Punkreas - Milano, 02-06-1998

Intervista con Flaco, il chitarrista. Intervista avvenuta via fax, con Flaco, chitarrista dei Punkreas. Purtroppo non siamo riusciti ad intervistarli dal vivo e ciò mi dispiace perchè via fax non ho potuto controbattere alle sue risposte...



ROCKIT: Influenze musicali e ascolti in sto periodo

FLACO: Gli ascolti sono alquanto differenziati. Personalmente, i dischi che sto ascoltando in questo periodo sono quelli di Skatalites, Toasters, la compilation della Hellcat, Rubén Gonzales, gli Spook and the Guay. Quanto alle influenze musicali, restiamo piuttosto fedeli al nostro nome.

ROCKIT: Come vedete la scena punk e ska italiana? Ci sono collaborazioni con altri gruppi?

FLACO: Secondo me la scena non c'è ancora. Per ora sono cresciuti, e di molto, i singoli gruppi che potenzialmente potrebbero dar vita a questa scena. Adesso che i problemi si sono moltiplicati, stiamo cominciando a sentirci, a scambiarci informazioni. Mi capita di sentite Lucio dei Vallanzaska, o Luca dei Crummy Stuff, Isi dei Senza Sicura, Teo dei Melt o Olly degli Shandom. Lentamente si va consolidando una forma embrionale di solidarietà, che però importante. Chi è del mestiere - produttori, editori, promoter, ecc. - lavora facendo fruttare le sue informazioni, i suoi agganci, e tenendoli nascosti. Una vera scena deve fare esattamente il contrario: socializzare tutto.

ROCKIT: I vostri testi sono sempre belli incazzati, ce l'avete proprio con tutti?

FLACO: No, perché con tutti? Non mi sembra proprio che spariamo nel mucchio.

ROCKIT: Qualcuno vi ha mai rotto per quello che dite nei testi?

FLACO: Una volta, tantissimo tempo fa, un organizzatore completamente idiota ci ha chiesto se potevamo cambiare i testi per la sua serata, perché ci teneva ad averci, ma la festa era una celebrazione delle colombiadi e i commercianti del paese davano i soldi ecc. ecc. Ci abbiamo pensato un attimo, poi abbiamo deciso di andare a prenderli per il culo, con tanto di striscioni e volantini anti-organizzatori e anti-salumieri. Per l'occasione abbiamo scritto e presentato Montezuma. La caravella in miniatura che c'era all'entrata è stata bruciata e, che io sappia, quell' organizzatore non ha più organizzato nulla. Comunque era uno improvvisato. A quelli grossi non gliene frega quasi un cazzo di quello che canti, basta che porti abbastanza soldi.

ROCKIT: La termite che cammina sullo scroto viene da un'esperienza personale (è la parte di un testo della canzone "Vulcani")?

FLACO: Non so, non l'ho scritta io. Io mi sono beccato solo qualche formica. Ma non è la stessa cosa.

ROCKIT: Nell'altro disco parlate delle civette, chi sono?

FLACO: Mah, ognuno ha le sue, di civette. Di sicuro, la nostra è diventata una società di caste. E l'appartenenza ad una casta elevata comporta privilegi che solo l'esistenza della casta stessa giustificano. Dimmi quanti outsider conosci nel campo della politica, o del giornalismo, per esempio. Sono tutti conoscenti, parenti, leccaculo di qualcuno, e tendenzialmente sono degli incapaci che godono di una rendita di posizione. E così le civette prosperano. Però, "seguire leggi ben precise di evoluzione..." ("porterà la civetta all'estinzione..." dice la canzone)

ROCKIT: C'è un brano che preferite tra i vostri?

FLACO: No, non direi che cene sia uno in particolare

ROCKIT: avete fatto e forse state ancora facendo una turnè. Come è andata? Riscontri? Pubblico? Solo al nord o anche giù al sud?

FLACO: Tutto bellissimo, per ora. La gente, l'atmosfera che si crea, il fatto che quasi sempre riusciamo a togliere di mezzo le barriere (fisiche e mentali) che separano artificialmente pubblico e suonatori. Non so, c'è qualcosa di magico e io sono il primo a stupirmi. Il sud per ora l'abbiamo battuto poco, per i soliti problemi organizzativi, ma ci stiamo muovendo. Forse a settembre-ottobre andremo al Nord, nel vero Nord. Tutto è in movimento, non so ancora verso dove. Ma non è niente male.

ROCKIT: L'ultimo disco, Elettrodomestico, vende'? L'ho o visto addirittura da Virgin?

FLACO: Si, abbiamo fatto decisamente un passo importante fondando una nostra etichetta e cercando da soli una distribuzione, in questo caso la Venus di Milano. Noi facciano tutto - registrazione, grafica, stampa e anche la poca promozione che possiamo permetterci, e la Venus distribuisce il cd a condizioni vantaggiose per entrambi, e anche per l'acquirente, visto che il cd ha un prezzo imposto di 24.000 lire. L'obiettivo era quello di centrare le 10.000 copie entro l'anno. Non siamo lontani.

ROCKIT: L'Atomo Dischi è nata solo per incidere i vostri dischi o avete intenzione di create qualcosa di più complesso per produrre anche altri gruppi?

FLACO: Non lo so ancora. L'Atomo Dischi è nata perché ci sentivamo abbastanza maturi per prenderci responsabilità organizzative e produttive. Anzitutto per noi e sulla nostra pelle, ma poi anche per altri gruppi che ci piacciono e a cui piace il modo in cui noi ci muovi amo. Io penso che sia solo questione di tempo. Dal prossimo autunno dovremmo riuscire a cominciare a fare qualcosa di concreto come etichetta. Ma non abbi amo fretta. Ci piace fare le cose a ragion veduta.

ROCKIT: siete mai stati contattati da una major?

FLACO: Mai direttamente, spesso e sempre più spesso tramite mediatori. Penso che ci ritengano soggetti un po' difficili, e così mandano avanti altri che poi relazionano. E' un'ipotesi, non so. Sicuramente, se godere di una buona autostima e non essere disposti a svendere niente significa essere difficili, allora siamo difficili, Quanto al resto, abbiamo sempre valutato le singole offerte per quello che erano, e se per ora abbiamo rifiutato collaborazioni vuoi dire semplicemente che, sotto questo aspetto o quel l'altro, le offerte non erano abbastanza buone,

ROCKIT: conoscete internet, sapete che ci sono almeno un paio di siti su di voi?

FLACO: Sì, anche se non li ho mai visti. In realtà penso che siano di più. Noi non ne abbiamo uno ufficiale, anzi la parola ufficiale mi sembra incredibilmente ridicola e anche un po' ipocrita. Sono felicissimo che la gente apra siti Punkreas e ci scriva quel che vuole.

ROCKIT: vi siete iscritti alla SIAE?

FLACO: Lo stiamo facendo proprio in questi giorni, anche se la SIAE ci sta pesantemente sul cazzo. Il punto è che, per come vano le cose adesso, non iscrivendoci regaliamo soldi a loro, e questa non è certo cosa di cui andar contenti. Per ora adotteremo una soluzione provvisoria, cioè l'iscrizione come mandatari, che costa di più ma non necessita di sostenere esami ed è limitata nel tempo. Strada facendo ci chiariremo le idee, come al solito.

ROCKIT: Chi è più fuori di voi?

FLACO: Un carcerato appoggia la faccia alla grata della sua cella e urla: "Quanti siete li dentro?. Questo e quello che penso quando qualcuno mi chiede se sono fuori e quanto sono fuori. L'estetica dell'artista scombinato e geniale ha rotto le palle. Gli artisti sono costretti ad essere scombinati e geniali perché sono gli altri che sono fuori. Solo che sono in tanti e pensano di poter decidere loro cosa è fuori e cosa è dentro,

ROCKIT: come è che avete scelto la copertina (il retro) del cd raccolta 90/93?

FLACO: L'idea e la realizzazione grafica sono del Cippa, che ha rielaborato una vecchia immagine pubblicitaria della Coca Cola in cui due bimbi sorridevano felici con in mano le loro bottigliette di Coca. E' stato sufficiente sostituire alcuni giocattoli da sexy shop alle bottiglie per ottenere un effetto esilarante ma anche un po' inquietante per la coscienza media. La nostra adesione è stata entusiastica ed immediata, perché proprio in quei giorni si andava diffondendo la psicosi del pedofilo. Ora, l'unico vero effetto su larga scala che può produrre una psicosi mass-mediatica di quel genere è una ulteriore negazione del diritto dei bambini alla sessualità, nonché una colpevolizzazione molto pericolosa di ogni forma di rapporto tattile - baci, carezze - tra adulti e bambini.

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L'articolo Punkreas - Milano, 02-06-1998 di Giulio Pons è apparso su Rockit.it il 1998-06-22 00:00:00

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