Phonat - Musica electro per metallari mancati, 22-04-2011

Fuga di cervelli all'estero. Un dramma tipicamente italiano. Che poi, quando uno emigra, non è che si porta dietro solamente la materia grigia. Prendiamo il caso di Michele Balduzzi, in arte Phonat. Quando ha deciso di lasciare la provincia fiorentina per raggiungere Londra, ha messo in valigia anche un vecchio portatile e una chitarra elettrica. E in poco tempo ha fatto uscire un album omonimo apprezzatissimo dal pubblico oltremanica e dalla stampa specializzata, che ha accostato il nome di Phonat a quello di mostri sacri della scena dance come Justice e Daft Punk. Oggi si divide fra la sua carriera solista, i remix e le produzioni per artisti come Dizzee Rascal, e il progetto Young Punx, un collettivo di musicisti elettronici che spazia dalla techno alla house passando per il breakbeat. E pensare che alla Sagra del Cinghiale non lo volevano far suonare.



Ma chi te lo ha fatto fare di lasciare la bella casa di campagna in Toscana e andare a ficcarti in mezzo alla nebbia londinese?
Ci sono tante cose che mi mancano dell'Italia e della campagna Toscana. La scelta di trasferirmi all'estero, e in particolare a Londra, è stata dettata da un'esigenza prettamente professionale, dato che avevo seriamente deciso di intraprendere una carriera nel mondo della musica. Ma esiste anche una questione legata alla crescita personale: parlare un'altra lingua e immergersi in culture diverse dalla propria sono esperienze da cui sono sempre stato attratto. E a mio avviso potrebbero essere interessanti e formative per chiunque, indipendentemente dalla professione svolta o ambita. Londra è una di quelle città in cui la multiculturalità è tra le più vaste a livello europeo e mondiale. E soprattutto è ben integrata nella struttura sociale, a differenza di quanto avviene in Italia.

Perché chi vuole fare qualcosa di nuovo in ambito musicale deve per forza andare all'estero?
L'Italia non è certamente il primo paese al mondo per quanto riguarda la produzione di musica di respiro internazionale. In altri paesi, come l'Inghilterra o gli Stati Uniti, il business della musica è davvero enorme se paragonato allo scenario italiano. Di conseguenza ci sono molte più opportunità di lavoro, più ricambio e una maggiore tendenza a ricercare idee fresche e innovative. Inoltre la maggior parte dell'industria musicale italiana è rimasta indietro di 30 anni, e con essa anche il gusto di molti consumatori. Per fortuna oggi le cose stanno migliorando un po'. Il merito è soprattutto di internet, sorgente di informazione alternativa a televisione e radio, e dei social network, che sono diventati potenti mezzi di divulgazione e condivisione. Speriamo che tra qualche anno trasferirsi diventi solamente un optional, e non una necessità.

Se fossi nato 30 anni prima credi che sarebbe cambiato qualcosa?
Forse sì, ma non credo che le dinamiche attuali siano troppo differenti rispetto a quelle del passato. Basti pensare a tutta la musica che è stata prodotta all'estero tra gli anni sessanta e settanta. Non c'è neanche bisogno di a fare degli esempi.

Come ti sei avvicinato alla Bedroom Music?
Ascoltando hip hop. Poi i Daft Punk hanno cambiato tutto.

I consigli per chi si avvicina alla musica elettronica? Tu cosa usi e come lavori?
Io lavoro con laptop, Cubase e i plugins Native Instrument. Ma ognuno ha i suoi metodi, e tutti vanno bene. Per quanto sembri una frase fatta, le cose che contano davvero sono il gusto e le idee. Il resto sono solamente dettagli.

È più facile ottenere notorietà sul web facendo musica al computer piuttosto che raggiungere gli stessi risultati suonando strumenti "veri"?
Io credo che quando si fa qualcosa di veramente bello, in un modo o nell'altro, aumentano le probabilità che i propri meriti vengano riconosciuti. Indipendentemente dal genere e dal modo di fare musica. Quando invece il prodotto è mediocre, allora molto dipende dal mercato di quel tipo di prodotto specifico. In altre parole dalla moda, dal trend. E se il trend va in una direzione che non è la tua, tutto diventa più difficile. Ma non impossibile.

Da dove viene la scelta di accostare sonorità nu disco e funk a capelli lunghi sciolti, chiodo e chitarra elettrica?
Non volevo avere la solita immagine stereotipata del Dj con gli occhiali da sole anche di notte. Accostare generi totalmente differenti è sempre stato nel mio DNA, e lo trasmetto a ogni cosa che faccio. Volevo che anche il mio look rispecchiasse questa trasversalità. È come se non solo la musica, ma anche l'immagine, fosse "campionata" da un disco vecchio.

Ti sono capitate anche un po' di date italiane. Accoglienza e differenze fra i due panorami?
Devo dire che durante le serate in Italia mi sono sempre divertito. In generale la scena londinese ha sicuramente un gusto più urban e oscuro rispetto a quella italiana, dove nonostante le sonorità anche aggressive l'umore è decisamente da party.

Hai contatti con la scena musicale italiana? Chi ascolti e ti piace?
Conosco tanti italiani emigrati a Londra, come Mowgli e Riva Starr. In Italia mi piace molto quello che stanno facendo a Milano i Reset! e His Majesty Andre.

Chi invece non puoi proprio sopportare?
La lista delle cose che non mi piacciono sarebbe lunga. Ma i nomi li tengo solo per me!

Non sei un po' invidioso del can can mediatico che sta investendo politica e società italiane?
Perché? È successo qualcosa in mia assenza?

Ma come? Non ti assalgono con domande su Berlusconi appena scoprono che sei italiano?
Non più di tanto in realtà. Anche dopo che hai fatto notare che non l'hai mai votato e che lo disprezzi più di loro, il solo fatto che la nazione a cui appartieni abbia permesso a un uomo come lui di governare il paese in tre differenti occasioni per un totale di 12 anni fino ad oggi fa sì che nessuno intraprenda una seria discussione politica con te. In pratica ci considerano minorati mentali, e non vanno mai oltre qualche battuta da pub. E non posso certo dargli torto.

Progetti in corso? Cosa stai facendo di bello?
Sto aspettando una trentina di prostitute per una festa a casa. Non ho voglia di uscire questa sera.

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L'articolo Phonat - Musica electro per metallari mancati, 22-04-2011 di Enrico Piazza è apparso su Rockit.it il 2011-04-22 00:00:00

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