Gang - Milano, Cascina Monluè, 06-06-1998

Dopo il concerto abbiamo beccato Marino Severini, anima (insieme al fratello Sandro) dei Gang e senza farlo mangiare l'abbiamo intervistato.



ROCKIT: facci un breve sunto della storia dei Gang.

MARINO: breve! insomma... e' una piccola storia comune a tante altre di tanti gruppi in Italia. Abbiamo iniziato alla fine degli anni settanta, nel 78, 79 sull'onda del punk inglese, quello che arrivava in Italia e sopratutto stimolati dal piu' grande gruppo di quegli anni che erano i Clash. Noi abbiamo fatto il primo disco autoprodotto, una sorta di scommessa, nell' 84, dopo due anni di lavorazione e si chiamava "Trench Town". E da li' e' partita incidentalmente tutta la storia, perche' non ci aspettavamo le critiche positive sulle riviste di allora (Rockerilla, ecc, ecc...) e questo ci ha permesso di iniziare il su e giu' per l'Italia che ancora continua nonostante siano passati tanti anni. Poi oltre "Trench Town" c'e' stato un altro disco che era "Barricada Rumble Beat" sempre autoprodotto, fino a "Reds". Tre dischi cantati in Inglese. Da li' poi c'e' stato un contratto con una major, che allora era la CGD ed e' stato possibile inventarci una specie di...

ROCKIT: di professione?

MARINO: no! no no... una professione assolutamente no, perche' noi abbiamo continuato a fare i fattorini, sia io che Sandro, fino ad un paio di anni fa... no, e' stato possibile creare una sorta di progetto a lunga durata che iniziava allora col primo disco cantato in italiano che era "Le Radici e Le Ali", una specie di trilogia che e' passata poi attraverso "Storie d'Italia" e "Una Volta Per Sempre", dove cercavamo di mettere insieme alcuni frammenti del rock & roll con quelli della musica popolare italiana. Una sorta d'incontro con le radici... L'ultimo disco, invece, che e' "Fuori Dal Controllo", che e' uscito un anno fa, e' un ritorno nel garage, una sorta di ritorno alla forma classica del rock & roll, chitarra basso e batteria... e anche alla cultura del garage..

ROCKIT: le cose semplici, la cultura del garage...

MARINO: e' importantissimo nel rock & roll! perche' e' una cultura legata alle radici del rock & roll, e' anche un concetto un po' "americano", e' importante trovarsi e far uscire dell'energia da quel tipo di incontro, nel garage di casa, tra amici.

ROCKIT: durante il "su e giu'" per l'Italia avete trovato delle regioni in cui i Gang funzionano meglio, intendo come risposta del pubblico, oppure e' un ascolto omogeneo..

MARINO: ma no, perche' col passare degli anni il pubblico cambia per un "ricambio generazionale", magari ad un concerto trovi tanti giovani come voi... c'e' una crescita costante col pubblico, c'e' un incontro e uno scontro e un confronto, ma sono quelli gli stimoli e i canali dove l'energia piano piano si trasforma in canzoni e in band. Noi abbiamo cercato di partire dalla cultura della minoranza, dalla cultura che non trovava spazio, anche in altri anni sulle pagine dei grandi giornali e sui grandi media, e noi cercavamo di far si che quelle storie e quelli incontri si trasformassero in canzoni, per far si' che il rock & roll diventasse un linguaggio di una cultura della minoranza, di una parte della sinistra in Italia.

ROCKIT: e' "la" Gang o "i" Gang?

MARINO: questo e' a piacere! in paese dicono "i" Gang e io sono un po' piu' affezionato a "i" Gang, perche' ci sono le mie radici. Comunque io lo lascio "a piacere"...

ROCKIT: allora abbiamo perso... avevamo fatto una scommessa!

MARINO: "la" Gang e' molto classica.... "i" Gang e' piu' dialettale!

ROCKIT: "i" Gang, siete solo tu e tuo fratello o siete tutti?

MARINO: il gruppo sin dai primi dischi ha ruotato attorno a me e Sandro, mio fratello (gli unici due per fortuna di mamma!), nei primi dischi c'era una formazione fissa, con basso e batteria, mentre da "Le Radici e Le Ali" la formazione e' cambiata diverse volte, per i tour, per i dischi... quella che avete visto stasera e' anche questa una sorta di ritorno alle origini, di ritorno a casa...

ROCKIT: nelle vostre canzoni "l'impegno" e' una costante necessaria?

MARINO: "l'impegno" e' una brutta parola, bruttissima, perche' ancora vuol dire che c'e' quella eredita' degli anni settanta sul linguaggio, che pesa e impaurisce. Un "impegno" e' una cosa che si fa, soprattutto per chi non c'ha tanta voglia di impegnarsi. Penso che ci sia bisogno piu' che d'impegno, di responsabilita'. La nostra e' una generazione che, anche sbagliando, la responsabilita' se la e' presa, non ha fatto delle vite "in prova". Almeno la mia generazione che c'ha 42 anni... Bisogna contribuire a che un immaginario cresca e vada avanti e sia prodotto da un certo tipo di cultura, che e' quella della minoranza. La minoranza, uso questa parola, ma con la "M" maiuscola! Significa che in Italia la minoranza ha avuto sempre una grande tradizione e per Minoranza intendo quella eretica, quella non istituzionale, quella che non s'e' mai fatta rappresentare e che non ha mai delegato a qualche partito la propria espressione e la conquista dei propri bisogni. C'e' parte del rock & roll, ma c'e' anche Pasolini... c'e' tutta una grande eredita' di "banditi", degli "eretici"... c'e' Davide Lazzaretti, ci stanno i fratelli Cerri. Di fianco alla storia d' Italia c'e' sempre stata un'altra storia, quella della minoranza, che ha contribuito alla conquista di grandi spazi della democrazia. Sono tante vite, che vanno riscoperte e per riscoprirle c'e' bisogno di un altro linguaggio, che non e' quello che passa attraverso i giornali, la televisione e i grandi mezzi di comunicazione. Ecco perche' i Gang sanno, anche sbagliando, da che parte stanno, stanno sempre dalla parte della minoranza. Che e' un onore, sopratutto a sinistra, visto che la sinistra in questi anni non ha fatto altro che cercare di diventare maggioranza a tutti i costi, rinunciando forse anche alla propria identita' e quindi la minoranza va rivalutata, come valore.

ROCKIT: ho capito, son d'accordo con te. Forse il mio impegno e' molto diverso, non la vivo cosi', come una questione fondamentale... probabilmente... c'ho il culo parato...

MARINO: ma no! guarda che questo e' un circolo. Dell'impegno noi ne facciamo un circolo, che e' quello del rock & roll... e' un impegno che diverte, che fa bene alla salute, che mette in moto dell'energia, fa bene alla pelle e a tutto il resto... non e' un impegno che invecchia e rattristisce. E' un impegno pieno di festa e d'incontro...

ROCKIT: l'esperienza del concerto a san siro, con Ligabue...

MARINO: ecco, e' un'esperienza molto diversa da quella solita che abbiamo fatto per tanti anni, negli spazi piccoli, a contatto con la gente. E' un po' come accendere un grande schermo al cinema e trovarti li' davanti a guardare il film. Pero' non senti l'energia che vibra... per noi eh! perche' per Luciano il discorso cambia! E' un po' un palcoscenico e finisce li', non c'e' un grande scambio, o almeno per noi non c'e' stato un grande scambio: vuoi per le condizioni, perche' il pubblico non ci conosceva, per tante cose...

ROCKIT: perche' non si sentiva! (risate)

MARINO: questa e' una polemica in atto ormai da tempo! e' andata cosi'...

ROCKIT: avete fatto canzoni nuove, avete in cantiere qualche progetto, un disco nuovo?

MARINO: si', abbiamo in progetto un altro lavoro per la fine dell'anno, l'ideale sarebbe riuscire a registrare intorno ad ottobre, alla fine del tour estivo per farlo uscire alla fine dell'anno. Il gruppo sara' quello che avete visto stasera, anche quello e' un ritorno al garage di casa. Le canzoni vengono fuori da una bella energia che c'e' adesso nel gruppo e, sencondo me, vale la pena fotografarla. E' un disco di buon rock & roll!

ROCKIT: c'e' qualche cosa che ti piace particolarmente della scena italiana?

MARINO: mi piace molto la grande diversita' che si e' creata col passare degli anni, tanti stili, dal rap, hip hop, dub, rock & roll, folk rock... questo promette bene, perche' quando ci stanno tante cose diverse vuol dire che c'e' ricchezza e c'e' possibilita' di confronto, ma secondo me, al di la' delle promesse, c'e' ben poco. Non tanto per i gruppi, ma per le condizioni in cui lavorano. Ci sono delle condizioni da paese "sottosviluppato" dal punto di vista culturale, spero che i grandi Veltroni della situazione, i ministri della cultura, sappiano interpretare non solo le esigenze dei grandi promoter, dei miliardari della musica italiana, ma anche quelle dei bisogni del pubblico e dei...

ROCKIT: dei prezzi dei cd!

MARINO: eh! ma non solo... dei bisogni dei gruppi, delle condizioni in cui i gruppi si trovano a lavorare. Fin dall'inizio: le sale prove dovrebbero essere gratis, l'accesso alle tecnologie, strumenti per registrare, a prezzi molto piu' bassi. Tutta una serie di cose che significa che quello che fai c'ha dignita' culturale. Invece adesso non serve a niente, quando dici che suoni ti rispondono: "ancora? ma che mestiere fai? come campi?" E' bene, in un paese che almeno nelle intenzioni vuole andare in Europa, e' bene che si allinei, anche su questo, ad una politica che e' europea. Questo vuol dire che se e' un lavoro, e c'e' un mercato del lavoro (perche' migliaia di persone sono coinvolte), e' bene che ci sia una legge che regoli tutto questo e che ci sia un sindacato... Perche' a sua volta tutto questo poi torna al pubblico con una politica dei concerti, dei cd, cioe' del prodotto finale a prezzi molto piu' bassi. Io spero che sia cosi'! Se vuoi dei nomi della scena italiana... be' io non ne faccio! (risate) perche' sono amico di tanti gruppi e se ne dimentico uno e loro quando mi incontrano mi mandano a fanculo! noo... dai, (e' un po' indeciso) secondo me dei gruppi... be' gli Almamegretta, secondo me, a parte l'ultimo lavoro, e' un grande gruppo... e' un gruppo che poteva dare molto di piu' in Italia... poi certe cose non le condivido. I Mau Mau penso che siano il gruppo italiano per eccellenza, negli ultimi tempi.... i Modena, siamo amici da tanti anni, qundi... be' ce ne stanno tanti, forse tanti non ne conosco. Le cose piu' interessanti, comunque, sono le cose un po' nascoste, quelle che ancora non affiorano... e li' ci stanno delle belle cose ed io spero che possano circolare al piu' presto.

ROCKIT: noi ci fermeremmo anche qua, cosi' magari mangi anche un po'! (risate)

grazie alla Fede-bubu

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L'articolo Gang - Milano, Cascina Monluè, 06-06-1998 di Giulio Pons è apparso su Rockit.it il 1998-06-06 00:00:00

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