Nascono i nuovi Recording Studios di Universal Music Italia: un progetto visionario sotto la guida di Luca Mattioni

Una struttura all’avanguardia non solo sotto il profilo tecnico e acustico, ma anche in termini di sostenibilità: l’intero edificio è stato progettato e certificato secondo i più elevati standard LEED, con un'attenzione particolare all'impatto ambientale.

18/07/2025 - 16:56 Scritto da Redazione

Universal Music Italia annuncia l’inaugurazione dei nuovi Recording Studios all’interno della sua sede milanese di Via Nervesa 21. Situati all’ottavo piano dell’edificio, i nuovi studi si affacciano su Milano con una vista a 360 gradi. Al loro interno: una writing room, una production room con vocal booth, una regia certificata Dolby Atmos di 37 mq e una live room da 75 mq perfettamente interconnessa. Il tutto pensato per offrire massima qualità, comfort e ispirazione creativa.

La Studio A, ad esempio, unisce vintage e innovazione, ed è equipaggiata con sistema Atmos 7.1.4 su monitor Amphion e Augspurger MX-65, interfacce Avid e Universal Audio, oltre a outboard analogici di altissimo livello: Neve, SSL, Api, Chandler, AeA e altri. Lo Studio B è lo spazio ideale per registrazioni vocali e strumentali, mentre lo Studio C è un rifugio perfetto per la scrittura e la produzione intensiva.

Abbiamo intervistato Luca Mattioni – noto produttore, musicista e tastierista – che, insieme al sound engineer Giuseppe Salvadori, ha dato vita a uno dei più avanzati poli produttivi della musica in Italia. 

 

Come nasce l’idea di realizzare i nuovi Universal Recording Studios all’interno della nuova sede di Universal?

L’idea è quella di imparare dal passato per guardare al futuro. Gli in-house studios non sono certo una novità: basti pensare agli Abbey Road di EMI o agli Island Studios di Chris Blackwell. Universal ha voluto riappropriarsi di quella tradizione, rimettendo la musica al centro della propria filiera produttiva.

Quali sono stati i principali obiettivi che ti sei posto nel progettare questi studi?

L’obiettivo principale era creare un ecosistema che valorizzasse la qualità sonora, il comfort creativo e la collaborazione tra le professionalità. Un luogo dove ogni anello della catena – dagli artisti ai tecnici – potesse trovare il proprio spazio e dare il massimo.

Cosa rappresentano per te, a livello simbolico e professionale, questi nuovi spazi?

Simbolicamente, rappresentano una rinascita per l’intera filiera produttiva musicale. Professionale, sono una sfida: dare forma a un progetto che unisce visione, tradizione e innovazione. È il motore del mio lavoro.

Quali scelte tecniche e acustiche rendono unici questi studi?

Credo sia cruciale far coesistere tecnologia digitale e analogica. Un Moog, un Fender Rhodes o un Juno offrono un’esperienza sonora impareggiabile. E poi, c’è il suono delle sale: una buona regia riduce il margine di errore, permette scelte più precise. L’idea è importante, ma è la realizzazione che la rende concreta.

 

Quali sono le tecnologie più all’avanguardia che avete integrato?

Abbiamo il sistema Atmos Amphion 7.1.4, il monitoring Augspurger MX-65, ProTools HD, outboard analogici di alta gamma. La Live Room è modulabile e offre tempi di riverbero personalizzabili. Sono strumenti che permettono una produzione al più alto livello.

Avete collaborato con professionisti esterni per la progettazione?

Sì, Boxy ha curato il design degli spazi, mentre l’acustica è opera di Dario Paini. Hanno fatto un lavoro eccezionale. Anche l’aspetto estetico conta: luci, materiali, dettagli... E poi, lavorare all’ottavo piano con vista su Milano è impagabile.

Come cambia il lavoro degli artisti in questi studi rispetto agli studi tradizionali?

La differenza è enorme. Qui possono registrare band in presa diretta, lavorare su mix Atmos da tracce separate, provare i tour. È uno spazio che stimola la creatività e alza la qualità fin da subito.

Ci sono stati momenti particolarmente emozionanti nei primi giorni di apertura?

Sicuramente il confronto settimanale con Abbey Road sugli standard Atmos. È stimolante e ci spinge a mantenere una qualità altissima. Non è solo un onore, è anche una responsabilità.

Qual è stata la reazione degli artisti che hanno già lavorato negli studi?

Sono rimasti entusiasti. La luce naturale, la vista, il suono, il comfort, tutto contribuisce a creare un ambiente unico. E in un’epoca di basement studios, questa è una rivoluzione.

Qual è la tua visione a lungo termine per questi studi?

Diventare un punto di riferimento per la produzione musicale. Offriamo spazi ma soprattutto servizi, accompagnando l’artista dalla prima idea al prodotto finale. Vogliamo essere una casa per chi vuole fare musica vera.

C’è un’identità “italiana” che volete portare avanti in questo progetto globale?

Assolutamente. Il nostro cantautorato ha un’identità riconoscibile all’estero. Essere internazionali non vuol dire omologarsi, ma saper contaminare mantenendo le radici. La parola chiave è “diversificazione”.

Che ruolo ha avuto la tua esperienza personale nella progettazione?

Un ruolo fondamentale. Dopo oltre 20 anni di lavoro in studi tradizionali, sapevo cosa cercare: un suono identitario, una Live Room che “suona”. La tecnologia cambia, ma una bella stanza rimane tale. Anche i ragazzi, quando sentono una vera chitarra o una batteria ben registrata, restano affascinati.

C’è un artista o un progetto che sogni di vedere nascere in questi studi?

Mi piacerebbe lavorare con un giovane cantautore musicista, farlo crescere con un team. Troppo spesso sono soli, chiusi nelle loro stanze. La musica è fatta di persone, non solo di plug-in. O sei Prince, o sei un pirla… e Prince c’è stato solo uno.

Che consiglio daresti a un giovane produttore o fonico che sogna questi studi?

Studiare. Tanto. Ogni giorno. Conoscere la teoria musicale, saper suonare, imparare il lavoro di squadra, le tecniche di registrazione, la gestione delle dinamiche umane. Un laptop non fa il produttore. Serve esperienza, consapevolezza e passione vera. Vuoi una hit o una carriera?

Con questi nuovi studi, Universal Music Italia non si limita a offrire una struttura: propone una visione. Un ritorno alla qualità, alla musica suonata, alla professionalità come valore fondante. Una casa della musica che guarda al futuro, senza dimenticare la propria storia.

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L'articolo Nascono i nuovi Recording Studios di Universal Music Italia: un progetto visionario sotto la guida di Luca Mattioni di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-07-18 16:56:00

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