo psicologo! Voi cosa rispondete? Siete da psicologo pure voi?
In effetti è andata così anche a me: dritto dallo psicologo. Anche se, ragionando, sarebbe piu’ da analizzare chi odia i fiori e vuole comunque fare il fiorista... La realta’ è che dallo psicologo ci avrei mandato chi li ha scritti, quei test, e soprattutto chi ha continuato a propinarceli per cinquant’anni.

Da dove viene il sorriso che permea tutto il disco? State bene o è un modo di reagire a un momento poco felice?
Era nostra intenzione fare un album molto solare ed allegro, che riflettesse una parte di noi non ancora pienamente espressa nei lavori precedenti, una specie di esortazione ad essere felici che fosse, in un certo senso, di conforto a chi lo ascolta. Ed il fatto che stiamo abbastanza bene puo’ essere stato il motore che ha spinto questa idea.

E il titolo “Toast Masters”?
TM significa letteralmente "maestri del brindisi", ed è anche un mestiere in alcune parti del mondo. Ci sembrava adatto per questo album, proprio per l’ottimismo e la solarita’ di cui sopra.

E' saltato all'occhio (e anche all'orecchio), oltre, appunto, ad una sorta di cambiamento di rotta, anche il cambiamento avvenuto nella vostra line up. Cos'è successo? Ho letto in un'altra intervista rilasciata da Matteo che alla base di ciò ci sarebbero problemi di lavoro dei due “transfughi”... Non si vive dunque di soli Yuppie flu? Soddisfatti del nuovo organico?
Enrico e Simone si sono costruiti delle situazioni lavorative che con il passare del tempo non sono state piu’ conciliabili con gli impegni del gruppo, tutto qua. Quando ci vediamo è festa come sempre e passiamo le ore a ricordarci a vicenda episodi assurdi del passato. Ora la line up è ridotta di un elemento, siamo in quattro, e alla batteria c’è l’ottimo gianluca Schiavon. Tutto ok direi.

E di Homesleep? Voi siete imprenditori di voi stessi, giusto?
Matteo è anche socio di Homesleep, quindi direi che è esatto.

Dai tempi di “Days...” sento, quando si parla di voi, il vocabolo “catchy”. Me ne dareste una definizione?
Ecco la mia: lavori come cameriere in un ristorante listato dal gambero rosso, la paga è buona, la divisa è stretta, il cuoco è sempre nervoso. In sala 40 coperti, luci fioche. Mentre stai servendo ai tavoli la mousse al cioccolato, torni improvvisamente in te e ti accorgi che stai ballando come mc hammer. Probabilmente la musica che passava in filodiffusione era ‘catchy’.

La grafica di copertina mi ricorda, più che altrove, quelle dei Pavement. Cominciate a non poterne più di questo accostamento? Che altra musica girava nei vostri lettori di adolescenti?
No, nessun problema. Questo accostamento oramai ci è familiare quanto le nostre stesse facce, non ci facciamo piu’ caso. Mi piacciono i Pavement, mi ricordano un periodo molto movimentato della mia vita, sarebbe stato triste se ci avessero paragonato a qualcosa in cui non potevamo identificarci. Da adolescenti ascoltavamo il rock americano ed inglese degli anni novanta: Pixies, Dinosaur jr., The Cure... cose del genere, ma anche Beatles e Velvet Underground.

Un brano in particolare mi ha colpito nel disco: “Europe is different”. Lo pensate davvero? Sbaglio o non era mai capitato che prendeste posizione “politica” nei vostri pezzi?
Piu’ che un pensiero direi che è una speranza. Piu’ che una posizione politica, lo definirei semplice buonsenso.

Chiudo, oltre che facendovi dei gran complimenti per l'album, con una piccola provocazione. Ho comprato il libro che racchiude gli scritti di Lester Bangs e c'è una frase scritta nel 1970 che dice: “...Ci troveremo con un'isoletta di nuova musica libera, circondati da alcune buone rielaborazioni di stili del passato e da un vasto mar dei sargassi di porcheria totale.” Che ne dite?
Grazie per i complimenti. In merito alla frase di L. Bangs, probabilmente ha avuto una visione lucida di come si sarebbe evoluta la musica negli anni a venire, e per certi versi credo sia corretta. Ma non credo che questa possa essere considerata piu’ di una constatazione. Le persone continueranno ad ascoltare la musica e a provare delle emozioni. Comunque.

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L'articolo Yuppie Flu - mail, 23-04-2005 di Nicola Bonardi è apparso su Rockit.it il 2005-05-15 00:00:00

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