Lou Dalfin - Milano, 25-05-1998

Dopo il concerto, ormai a fine serata, abbiamo intervistato Sergio, musicista e cantante, nonchè cuore dei Lou Dalfin, gruppo folk-rock particolare del Piemonte, che cerca di diffondere la coscienza dell' Occitania... leggete.



ROCKIT: cominciamo con una domanda tipica, cosa vuol dire "Lou Dalfin"?

SERGIO: "il delfino"... non per simpatia particolare verso questo, tra l'altro stupendo, mammifero marino e anche di fiume, ma perche' il delfino e' il simbolo del Delfinato, la regione Occitana a cui appartengono le valli d'Oc dello stato Italiano.

ROCKIT: quindi e' gia' dal nome che l'Occitania entra subito a far parte del discorso dei Lou Dalfin... Lou Dalfin e' anche un progetto politico?

SERGIO: per quanto riguarda noi e' un progetto rigorosamente musicale, pero' ha assunto delle forti connotazioni politiche e sta contribuendo, nelle nostre valli, a dar forma a quella voglia di Occitania, sopratutto nella cultura giovanile... ha creato quell'interesse verso la musica d'Oc.

ROCKIT: ma l'Occitania e' una regione? qui la mia ignoranza, proprio, non ha limiti! e' una regione grande? c'e' molta gente che segue questo progetto?

SERGIO: non e' un progetto, hai capito? e' qualcosa che si faceva alle scuole medie, quando ci insegnavano la formazione delle lingue neo-latine, ci dicevano: "una volta al nord della Francia si parlava la lingua d'Oil e a sud la lingua d'Oc"... e tutti pensiamo che con quel periodo della storia sia finita la lingua d'Oc, che dall' oil sia venuto il francese e che la lingua d'Oc si sia estinta, con l'inizio della decadenza della regione Occitana. In realta' l'Occitania e' rimasta. Come ci sono i Bretoni, i Corsi, i Baschi, i Catalani ci sono gli Occitani! Gente che parla la lingua d'Oc, senza che questa lingua fosse insegnata a scuola, senza che ci fossero delle strutture riconosciute, anzi, nonostante questa lingua fosse stata perseguitata dalla scuola francese... la lingua Occitana e' rimasta! la terra Occitana e' rimasta! e ci sono due mondi culturali diversi a sud e a nord della Francia, quello delle terre d'Oc, con una cultura diversa da quelle del nord. Due propagini dell'Occitania si estendono al di la' dei confini dell'esagono, 5000 persone nella Val d'Aran (chiedo scusa ma non so se si scrive così, ndPons)in Spagna e 180.000 in Italia, in 14 valli, in provincia di Cuneo e di Torino.

ROCKIT: e' un pubblico che vi segue anche in giro...

SERGIO: nelle nostre zone, la gente viene da noi come va a ballare il liscio, c'e' anche un processo di rinnovamento della danza Occitana... ci sono molti giovani che vengono...

ROCKIT: si', ho visto anche dei ragazzi in fondo che facevano dei balli particolari...

SERGIO: si', si', sono anche amici, che vengono e si appassionano a queste cose.

ROCKIT: influenze musicali particolari? gusti particolari in questo momento?

SERGIO: la nostra musica, la nostra cultura e i nostri suoni son vissuti non da persone che stanno fuori dal tempo, che vogliono chiudersi in una dimensione atemporale... di tradizioni... che vogliono difendersi. Una frase molto bella di Paul Wien dice: "una cultura e' veramente morta quando la si difende invece di inventarla". E noi abbiamo reinventato le nostre tradizioni e abbiamo un seguito che e' grandissimo. Ci sono poi due atteggiamenti sbagliati che si possono avere rispetto al proprio ambiente, al proprio paese e rispetto al mondo: quello di chiusura al mondo esterno e di apertura eccessiva e di accettazione passiva di quello che ci arriva, della globalizzazione, capisci? Noi da una parte possiamo rifiutare quello che siamo e prendere quello che ci arriva da fuori, dall'altra parte noi possiamo chiuderci su quello che noi siamo e rifiutare quello che e' esterno. NO! noi dobbiamo vivere il nostro tempo, guardando con gli occhi bene aperti quello che c'e' fuori e quello che c'e' nel nostro passato, nelle nostre radici, nelle nostre tradizioni e nella nostra cultura. Gli Occitani hanno scelto questa strada!

ROCKIT: quindi chitarre elettriche e strumenti antichi! Parlami un poco della ghironda che mi ha incuriosito parecchio...

SERGIO: e' uno strumento tipico dei suonatori ambulanti delle nostre vallate...

ROCKIT: e' uno strumento ad aria... a fiato?

SERGIO: nooo... e' a corda sfregata, tipo il violino!

ROCKIT: usate anche altri strumenti, come la cornamusa...

SERGIO: si, ci sono molti tipi di cornamusa...

ROCKIT: pero' la cornamusa non e' uno strumento occitano.

SERGIO: siii, ci sono cornamuse anche in tutti i paesi del mediterraneo, una e' quella scozzese e le varie cornamuse britanniche, ma ci sono cornamuse diverse in Spagna, in Portogallo, quelle Macedoni, quelle Occitane! Non esiste UNA cornamusa, esistono DELLE cornamuse diverse!

ROCKIT: oh.. c'e' una domanda a cui volevi rispondere e che non ti abbiamo fatto?

SERGIO: troppo facile cosi'! dovete farle voi le domande! (risate)

ROCKIT: come e' nato il gruppo? suonavate gia'?

SERGIO: non e' nato come un progetto a tavolino, e' venuto fuori cosi', iniziando a suonare. Non viene prima il disco e poi il concerto, no no. Veniamo anche da esperienze diverse e ci siamo appassionati a queste cose...

ROCKIT: e come avete scoperto che suoni antichi tipo la ghironda stanno bene con le chitarre elettriche? avete ricercato questo cosa...

SERGIO: Non e' stata una cosa pensata, e' stato naturale. Non e' che tu dici "usa quella chitarra li', in quel pezzo usa quell'altra... vai di bordone! distorto..." Il bordone distorto, poi, e' qualcosa che fa ridere! Ci sono due elementi contraddittori... "bordone": musica senza variazione di armonia, con un pedale che non si modifica dall'inzio alla fine. "distorto": della chitarra elettrica... elementi nuovi e vecchi che trovano una dimensione comune nella danza energetica! Tu pensa quanto e' stato importante, per il rock, il mondo inglese. A partire dai Beatles in poi... come sono stati importanti i rapporti con le origini, con il folk inglese... ma da noi c'e' sempre stato uno scimmiottamento degli schemi, dei canoni, siamo stati come colonizzati. Noi proviamo a metterci del nostro. Quello che mi interessa di dire e' che dalle nostre parti ora e' in atto un processo di di di... di interesse sviscerato per le proprie tradizioni, da parte dei giovani! Noi abbiam suonato sabato sera e c'erano centinaia e centinaia di giovani, come sempre. Ognuno legge le nostre danze come vuole, c'e' chi viene per pogare sotto il palco e chi piu' indietro fa i balli tradizionali... c'e' anche chi li balla in modo... liturgico! A noi va bene tutto! c'e' pero' questo interesse e questa voglia di Occitania e di radici che e' una cosa bellissima secondo me! Credo che in Italia sia una cosa unica! Perche', come dicevamo prima, o vai verso un'omologazione e un appiattimento, oppure quando c'e' una ricerca delle proprie radici finisci per ragionare in un'ottica chiusa, meschina, localistica, strapaesana... non bella, stile leghista per intenderci.

ROCKIT: ecco... c'avevo un po' il timore che questa idea di Occitania fosse una cosa...

SERGIO: no no per carita', ma puo' esserci anche una rivendicazione, ma noi non ci siamo inventati una nazione 2 o 3 mesi fa... l'Occitania esiste! E non per ragioni opportunistiche, bieche e di convenienza... l'Occitania c'e', ha una lingua, ha una tradizione... la lingua Occitana era una lingua di cultura...

a cura del Pons e del Middu

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L'articolo Lou Dalfin - Milano, 25-05-1998 di Giulio Pons è apparso su Rockit.it il 1998-10-22 00:00:00

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