Bugo - Milano - Jungle Sound, 17-05-2006

Una chiacchierata sdraiati sul divano nella regia dello Studio A del Jungle Sound. L'intervista con Christian è ormai un piccolo rituale che risale alla notte dei tempi di Rockit. Eravamo giovani e sconosciuti. Nel frattempo ci siamo invecchiati. E lui è pure un po' famoso... chi l'avrebbe detto.



Ma quanti dischi hai fatto? Ho perso il conto.
Eh, mica lo so. C'è chi conta dal primo CD-R fatto con la Loretta Records, che in realtà contiene alcune cose fatte in una cassettina del 1995 dove già mi chiamavo Bugo. Mi sa che questo è il settimo disco fatto in oltre dieci anni. Cazzo, quanto tempo.

In tutto questo tempo sei solo invecchiato o sei anche cresciuto?
Bella domanda. Difficile. Di certo sono cambiato. Ho cominciato a ventuno anni, oggi ne ho trentadue. E' un periodo della vita in cui si cambia tanto e gli anni che passano incidono molto. Io comunque adoro i vecchi, la loro saggezza. Penso a Joe Valeriano che è più grande di me e quando suonavamo insieme mi dava un senso di protezione.

Il disco ha una sottile linea che lo divide in due blocchi creativi. Il primo è il classico Bugo show. Cazzone e scanzonato, geniale e cialtrone. L'altro nasconde qualcosa di più. Occorre aumentare la profondità d'ascolto e cercare concetti più adulti. C'è una strana drammaticità di fondo ed una visione più matura ed intensa di certi aspetti dell'esistenza.
Il classico Bugo che conoscete, quello cazzone, divertito, schizzato è solo una parte di Christian. Io ho sempre avuto una parte drammatica, profonda, triste. Chiamatela pure patetica. Ma traspariva poco. Stavolta ho provato a non nasconderla. Questo disco per me è importante perchè per la prima volta nella mia vita non ho usato alcun velo. Ecco perchè può spiazzare che io canti una canzone come "Quando ti sei addormentata". Perchè la gente dice "cazzo, qui Bugo non scherza!".

In effetti in questo disco ci sono momenti in cui sei serissimo!
Ma io sono stato serissimo in tutte le cose che ho fatto. Persino nella "Prima Gratta" che è tutto incasinato, scassoso, impiastricciato, ogni dettaglio di musica e testi è stato curato con la massima serietà.

Si però, sinceramente, la seconda parte di questo disco è seria in un senso nuovo. Tormentato, Riflessivo. Con un approccio ed una scrittura diversi. Non sembra roba tua.
Tu prima dicevi che la prima parte del disco presenta una parte fantasiosa. La "solita roba geniale" di Bugo. In realtà per me è la roba nuova ad essere geniale. La seconda parte del disco per me ha una scrittura intensa, sorprendente. E' un Bugo diverso.

Prendiamo un brano come "Una forza superiore". Non ti ho mai sentito scrivere e cantare così.
E invece pensa che quella canzone è una outtake di "Sentimento Westernato" con qualche piccolo ritocco al testo. Toglici l'organetto, mettici una chittarina folk, vedrai che è esattamente il Bugo di dieci anni fa. Solo che all'epoca non ci stava, non rappresentava niente, mentre adesso ha un senso profondo. Prendi anche "Casalingo". Esisteva già dai tempi della Prima Gratta, ma non aveva senso per me quando l'ho scritta. Poi è diventata la canzone portante di un disco intero.

"Amore mio infinito" parla di argomenti importanti. E' successo qualcosa di personale in quest'ultimo periodo? Non voglio sapere cosa, ma si avverte la presenza di un accadimento che ha inciso in modo importante sul tuo modo di scrivere.
Si, c'è qualcosa. Ma rimango un po' sospeso quando c'è da affrontare questo argomento. In realtà sono accadute due cose, una molto bella, una no. Scusami, ma preferisco non parlarne.

Cambiamo discorso dai. Nel disco canti "Roma non è più la capitale". Sei diventato leghista?
Quella canzone è dedicata al rock italiano, anche se è un po' enigmatica. Parlo di quella sensazione sconsolata che avverto in tanti ragazzi italiani, da quelli più indipendenti fino a quelli più importanti. C'è questa assenza di fiducia nella musica di casa nostra, che viene vista "provinciale" ovunque tu la faccia. Non c'è più la percezione di poter essere capitale di qualcosa. E questo mi dispiace. Voglio davvero bene alla musica italiana, che poi è anche il mio lavoro.

"Una forza superiore". Non puoi scrivermi canzoni del genere, mi rendi difficile fare qualsiasi domanda ironica. In certe canzoni di questo disco proprio non c'è niente da ridere.
Hai ragione, ma certi pezzi di questo disco mi colpiscono molto profondamente. A me piace muovermi nella musica, scrivere per il futuro, riprendere cose dal passato. E certe canzoni che ho scritto oggi hanno un significato particolare, sofferto e molto sentito.

Il titolo "Sguardo Contemporaneo" è da cantautore impegnato.
Si, secondo me è un titolo poetico anche se fa un po' reporter. Mi piaceva l'idea dello sfasamento di millennio, del fatto che ci sia qualcosa che non va in me. Una sorta di lacerazione interiore. Questo voler guardare la contemporaneità senza riuscire a vedere niente. E quindi la necessità di mettermi più in gioco, cercare di capire.

Prima eri un po' più spontaneo, adesso sei diventato molto riflessivo, concentrato, pensieroso.
Non so. Dipende anche dalle canzoni. Di certo in questo disco c'è un po' di riflessione in più, ma soprattutto c'è molto concettualismo. Vuoi perchè mi sono avvicinato ad un certo tipo di arte, vuoi perchè scattano meccanismi inconsci. Questo disco è davvero perfetto per esprimere quello che sono oggi.

Ma in tutto questo, Giorgio Canali che c'entra?
Giorgio è una persona di un'intensità pazzesca. Ha fatto il produttore, ma è entrato anche direttamente nei contenuti, mettendoci il suo talento e la sua voglia di partecipare. Lui ha dato un volto nuovo a tanti aspetti della mia musica. Per questo amo il disco, perchè è diverso, nuovo. Non mi interessa se più bello o più brutto degli altri. E' un disco che sento perfetto per dire cosa sono oggi.

Però non è il disco più bello questo, dai. Sentimento Westernato è meglio.
No dai, è forte questo disco. Forse sta colpendo la cosa di Bugo che scrive cose diverse rispetto al solito. Magari bisogna abituarsi al passaggio. Ma è proprio forte questo disco.

Resti comunque un artista che mette un marchio sui dischi. A prescindere dall'amarti o dall'odiarti, chiunque ti conosca riesce a dire in dieci note che è un disco di Bugo.
Si, questo è vero. Ma accade con tanti artisti. Se pensi ai Beastie Boys, con loro bastano due note.

Senti, ma tu oggi chi ti credi di essere? Un grande cantautore, uno sperimentatore, uno che ha preso tutti per il culo. Insomma, i tuoi discografici non sanno che targhetta metterti quando devono preparare le categoria per i loro prodotti da supermercato. Pomodori, cipolle, insalata, frutta. Come ti inserisci nel catalogo Universal?
Indubbiamente tra i cetrioli. In fondo sono uno di quelli che vende di meno. Però credimi, loro ci tengono a me. Perchè sono un cantautore e a loro servono quelli che scrivono le canzoni.

(entrano Fausto Murizzi e Carlo Pastore)
"oh Bugo sicuro che vieni al Mi Ami? Dichiaralo al microfono"
"si che vengo, confermo! Ma solo come spalla ai Baustelle!"

Andiamo avanti. Io in cameretta ho una tua frase stampata: "Questa insicurezza nei rapporti, la sistemerò quando avrò i capelli corti". Una volta avevi la barba, eri vestito a caso e avevi i capelli lunghi e spettinati. Ora hai i capelli corti, sei stiloso, fai le foto patinate. Ho visto una tua foto che sei pettinato come quello del pianeta delle scimmie con uno smoking bianco. Insomma, niente più insicurezza?
Dannato il giorno in cui ho scritto "Vorrei avere un Dio!". Tutti quelli che la conoscono mi fanno questa domanda!

Purtroppo quella canzone è un piccolo inno. Ormai l'hai scritta, t'ha detto male. A parte questo, come ti trovi a dover gestire la tua immagine? Accetti passivamente le scelte della tua casa discografica o sei parte attiva nel processo di costruizione del tuo immaginario e del tuo stile?
No no, faccio tutto io. Mi piace da morire. Scelgo gli abiti, imposto le foto. Curo tutto in prima persona e lo faccio in modo abbastanza spontaneo, collaborando attivamente con lo staff della mia casa discografica. E' molto bello.

Senti, abbandoniamo per un attimo lo showbusiness, facciamo un salto nel mondo da cui sei venuto. La scena indipendente? Je la famo? Tu come la vedi.
Bella, a me piace sempre. Penso ad Enrico Berto che mi piacerebbe produrre e suonerà anche con me nel tour. Poi gli Uochi Tochi, Megaloman, Macromeo. Gli Scuola Furano sono fighissimi. Poi gli Amari, bravissimi, hanno un disco di pop trasversale davvero bello e poi hanno fatto un grandissimo remix di un mio brano. Secondo me di roba buona ce n'è sempre. Siamo bravi e sottovalutati.

E questa scena Hip Hop? Hai pure un compagno d'etichetta chiamato Fabri Fibra.
Fabri Fibra venderà parecchio più di me, poi mi piace molto Mondo Marcio e comunque apprezzo molto tutta la nuova scuola che si sta muovendo in questo periodo. Io adoro l'Hip Hop. A quindici anni lo ascoltavo di brutto e quando ti innamori di una cosa da piccolo poi non te la scordi più. Quando ho ascoltato le prime cose dei Beastie Boys, dei Public Enemy, dei De La soul sono rimasto folgorato, li mandavo a rotazione. E poi ci metto anche Jovanotti nella mia scena hip hop. Lui è bravo.

E come ce lo vedresti Bugo in un bell'evento Hip Hop? Un remake di "Pasta al burro" farebbe un figurone.

Dici? Secondo me mi mangiano. Mi sparano. Io sono trasversale, mi spaccano le ossa. Però se Rockit mi propone, io ci vado eh.

Avanti coi tre nomi: Beck, Celentano, Battisti.
Vabbeh Beck, cazzo. Poi Battisti e Celentano. Che ne parliamo a fare. Lo sappiamo tutti chi sono e cosa rappresentano per me.

Perchè non rifai qualcosa di Celentano? Sei l'unico oggi che potrebbe risultare credibile con una bella cover de "Il ragazzo della via Gluck".
Ma sai che un po' ci penso. Parlavo con Morgan tempo fa e mi raccontava del suo lavoro col disco di De Andrè. Io magari potrei rifare un disco intero di Celentano, ma lo farei a modo mio. Vorrei romperlo, stracciarlo, destrutturarlo. Rifarlo alla Sonic Youth. Cazzo se mi piacerebbe incontrare Celentano. Sai che nel brano "Ggeell" c'è una citazione esplicita a "Chi ce l'ha con me". Che bravo Celentano.

Dal vivo che intruglio stai preparando?
Questo è il primo disco che faccio completamente con una band, quindi sto provando un set live con una band, seppur quasi completamente rinnovata rispetto al passato. Ho questo ragazzo bravissimo, Enrico Berto, che suona un po' di tutto. In teoria anche Giorgio Canali poteva fare qualcosa con me dal vivo, ma lui ha uno stile ben preciso, io avevo bisogno di un ragazzo più versatile e disposto a sperimentare. Purtroppo non ci sono più i R.U.N.I. che sono un po' incasinati e stanno pensando al loro materiale, ma siamo sempre grandi amici. Ora che ci penso, tutti i musicisti con cui ho suonato sono rimasti miei amici.

Però tu stai sul cazzo ad un sacco di gente. Tutti i musicisti hanno qualcuno che li odia, però quando si parla di Bugo ho visto un odio inferocito. Di quello che spetta a pochi. Ma perchè? Colpa dei miliardi che hai fatto? Colpa del fatto che hai firmato per una major e hai tradito non so cosa?
Si, colpa dei miliardi soprattutto. Comunque non lo so. E' certo però che a volte la gente mi odia in modo viscerale e proprio non capisco perchè. Mi dispiace però. Forse perchè tanti non mi ritengono un musicista ed allora il fatto che io faccia dischi e concerti genera una reazione più intensa. Però non capisco. Invece di essere così invidiosi, dovrebbero essere speranzosi. Se davvero sono così incapace dovrebbero dire: "cazzo, se l'ha fatto Bugo, c'è speranza per tutti. Andiamo tutti a rompere il cazzo alle major per farci fare un contratto". Io comunque non voglio piacere a tutti. Però quelli che parlano male di me hanno qualcosa che non va. Perchè parlano male proprio di me, non della mia musica. E non è giusto. Questo è uno dei motivi per cui io non parlo mai della mia vita privata.

Se non sbaglio tu hai un altro disco con Universal, poi che succede?
Si, da contratto ho il quarto ed ultimo disco da fare con loro. Poi si vedrà. Io credo di essere bravo a scrivere canzoni ed è la cosa che voglio fare oggi e domani. Magari farò qualche produzione altrui, ma penso di invecchiare facendo musica. Mi vedo anziano, con la barba bianca, ancora con la chitarra in mano a suonare per la gente. E rispondere a te che mi chiedi se sono normale.

Bugo ma tu sei normale?
Dal lunedì al venerdì, forse. Sabato e domenica, assolutamente no.

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L'articolo Bugo - Milano - Jungle Sound, 17-05-2006 di Stefano "Acty" Rocco è apparso su Rockit.it il 2006-05-18 00:00:00

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