Mavie, cassa dritta e diritti per tutti

La rapper di Ancona mette assieme rime, beat elettronici e impegno in prima persona. “Le Luci” è il debutto di un’artista che rivendica i suoi spazi ogni giorno e che scende in piazza assieme alla comunità LGBTQ+, stanca di avere paura

Mavie - Milano Rainbow District - foto di Marco Previdi
Mavie - Milano Rainbow District - foto di Marco Previdi

Sulle sponde dei Navigli a Milano, Spotify ha piazzato questa settimana delle gigantografie pubblicitarie di giovani volti della nostra musica. Sono quelli che "fanno sentire la loro voce con orgoglio" e "si prendono tutto lo spazio che meritano", continuando a lottare per rivendicarlo. Uno spazio sia fisico che virtuale. L'iniziativa (un’operazione di marketing, si sa) si intitola Claim your space, una delle tante organizzate questo mese in Italia e nel mondo per il Pride Month.

Cmqmartina, Populous, Ariete, Boyrebecca, Nicol, Voodoo Kid e altri. Tra i testimonial c'è anche Mavie: all’anagrafe Maria Vittoria Trifogli, 23enne marchigiana che ha debuttato per Thaurus (la stessa etichetta di Ernia, Sfera, Gué) con Le Luci. Il suo singolo d'esordio, anche se scrive da sempre: si esibisce sia come rapper sia come beatboxer da quando ha 13 anni, autoproduce alcuni brani e pubblica Camaleonte nel 2020. 

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Prodotto da David Ice (che ha collaborato, tra gli altri, con Izi) Le Luci è il brano-manifesto della sua musica, con cui Mavie mischia l’elettronica al linguaggio poetico del rap e le melodie del nuovo street pop, spingendo sulla cassa dritta e una scrittura figurativa e fortemente introspettiva.

Nel videoclip del singolo (girato una sera "a spasso sul Naviglio" a fare casino, insieme all’amico Nicola Danieli) si capisce bene che tipa sia. Ed è come la vedete: determinata, ti guarda dritto negli occhi e sembra sapere esattamente dove vuole andare, con tutta la calma e il tempo che le serve. "Faccio la cameriera per pagarmi l’affitto ed essere indipendente", dice, "ma è la musica quello che voglio fare. Per me è sempre stata una cosa seria".

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Ci siamo incontrate al Milano Rainbow District, il distretto LGBT friendly di Milano per la riqualificazione di Porta Venezia. Il quartiere che si concentra intorno a Via Lecco, le sue parallele e le sue traverse. E dove sabato 26 giugno si raccoglieranno in festa molti e molte di noi, dopo la manifestazione finale per il Pride in piazza, all’Arco della Pace.

Quel giorno ci sarà partecipazione, dibattito, musica, divertimento sfrenato, glitter sugli occhi e vestiti colorati per ricordare che non ci sono differenze. Che si deve vivere senza paura. Che la libertà è ogni cosa e che le leggi le creano e le vogliono i cittadini. Il Pride significa libertà di espressione, amore, amicizia, dice Mavie: "È la possibilità di essere sé stessi sempre, senza il terrore del giudizio degli altri".

La rapper partecipa alla comunità LGBTQIA+ attraverso la sua musica e la vita di tutti i giorni: "Le parole hanno un peso e la musica, con i suoi testi, può mandare qualsiasi tipo di messaggio", dice Mavie. Che continua: "Riuscire ad essere vicini alla comunità credo sia doveroso in un momento come questo. Tutti si sentono paladini della giustizia e parlano dietro delle storie su IG, ma le problematiche che stiamo affrontando nel nostro paese devono essere affrontate nella quotidianità".

MAVIE - Rainbow district Mi - giugno 2020 - foto Marco Previdi x Rockit
MAVIE - Rainbow district Mi - giugno 2020 - foto Marco Previdi x Rockit

I diritti della comunità LGBTQIA+ (come qualsiasi altro diritto umano) devono essere difesi con le unghie e con i denti, sostiene Mavie: "L’amore porta solo altro amore, l’odio porta solo altro odio", commenta.

Il videoclip di Le Luci è uscito il 21 Giugno, proprio all’inizio della settimana del Pride: "È già il secondo video in cui chiedo a Nicola Danieli di essere con me. Lui è un mio carissimo amico, fa la drag queen, balla da paura e si trucca meglio di me. Chi se ne importa se sia un uomo o una donna? Si fanno sempre troppe distinzioni: lasciate che i vostri occhi vedano delle cose belle senza farvi troppi problemi", dice Mavie.

Le Luci è un brano notturno e suggestivo che sfuma i generi, tra elettronica e rap. Con queste parole Mavie spiega il suo significato: "Siamo sempre alla ricerca costante di quello che ci fa star bene, qualcosa che dall’esterno di illumini. Ma fondamentalmente è tutto dentro di noi: la luce risiede nel modo in cui reagiamo alle situazioni difficili; la luce esiste quando creiamo qualcosa, quando piangiamo, quando ci emozioniamo. La luce esiste sempre, è che ogni tanto ce lo dimentichiamo".

Basquiat, invece (singolo nato in collaborazione con Rossella Essence, produttrice e dj) è una celebrazione dell’arte in ogni sua forma. "Sono una grande ammiratrice di Jean-Michael Basquiat", dice Mavie, "e il pezzo esprime una carica emotiva personale, di rivincita e di sfogo, un po’ come i quadri dell’artista".

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Prima di Le Luci e Basquiat, e prima dell’incontro con la Thaurus, l’artista marchigiana aveva pubblicato Camaleonte, un ep scritto in un periodo e in un contesto diverso, che fa emergere altre sfaccettature della "stessa Mavie".

Gli ultimi due singoli sono solo l’inizio di un’evoluzione del percorso musicale che Mavie porta avanti da anni. Sempre con la voglia di parlare di sé e delle emozioni che altrimenti non verrebbero fuori: "La musica è una liberazione", dice la rapper. "Spero che chi mi ascolta si riveda nelle mie parole. Chissà, magari sarò d’aiuto a qualcuno. Sarebbe bellissimo".

Lei, marchigiana, ad Ancona ha lasciato il cuore: "Le Marche sono una grande terra, che ha tanto da dare e a livello musicale si sta aprendo pian piano. Ci sono sempre state delle realtà come la Zio Mario Records e persone che fanno musica da anni, ma dal punto di vista delle opportunità non stiamo messi benissimo", spiega.

MAVIE - Milano Rainbow District - foto Marco Previdi x Rockit
MAVIE - Milano Rainbow District - foto Marco Previdi x Rockit

Nella città manca forse quello scambio e confronto tra artisti che ti permette di capire bene cosa succede nella realtà, quella vera, quella là fuori: "Ancona è una dolce bolla che ti culla", dice Mavie. Che al momento vive a Cattolica con la sua ragazza in "una situazione molto gipsy", come la definisce lei, dato che spesso si muove verso Milano per lavoro e viaggia spesso.

"Ogni tanto è stancante, ma amo cambiare aria, vedere posti diversi, alternare gli scenari davanti agli occhi. Di Ancona mi manca la semplicità, il mare di Portonovo, i moscioli (le cozze in gergo, ndr) e la mia gente", dice. Ma al momento deve andare altrove per inseguire e realizzare la sua passione: "Crescere personalmente attraverso la mia musica è il mio scopo al momento", dice.

MAVIE - Milano Rainbow District - foto Marco Previdi x Rockit
MAVIE - Milano Rainbow District - foto Marco Previdi x Rockit

"E spero di avere sempre con me le persone che amo. Non ho realizzato neanche il 3% delle cose che ho in testa, ma qualcosina state cominciando a vedere. E a breve ci saranno delle novità. Ho un team di professionisti al mio fianco molto capaci e incredibilmente bravi. Ne sono infinitamente grata, nulla è scontato", conclude Mavie.

Così ci salutiamo, tra le vie del Milano Rainbow District, a qualche giorno dal Pride. E io ho scoperto un'artista sincera, consapevole, brava. Spaccherà, ne sono sicura. Mavie prenderà parte senz’altro alle iniziative di sabato, chissà se a Milano, se a Cattolica, o dove. Con la sua musica, il suo modo di vivere e di pensare partecipa già, da sempre. Quant'è vero che ogni giorno sia il Pride Month.

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L'articolo Mavie, cassa dritta e diritti per tutti di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-06-24 15:45:00

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