Umberto Maria Giardini (ex Moltheni) - Milano - Rolling Stone, 17-04-2000

Intervisto Umberto Giardini, alias Moltheni, sulle scale del Rolling Stone, dove ha appena terminato il soundcheck per una breve esibizione che terrà stasera. Moltheni è una delle rivelazioni del 1999, il 'nome nuovo' del rock italiano dell'anno passato.



Rockit: La tua è una storia come quella di tanti ragazzi che vorrebbero sfondare. Come hai cominciato? Come è arrivato il contratto discografico?

MOLTHENI: Il contratto è iniziato in modo abbastanza 'favolistico', nel senso che ho inviato un demotape a quella che è attualmente la mia etichetta (la Cyclope - ndi) e Francesco Virlinzi, già produttore di Flor, Mario Venuti e Carmen Consoli, mi ha contattato ed abbiamo iniziato questo rapporto di lavoro che, dopo una lunga incubazione, forse anche non prevista, ci ha portato a partorire "Natura in replay", questo mio album d'esordio uscito lo scorso ottobre. Ed eccoci qua.

Rockit: "Natura in replay" è un titolo un pò particolare. Ha una spiegazione logica?

MOLTHENI: Sì, ha una spiegazione voluta, logicissima, ed è comunque un album d'amore, sono 13 canzoni d'amore. "Natura in replay" tra l'altro è un brano all'interno dell'album, ed è il più significativo secondo me, quello a cui sono il più affezionato, ed inoltre è l'unico brano che probabilmente non parla in modo così chiaro ed esplicito di quelli che possono essere gli universi femminili, ed i rapporti tra i due sessi, ecc., ma parla della nostra natura umana. Pertanto mi sembrava giusto chiamare l'album con quel brano che comunque rappresentava - e rappresenta - secondo me il lavoro stesso.

Rockit: Come ti poni davanti alla composizione? I tuoi testi sono autobiografici, o frutto della tua fantasia? Come compone Moltheni?

MOLTHENI: Le liriche, i testi sono perlopiù autobiografici, anche se è vero che molto spesso mi capita di idealizzare molto quello che scrivo, pertanto non è che tutto ciò che scrivo sia necessariamente rivolto a qualcuno o a qualche situazione in particolare. Quindi mi piace viaggiare con la mente, con la testa, trascriverlo e cantarlo, senza farmi molti problemi a priori o a posteriori.

Per ciò che concerne il mio metodo di lavoro di composizione, nasce tutto veramente con chitarra acustica, block notes e penna, seduto sul letto... E' anche vero che quando parto, già comunque so quella che può essere più o meno l'atmosfera del brano, quindi nonostante componga con la chitarra acustica, a volte - anzi sempre - ho già in mente che il brano probabilmente potrebbe essere più aggressivo ed elettrico, mentre altre volte lo compongo con la chitarra acustica, e cerco di immaginarlo così scarno come poi magari verrà registrato.

Rockit: All'inizio sei stato paragonato a vari artisti, tra i quali Carmen Consoli, che fa parte della tua stessa casa discografica. Sei stato anche definito il 'Beck italiano'... Tu come ti vedi? Quai sono i tuoi punti di riferimento, sotto l'aspetto musicale?

MOLTHENI: Dal punto di vista musicale ho talmente un bagaglio culturale e musicale d'ascolto ampio - e non voglio essere vanitoso a riguardo - che mi riesce abbastanza difficile collocarmi o ricordare qualcuno. Perchè poi vado anche coi momenti storici della mia vita: ci sono le mie prime registrazioni ad esempio, quelle che facevo anni fa in casa da solo, che erano veramente molto 'beckiane', addirittura un pò ipnotiche, anche perchè sono un appassionato di psichedelia.

Nutro anche molta stima per Carmen Consoli, mia cara amica, per artisti anche come Beck, ma secondo me sono probabilmente molto lontano da certi accostamenti, da certe sonorità. In Italia ad esempio mi sento molto vicino a Manuel Agnelli, tra l'altro mio carissimo amico, ma ripeto, dipende dai periodi storici. Probabilmente il prossimo album potrei essere accostato ai Verdena o a Cristina Donà, sarà molto probabile, come il prossimo album ancora potrei sfornare qualcosa di elettronico, e quindi assomigliare più ad un suono anni '80 'alla Morgan'... Credo di assomigliare a musicisti che non sono conosciuti, pertanto non certo alla carissima Carmen, o Beck o chissà altri.

Rockit: Hai nominato Manuel Agnelli degli Afterhours. Io leggevo in una tua vecchia intervista che la tua maniera di fare musica è cambiata dopo che hai visto gli Afterhours dal vivo, e circola anche voce che il tuo prossimo lavoro vedrà anche la sua figura dietro al vetro. E' vero?

MOLTHENI: Sì, credo che debbo proprio agli Afterhours il fatto di avere iniziato a suonare, perchè è stato proprio quel concerto - tra l'altro ero tornato in Italia da poco (dopo qualche anno trascorso a Glasgow - ndi) - che mi ha fatto dire dentro me stesso 'Cavolo, però ...'. Anzi non ho detto 'cavolo', ho usato un'altra espressione...

Rockit: La puoi dire! (ridiamo - ndi)
MOLTHENI: Ho detto 'Cazzo! Si può fare anche musica e cantare in italiano nel rock essendo di spessore' e non cantando necessariamente le cafonate che siamo stati abituati - e tutt'ora siamo abituati - a sentire da questi musicisti ultraconosciuti.

Per quanto riguarda invece il fatto di una prossima produzione artistica con Manuel, direi che è tutto molto ipotetico, nel senso che a me piacerebbe, negli ultimi mesi l'ho contemplata, ci vediamo regolarmente con Manuel e suoniamo spesso insieme. Però è anche vero che facendo un'analisi di me stesso, e conoscendomi, sono cose che penso ora. Siccome non ho minimamente intenzione di tornare in studio per un prossimo album, ma per proprio niente, non ho affatto voglia, pertanto può anche darsi che quando lo farò, fra sei, otto, dieci mesi, andrò fuori di testa per farmi produrre che so... da Giovanni Ferrario degli Scisma, o da chissà chi altri... Sono uno molto volubile e molto lunatico, e lo si vede anche dalla mia stessa produzione artistica. Se uno mi dovesse dire 'Vai in studio ora a fare un nuovo album', farei un album stoner, alla Fu Manchu. Ma sono sicuro che il prossimo autunno potrei avere in mente di fare un album solo chitarra acustica e voce, depressissimo, alla Elliot Smith, alla Nick Drake... Quindi non è facile dirlo.

Rockit: Per il momento quindi niente album, ma c'è un tour in vista... Il primo vero tour 'di Moltheni'. Come ti poni davanti all'idea di fare dei concerti che sono solo tuoi?

MOLTHENI: Ah, sono molto contento! Non vedevo l'ora di avere un palco mio, uno stage tutto mio!

Rockit: Con la gente che viene a vedere proprio Moltheni, non quello che suona dopo Moltheni!

MOLTHENI: Esatto! E non il coglione che fa da spalla all'artista principale, diciamolo pure (ride - ndi)... Sì, sono molto contento, abbiamo deciso addirittura di esibirci con uno spettacolo molto scarno ed anche breve, quindi sarà un concerto di un'ora ed un quarto circa, faremo una cover e ci saranno svariati brani inediti addirittura, del mio album non farò tutto, ne farò un 60%, e ci sarà spazio per alcuni brani nuovi che ho scritto in questo periodo. E quindi siamo molto eccitati e contenti, speriamo di fare le cose per bene...

Rockit: In bocca al lupo da Rockit!

MOLTHENI: Grazie, crepi!

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L'articolo Umberto Maria Giardini (ex Moltheni) - Milano - Rolling Stone, 17-04-2000 di Roberta Accettulli è apparso su Rockit.it il 2000-05-29 00:00:00

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