Mantis e xx.buio in fuga dalle gabbie

Anzi dai Gabbioni, visto che entrambi vengono da Livorno. La storia di come Mirko e Alessandro, 20 anni, abbiano iniziato con il punk al liceo, poi la sperimentazione, fino alla techno del loro nuovo singolo “Adrenalinfa”. Sempre assieme, per dare fuoco alla noia di una generazione

Mantis - foto stampa
Mantis - foto stampa

Quando parte ADRENALINFA, l’ultimo singolo dei livornesi Mantis e xx.buio (del collettivo Idra), la sensazione è quella di immergersi in solitaria nel buio di un club, assalita dalla confusione, un pizzico di sana inquietudine e schegge di luce impazzite. Loro definiscono il brano: "Crudo, arrabbiato e triste". Un modo per raccontare la realtà di chi ha 20 anni in un mondo costruito non a misura d’uomo. Tra la noia, l’assenza di stimoli, le insicurezze, le ansie. Un resoconto generazionale, insomma. "Colpa di Internet, la droga e questi cazzo di cellulari", dice xx.buio.

Lo incontro assieme a Mantis dopo una serata al Love di Milano, dove i due hanno suonato e presentato il singolo per la prima volta in pubblico, radunando quella scena underground molto interessante che passa dai nomi di collettivi come Pseudospettri, Thru Collected, Antesi, Team Cro o Kleen Sheet. Poi, Splendore, Mark Waters, Arssalendo, Juck, Luchino LuceCeneri o Iside: solo alcuni dei nomi che i due sentono più vicini in questo momento storico-culturale: "Artisti e artiste con le quali condividere in buona parte pensiero politico e artistico", dicono.

Mantis - foto stampa
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"Sono tanti e tante. Segno che sta nascendo spontaneamente una comunione di intenti e filosofie tra molti musicisti italiani", conferma Mantis. All’anagrafe Mirko, 26 anni, oltre che musicista è anche illustratore, anche se per adesso disegna solo per sé. Nasce a Palermo, ma da circa 16 anni vive a Livorno, in Toscana. Alle superiori incontra Alessandro aka xx.buio, musicista 25enne livornese: "Eravamo nella stessa classe. Abbiamo iniziato a suonare insieme praticamente da subito", racconta.

Un classico: "Mi sono avvicinato davvero alla musica quando ho incontrato Buio e il resto di quella che poi sarebbe diventata la nostra band: gli mancava un bassista e mi hanno letteralmente comprato un basso per convincermi a ricoprire quel ruolo. Ha funzionato", sorride Mantis. Che da totally autodidatta, poi, ha imparato anche con la chitarra. "Il mio maestro è stato YouTube", si trova d’accordo Buio, che oltre a suonare il piano, il basso e la chitarra, produce.

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Le sue sono produzioni metalliche e violente che si scagliano sui testi claustrofobici – senza nessuna redenzione – di Mantis. Assieme, prima di ADRENALINFA, nel 2021 pubblicano Mantistech vol.1: 5 pezzi techno uniti dalla voglia di ballare sulla fine del mondo, che incastrano tra i bpm frasi tipo: "Ho solo voglia di fare un festa"; "Stiamo tutti bene, stiamo tutti male"; "Ho paura della noia voglio solo giocare" (da TR333P). O: "So già cos'è che mi fa male, ma non importa, non può toccarmi qui, o almeno credo" (da IDA).

Tornando all’ultimo singolo, spiegano: "A volte non ti basta più quello che hai intorno, ti senti schiacciatx dalla realtà che ti circonda mentre ti percepisci sempre più piccolo e senza via di fuga. Spesso ci troviamo a corto di ADRENALINFA e la ricerca di essa ci può portare in zone buie della nostra anima. Fino a ritrovarsi in un nichilismo catastrofico, al centro di quello stesso buio".

Mantis aggiunge, sempre a proposito del brano: "In ADRENALINFA parlo di quel senso di non appartenenza, di mancanza di stimoli e il conseguente sentirsi insicuri. In sostanza: la vittoria della noia". Da quando il pezzo è uscito molte persone hanno scritto a Mirko, condividendo con lui le loro esperienze, simili alla sua: "Penso che un grave problema generazionale sia proprio questo: la mancanza di stimoli, la staticità e l'abuso di qualsiasi cosa possa farti evadere mentalmente".

Specialmente dopo due anni di pandemia. Soprattutto in provincia. Mantis e xx buio vengono da Livorno: "Una piccola gabbia dorata dove la vita scorre lenta e pacifica e piano piano ti mangia l’anima", come la definisce Alessandro. Un’attitudine alla vita che si riflette anche nella musica: "Ci sono dozzine di band, cantanti e artisti di tutti i tipi in città, ma veramente pochissimi riescono a staccarsi da quella mentalità e a portare tutto fuori dalla dimensione provincia", dice xx.buio.

E continua: "A Livorno c'è poco o nulla da fare. Quando eravamo piccoli suonavamo in una band punk rock e il nostro punto di ritrovo era il Surfer Joe's, locale sito accanto alla Terrazza Mascagni. È stato un grande punto di partenza per noi due. Lì abbiamo imparato molto, dalla filosofia DIY alla scoperta di moltissime band underground internazionali. Purtroppo, quei concerti lì non li fanno più. Come ogni cosa bella a Livorno, a un certo punto se l'è portata via il vento".

xx.buio - foto stampa
xx.buio - foto stampa

Sulla provincia, Mantis dice: "A mio parere Livorno è una culla di talenti che però, per la maggior parte, rimarranno sempre qui, risucchiati dalla città stessa. Ci sono tantx musicistix bravissimx che non vogliono uscire dal nido (non sanno di poterlo fare o semplicemente non è la loro intenzione). Anche se, forse, con le nuove generazioni questa cosa sta cambiando, per ora da qui puoi fuggire solo andando via". O cercando di vedere le cose da un'altra prospettiva, come sta facendo Mantis (che a differenza di Ale, scappato a Milano, è rimasto a Livorno): "Sto provando ad apprezzare le piccole cose. Provo a ricordarmi in cosa posso trovare la bellezza. Almeno finché non andrò via anche io", chiude Mirko.

Nel mentre, il racconto della sua verità generazionale a suon di techno e tinte fosche, con le produzioni di xx.buio. Fate e satiri al richiamo: "Dobbiamo alzare il muro del suono, ci vediamo nel club abissale. In un tour dove ogni concerto è un rituale", ci salutano e vanno via.

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L'articolo Mantis e xx.buio in fuga dalle gabbie di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2022-07-14 13:15:00

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