Nessuna rotta da seguire: il "whatcore?" dei Deriva

Per i Deriva, “fare quello che ci pare” non è un motto ma un’arma creativa con cui spingere il caos fino a farlo diventare uno stile (felicemente) orfano di etichette.

Il luogo che ha segnato l’inizio della storia dei Deriva è comune a quello di tante altre band in Italia e non solo: una piccola sala prove dispersa nella provincia di Piacenza, sul bordo della bassa Padana. Uno scorcio d’Italia dominato dal fiume Po e dalla quiete – per non dire noia – tipica del paesello, che ha fatto da sfondo all’incontro tra due ragazzi uniti, oltre che dal nome, dalla passione verso le infinte sfaccettature del rock, in particolare per il thrash metal degli anni ‘80: Marco “Zanna” Zanini e Marco “Libo” Libè.

Entrambi provenienti dalla scena underground piacentina, i due, dopo il loro primo incontro avvenuto nel 2019, decidono di far muovere i primi passi al progetto “Deriva” come cover band improvvisata, iniziando però subito ad abbozzare del materiale originale con alcuni amici della zona. Nonostante questi primi tentativi sfocino in una serie di jam session inconcludenti, “l’alchimia tra noi due – ci racconta "Libo" – ha fatto si che rimanessimo in contatto fino all’anno successivo, periodo in cui iniziai a scrivere del materiale ed inviarlo a Zanna, che a casa sua, durante il Covid, scriveva i testi”.

È l’inizio di un’avventura senza coordinate stilistiche precise, che porterà i Deriva a comporre i brani poi confluiti nel loro EP d’esordio Senza Respiro (2020): una prima prova sulla media distanza capace di condensare in un quarto d’ora scarso un terremotante mix di punk e hardcore vecchia scuola, impreziosito da qualche sparuta venatura rock.

I Deriva
I Deriva

Di lì a qualche mese, la band trova finalmente la propria quadra definitiva con l’arrivo di Davide “Mazzo” Mazzoni al basso e Michele “Ciuz” Chiozzani alla batteria. Con Zanini alla voce e Libè alla chitarra, il quartetto si consolida e inizia a delineare il proprio sound mettendo insieme influenze diversissime: dal punk al post-hardcore, passando per il thrash e l’alternative metal, l’hard rock, il rap e l’elettronica. Partendo da questo complesso mosaico musicale, i Deriva scelgono di definire la propria musica “whatcore?: un’etichetta ironica e aperta, proprio come il loro suono.

“Non abbiamo mai stabilito che genere suonare – sottolinea Libè – e non ci interessa appartenere ad un filone già esistente, non vogliamo essere associati in tutto e per tutto ad una nicchia, vediamo la musica come un mezzo espressivo in cui ogni sfumatura emotiva può essere evidenziata liberamente: per noi la musica non dovrebbe essere un fenomeno di costume”.

Ed è da questo incredibilmente variegato plateau sonoro, che i Deriva hanno plasmato Liquido Senso, il loro ultimo disco. Nove tracce in cui la band piacentina, oltre a mettere in mostra le tante, tantissime sfaccettature del suo sound, esplora il caos dell’esistenza contemporanea, cercando di trovare una possibile via di rinascita interiore in un mondo che sembra aver smarrito l’anima.

Liquido Senso
Liquido Senso

Un disco che i Deriva, oltre a pubblicare in edizione fisica dopo la release digitale, sono pronti a portare sul palco, la dimensione in cui la loro musica raggiunge davvero l’apice delle sensazioni. “All’ultimo concerto al Ponte della Ghisolfa – racconta Libè – la gente faceva circle pit anche nei momenti più tranquilli. A volte il pubblico sa anche sorprenderti: in Croazia dei ragazzi, sotto al palco, hanno tirato fuori un micro tavolo da dama e hanno iniziato a giocare. Anche se uno dei momenti più belli, è stato a Utrecht, quando una ragazza svedese ha iniziato a gridare a squarciagola: Siamo tutti antifascisti!”.

Parallelamente all’attività live, la band è già al lavoro su un nuovo split EP con gli 85 Fotogrammi, band pugliese emo/alternative, che conterrà un loro inedito. E, come se non bastasse, i quattro hanno appena iniziato a scrivere il materiale per il prossimo EP, segno che la loro voglia creativa non si ferma mai: come un “Liquido Senso” in continua trasformazione, la loro musica scorre, si adatta, travolge e continua a cercare nuove direzioni in cui esistere.

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L'articolo Nessuna rotta da seguire: il "whatcore?" dei Deriva di Luca Barenghi è apparso su Rockit.it il 2025-10-12 23:09:00

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