Ritmo Tribale - Neapolis Festival, 12-07-1999

I Ritmo Tribale hanno aperto la terza edizione del Neapolis Festival con un concerto senza dubbio convincente. Subito dopo l'esibizione dei Black Crowes, attendendo l'arrivo dei blindati Aerosmith, abbiamo scambiato quattro chiacchiere nel backstage con l'affabilissimo Fabri Rioda.



Rockit: Nuovo album per i Ritmo Tribale, 'Bahamas'. Cosa significa questo titolo?

RITMO TRIBALE: Bahamas è un posto ideale, un luogo della mente, il posto dove tutti stiamo bene. E' la ricerca del punto che c'è in mezzo all'altalena. Perchè secondo noi è importante che tu trovi un tuo centro, una tua stabilità per riuscire ad andare fuori e ad essere te stesso in questo bombardamento di input provenienti dall'esterno.

Rockit: E' passato molto tempo dal vostro precedente album a 'Bahamas'. E' successo tantissimo, avete cambiato tante cose: è cambiata la casa discografica, è andato via Edda Rampoldi... Cosa ha significato questo momento per voi? Il fatto di avere perso una figura carismatica come quella di Edda vi ha lasciato qualcosa, personalmente e come musicisti?

RITMO TRIBALE: Sicuramente personalmente, perchè quella di Edda è stata come una perdita umana per noi. Musicalmente, Edda non ha lasciato il gruppo da un giorno all'altro, quello che è successo è successo nell'arco di un sacco di tempo, è stata una cosa sfumata, per cui alla fine quando Edda è uscito di fatto era già uscito, non è stato un trauma. Musicalmente ci siam ripresi subito: avevamo la fortuna di avere due cantanti ed uno dei due è rimasto, per cui noi siamo andati avanti tranquillamente, non ci è neanche passato per la testa di cercarne un altro. Umanamente, è chiaramente una perdita enorme: Edda è un fratello, per cui...

Rockit: C'è stato anche un cambio di casa discografica, ci sono stati vari passaggi. Questo vi ha influenzato in qualche maniera, oppure vi ha sfiorato solo dall'esterno?

RITMO TRIBALE: Questa cosa ci ha toccato molto, perchè noi abbiamo chiesto le liberatorie alla Polygram/Blackout proprio nel momento in cui la gente ci diceva 'Ma siete matti!'. Erano i numeri uno assoluti. Adesso stanno vivendo un momento traumatico, un terremoto totale, per cui ora la nostra scelta si è rivelata giusta, perchè siamo finiti alla Edel che comunque ha la dimensione giusta per i Ritmo Tribale: sono più piccoli, ma hanno comunque un certo tipo di mezzi che ti permettono di fare quello che vuoi, se vogliamo parlargli gli parliamo in 5 minuti, mentre prima c'erano delle attese infinite da fare, sempre tutto un passaparola, 'non so ancora', 'ti faccio sapere'...

Rockit: Recentemente la scena italiana sta ribollendo, c'è anche una maggiore risposta da parte del pubblico. Qualche gruppo si sta un momento 'piegando' a quelle che sono le richieste dei media. Il vostro ultimo album ci ha fatto invece notare che i Ritmo Tribale sono rimasti fedeli a loro stessi. Cosa pensi della scena italiana attuale?

RITMO TRIBALE: Penso che la personalità vincerà sempre, che pensa di piegarsi al mercato discografico avrà dei problemi. Quindi chi avrà più personalità vincerà e chi invece cercherà di andare dietro alle regole del mercato ne rimarrà schiacciato. Perchè è così alla fine: certi conti non li fai a tavolino. Mai.

Rockit: E la scena milanese cosa ti dice adesso?

RITMO TRIBALE: Questa è una cosa che ho detto, tipo ciclostile, in tutte le interviste che ho fatto, già uscite su tutti i giornali. Io credo che non esista più una scena milanese. La scena milanese c'era anni fa, quando la gente non aveva i contratti e cominciava a sentirne l'odore era tutta una vicina all'altra, sembrava di essere in trincea. Adesso la scena milanese è fatta di gente che si fa i conti in tasca con le copie vendute, è una scena che si è autodistrutta, si è polverizzata. Penso che non si possa più parlare di scena. Si può parlare di scena italiana, di scena romana, di questo tipo di cose. Di scena milanese proprio no.

Rockit: Musicalmente dove andranno i Ritmo Tribale?

RITMO TRIBALE: Musicalmente andranno dove gli pare, come al solito. Il timone non è tenuto da nessuno, le vele sono spiegate ed il vento soffia, per cui se il prossimo disco dovrà essere hardcore perchè ci piacerà di nuovo fare hardcore lo faremo, se invece dovrà essere un disco swing perchè semplicemente qualcuno ci farà innamorare dello swing lo faremo. Liberta!

Rockit: Noi ci auguriamo tutti che sia così, non solo per voi, ma per tutti i gruppi italiani.

RITMO TRIBALE: Per noi lo è di sicuro. Agli altri gruppi auguro di trovare il coraggio di farlo!

Rockit: La musica italiana sta avendo un discreto riscontro di pubblico, grazie anche ad i media, che se da una parte stanno spingendo i gruppi, dall'altra ne stanno sfigurando quella che è la loro essenza. Voi come vi ponete con i media?

RITMO TRIBALE: Noi ci poniamo naturalmente, come ci poniamo con tutti: noi siamo noi stessi. Io ho 35 anni, se avessi dovuto fare dei compromessi li avrei fatti prima... Adesso sono tranquillo, faccio le mie cose, a chi piacciono, piacciono, a chi non piacciono, non piacciono. Sono uscite le recensioni del disco, un tot di giornalisti ci ha esaltato, un tot ci ha stroncato, non è un problema nè l'una nè l'altra cosa. Certo, i commenti idioti non ci piacciono. Se uno mi viene a dire 'Mi manca Edda', non so, questa è necrofilia. Invece se uno di dice 'Questo disco non mi piace' lo rispetto, tranquillamente, senza problemi. Io non ho problemi nei confronti di nessuno. Ma un certo tipo di massificazione comunque rischia di passare attraverso i media. E il consiglio che ripeto ai media è che la personalità, secondo me, vince comunque.

Rockit: Musica ed MP3: cosa succede e cosa pensi?

RITMO TRIBALE: Ci conto molto sull'MP3, conto molto su di voi, conto molto sulla rete in generale. Io sono un grandissimo frequentatore della rete, mi ci diverto, ho anche una piccola attività che si occupa anche della produzione di siti ecc. Io conto sul fatto che l'MP3 sia in grado di distruggere, di polverizzare definitivamente la parte più giurassica della discografia italiana. Fatelo!!!

Dopo questa intervista, siamo andati a goderci il concerto degli Aerosmith, che hanno chiuso la prima serata del Neapolis Festival. Festival che i Ritmo Tribale hanno aperto sfidando una massa urlante che aspettava le star straniere, ma che dopo l'esibizione della band nostrana ha capito che anche da noi c'è chi di buona musica ne sa fare. Eccome.

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L'articolo Ritmo Tribale - Neapolis Festival, 12-07-1999 di Roberta Accettulli è apparso su Rockit.it il 1999-09-08 00:00:00

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