Medimex 2021 celebra l'eterna New Wave della Puglia

Con Cesare Veronico, coordinatore artistico di Puglia Sounds e della rassegna che si terrà a Taranto dal 15 al 19/9, per parlar di ripartenza e resistenza, di match a tennis con i Bauhaus e di Lou Reed a Bitritto, di come la musica accenda la miccia di una comunità. A Manchester come sullo Ionio

Liam Gallagher al Medimex 2019, a Taranto. Nostalgia su tela
Liam Gallagher al Medimex 2019, a Taranto. Nostalgia su tela

Ogni città, come ogni persona, ha delle ambizioni, dei tratti distintivi e dei modelli. I paragoni servono a evidenziarli e renderli di comune digestione. San Pietroburgo è la Venezia del Nord, Pitigliano – borgo maremmano di sconvolgente bellezza – la piccola Gerusalemme, Catania la Milano del Sud, Bucarest un tempo veniva sempre affiancata a Parigi, Trieste è tipo Vienna e in più ha pure il mare. Ce l’avesse anche Milano, dice un popolare adagio, sarebbe una piccola Bari. A poco meno di 100 chilometri dal capoluogo pugliese, dove un mare termina e un altro entra in gioco, c’è una città che, almeno per i prossimi giorni, ha scelto un altro riferimento.

Perché dal 15 al 19 settembre Taranto sarà un po’ Manchester. Non per questioni calcistiche – purtroppo per i tanti e pazientissimi tifosi rossoblù – ma perché la creatività del capoluogo inglese verrà evocata e ampiamente celebrata dal grande evento che si terrà in città: il Medimex 2021. Nata nel 2010 a sostegno dell’arte e di chi vuole creare lavoro attraverso la musica, l’International Festival & Music Conference è promossa da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale attuato dal Teatro Pubblico Pugliese, e come da tradizione ormai proporrà un fitto programma di showcase, incontri, mostre, attività professionali, film e presentazioni. 

Quella che si terrà nei prossimi giorni in vari posti della città ionica sarà un’edizione ibrida, con tanti eventi dal vivo e altrettanti in streaming. Alcuni nomi di questa edizione, che rinnovano un elenco di star davvero impressionanti che che negli anni sono passati dai vari centri pugliesi sede della rassegna: Laurie Anderson, Ligabue, Negramaro, Joe Talbot (Idles), Malika Ayane, Alan Mc Gee, Brian Message, Mahmood, Coma_Cose, Willie Peyote, Gaia, Gemello, Aiello, Motta, Speranza. Si suonerà e si parlerà, come sempre. 

Assieme agli artisti sono previsti momenti più tecnici, con professionisti del settore che si racconteranno e che proveranno a trovare soluzioni a uno dei momenti più complicati per il music business in Italia a ogni livello. Qua trovate l’elenco completo delle attività, che sono davvero molte. In questo articolo di Rockit, invece, una sintesi di ciò che accadrà a Taranto e, soprattutto, il senso di un’iniziativa che non ha eguali per spirito e obiettivi nel nostro Paese. Purtroppo. 

Medimex strapieno nel 2019, sul lungomare di Taranto
Medimex strapieno nel 2019, sul lungomare di Taranto

Anche le foto contribuiranno, e non poco, al racconto e alla magia. Sarà inaugurata il 15 settembre (e rimarrà fino al 3 ottobre) al Castello Aragonese, una delle “location” della manifestazione, la mostra “Pictures of you”, che raccoglie scatti di Marcello Nitti, Franzi Baroni, Arturo Russo e Roberto Pastore ad alcuni dei protagonisti della scena New wave. Negli anni ’80 a Taranto e in tutta la Puglia passarono artisti straordinari, visionari e rivoluzionari, e ora le immagini ricostruiscono quel periodo di entusiasmo e sperimentazioni. Ci sono foto dei Simple Minds e dei New Order, di Siouxsie & The Banshees e tanti altri al mitico Tursport Club, di Nina Hagen all’ex Circolo ILVA. E poi i Cure a Bari, David Byrne, Lou Reed a Bitritto e tanti altri “game changer”, che tra mitologici live negli stadi o nei migliori club americani e inglesi possono mettere nel cv anche performance a Savelletri o Triggiano. Alcune di queste foto le trovate, in anteprima esclusiva e per gentile concessione di Puglia Sounds, in questo articolo.

Un’altra mostra – e qui torniamo prepotentemente “mancuniani” – sarà al MarTA, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, che negli ultimi anni è diventato un polo importante anche della cultura “contemporanea” e delle arti visive in città. Dal 16 settembre al 23 gennaio 2022 sarà ospitata nei suoi spazi “Kevin Cummins: Joy Division and Beyond”, una rassegna di oltre 50 fotografie che ripercorre l’avventura dei Joy Division e, più in generale, la miccia che si accese in quegli anni nella città di Manchester, con gli scatti dell’ex capo-fotografo di “New Musical Express” che ritraggono anche New Order, Smiths, Stone Roses, Happy Mondays fino ad arrivare agli Oasis.

Non è solo un tributo, ma uno sguardo verso il futuro. Come Manchester, Taranto è una città fortemente industriale, piena di contraddizioni ma anche di vitalità e da cui sono partite negli anni scintille di cultura e creatività. Da qui partiamo nella nostra chiacchierata con Cesare Veronico, coordinatore artistico di Medimex e Puglia Sounds.

Miss Smith, Patti
Miss Smith, Patti

Taranto come Manchester, per una volta quest’estate diamo soddisfazioni agli inglesi.
Anzitutto vorrei attribuire i giusti crediti: i Joy Division sono la band preferita della direttrice del MarTA Eva Degl’Innocenti, da qui la scelta della mostra e da qui la suggestione del parallelo con la città inglese. Da un punto di vista economico, Taranto è una realtà cresciuta attorno al proprio sviluppo industriale come Manchester. E che di questa sua storia è ancora più vittima, rispetto a Manchester, da un punto di vista ambientale e sociale. Anche per questo motivo dare risposte che guardino altrove è fondamentale: magari non risolvere i problemi di Pil della città, ma si possono innescare alternative importanti. 

Che ruolo e che valore ha Taranto per la cultura e l’arte in Puglia?
La stagione estiva degli eventi cittadini, ormai quasi conclusa, è stata presentata con un claim che ci inorgoglisce: la città dei festival. Sono stati 17 in città negli scorsi mesi, come nessun’altra città italiana credo. Il nostro percorso qua è iniziato nel 2017. Allora Taranto, da un punto di vista musicale, era il suo bellissimo Primo Maggio e poco più. Si è scelto di investire su Taranto da un punto di vista culturale, su musica ed educazione alla musica, oltre che sulla valorizzazione di luoghi belli e simbolici. Abbiamo portato eventi e pubblico al Castello Aragonese, alla Rotonda sul lungomare o al museo archeologico.

Mettere assieme antichità e contemporaneità è senz’altro una scelta coraggiosa, forse pure un po’ rischiosa.
Parecchio rischiosa, eppure funziona. Da quando abbiamo portato al suo interno nuovi tipi di attività, le presenze al MarTA sono aumentate in maniera significativa. Alla gente piace immergersi in percorsi fotografici in mezzo a un contesto che richiama al passato. Nel 2018 abbiamo realizzato qui una mostra su Kurt Kobain, nel 2019 su Woodstock. Ora tocca a Ian Curtis. 

La contaminazione, un mix tra tradizione e innovazione, d’altra parte, mi pare proprio l’approccio che la Puglia ha tenuto negli ultimi anni nei confronti della musica. Pizzica e taranta hanno convissuto alla grande con i festival elettronici e i boutique festival.
Personalmente ho trovato sempre interessanti le contaminazioni: modernizzare e sperimentare è importante quanto conoscere e tenere vive le tradizioni. Credo che questo abbia contribuito al successo della Puglia in questo ambito, che è ampio: nella world music e nel jazz, ad esempio, questa regione offre il meglio che ci sia nel nostro Paese.

Medimex 2021: edizione della resistenza o edizione della ripartenza?
Edizione della contemporaneità, che guarda con attenzione a quello che succede là fuori e mira a investire sul tessuto locale. A livello nazionale e internazionale la musica ha subito un cambiamento fortissimo negli ultimi anni, e la pandemia ha accelerato processi in atto in modo impressionante. Medimex vuole studiare e analizzare questi cambiamenti, da Tik Tok e le altre piattaforme al mondo delle synch. Approfondiremo il potenziale dello streaming: tutti quanti lo abbiamo guardato con sospetto perché ci toglieva il “giocattolo” del live, ma in prospettiva è uno strumento che offre opportunità importante e aumenta la partecipazione. 

 

Marc Halmond dalla mostra 'Pictures of you', foto di Franzi Baroni
Marc Halmond dalla mostra 'Pictures of you', foto di Franzi Baroni

Vi manca non poter allestire le line up “maestose” degli scorsi anni?
Chiaro. Ma dovendo tagliare i concerti dal vivo degli ospiti internazionali, ci siamo concentrati molto sul programma. Che è il migliore e il più vario degli ultimi anni.

Una short list dei tuoi concerti favoriti nella storia di Medimex?
Ti dico i più emozionanti a puro titolo personale: Brian Ferry, Patti Smith e Iggy Pop. Per quanto riguarda il più bello quest’ultimo se la gioca con gli Editors, che fecero un concertone pazzesco.

Un italiano?
Salmo, nel 2017. Mi piace moltissimo perché fonde un’energia super rock and roll a testi intelligenti. Credo che il rap sia il rock di quando avevamo 20 anni.

O forse la new wave, per introdurre una mostra che porterete a Taranto. E che racconta un altro periodo, 30 e più anni fa, in cui tutti i nomi migliori passavano dalla Puglia. In qualche modo il Medimex c’era già, anche senza esistere…
Negli anni ’80 Bari e Taranto son stati un punto fermo di tutti grandi tour internazionali, ce la giocavamo con Roma. Io allora avevo vent’anni e facevo parte di un gruppo di appassionati che si sbattevano per organizzare questi appuntamenti. Non eravamo imprenditori, eravamo fanatici di musica. Così ho chiamato i fotografi di quel periodo e ho chiesto loro di mettere assieme un po’ di scatti. Erano quasi sempre degli amici, compagni di quell’avventura e spesso parte stessa dell’organizzazione, motivo per cui le loro foto sono dai posti più assurdi: sul palco, nel backstage, durante gli spostamenti delle band. Abbiamo immagini di una partita a tennis tra i Bauhaus, Dave Sylvian tra i trulli, e poi New Order, Siouxse e tanti altri. Celebriamo un periodo d’oro che fortunatamente è un po’ simile a quello di adesso.

Altri momenti che vuoi sottolineare, tra quanto avverrà la prossima settimana a Taranto?
Difficile, con oltre 70 eventi. Ci sarà la presentazione del film di Laurie Anderson sulle donne e l’elettronica, con lei collegata da casa sua a New York, il cantante degli Idles che racconterà la sua pellicola, e lo stesso farà Alan McGee, che terrà anche un corso sul management. E poi i workshop, che per noi sono la cosa più preziosa, perché rappresentano il modo in cui vorremmo azionare il cambiamento. Uno dei punti chiave per Medimex e Puglia Sounds è che la musica è lavoro. Questo speriamo venga fuori da dibattiti. C’è bisogno di lavoro in Italia e la musica lo ha sempre dato, e deve poter continuare a darlo. Bisogna avere rispetto per la musica, perché cosi si rispetta anche per chi lavora con la musica. Come si fa a non parlarne, dopo un anno così funestato?

Richard Butler degli Psychedelic Furs dalla mostra 'Pictures of you', foto di Marcello Nitti
Richard Butler degli Psychedelic Furs dalla mostra 'Pictures of you', foto di Marcello Nitti

Che fase è per la musica “nuova” in Puglia?
Vitale, nuovi artisti e gruppi si affacciano di continuo e cercano il loro spazio. A Taranto 26 di loro, scelti da una commissione, si esibiranno in una serie di showcase, che andranno anche in streaming. Cercheremo di dare loro tutta la visibilità possibile, perché è quello di cui hanno bisogno. Siamo molto felici che, nella tradizione di Medimex, i live saranno ripresi da due network internazionali, così come ci sono altre tre fiere internazionali della musica che ci affiancano in questo percorso. Locale e globale assieme, da sempre. 

Di cosa ha bisogno la musica sul territorio?
Per cominciare i fondi male non fanno. Solo l’anno scorso abbiamo investito un milione e mezzo di euro in bandi, scegliendo criteri oggettivi. In una fase delicata sono arrivate a noi centinaia e centinaia di proposte e noi abbiamo fatto il possibile per dare sostegno a chi rende possibile la musica e la cultura pugliese, dai festival ai tour dei nostri artisti e dei nostri promoter. Ma abbiamo messo in piedi anche bandi per producer per fare nascere musica direttamente in casa. Qualche risultato è già visibile. 

Kevin Haskins dei Bauhaus dalla mostra 'Pictures of you', foto di Marcello Nitti
Kevin Haskins dei Bauhaus dalla mostra 'Pictures of you', foto di Marcello Nitti

Dici che per un giovane oggi è più facile fare musica in Puglia che altrove?
La metto cosi: in Puglia c’è un progetto che punta a una sintesi organizzativa e fornisce risorse che altrove in Italia non vengono offerte a questo settore. Si tratta di un dato oggettivo, non di un mio parere. Penso che servirebbero più realtà come Puglia Sounds in Italia.

E l’anno prossimo?
Si torna ai concerti live, quelli “veri”, con protocolli seri e voglia di cambiare passo. Speriamo. Parlare di musica è utile e bello, ma è l’emozione che tiene assieme tutto. Non possiamo più saltare un altro giro. 

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L'articolo Medimex 2021 celebra l'eterna New Wave della Puglia di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2021-09-10 09:15:00

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