Banjo Or Freakout - No pain in pop, la seconda parte, 21-02-2011

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Sembra che tu ti sia "alleggerito" rispetto agli ep. Le canzoni scorrono più minimali, meno riverberi, meno psichedelia: il prossimo disco sarà solo chitarra acustica e voce?
(Ride, NdA) E' possibile.

Quindi gli Animal Collective non sono serviti a nulla?
Ma non lo so, secondo me il discorso Animal Collective...

...non ti considero tra quelli che si sono messi in coda appena le voci riverberate sono diventate di moda, sia chiaro. Mi interessava capire se la sbornia per questi suoni passerà e basta o lascerà anche qualche segno più evidente.
No, ma capisco perfettamente quello che dici: ci sono tanti modi di vedere la cosa, alla fine facendo rumore, rumore, rumore, dopo senti il bisogno di canzoni vere. Oppure, che ne so, è la vecchiaia. Probabilmente il prossimo non sarà chitarra-voce, anzi, te lo dico già, non sarà chitarra-voce. Ma a me piace il pop, canzoni che partono dalla struttura pop. Che siano i Black Dice o Neil Young non importa, ma devono avere delle cose che ti si ficcano in testa. La mia idea è che per fare pop posso usare una chitarra o mille strati di suoni d'acqua o di riverberi, non c'è una regola precisa. Mi piacerebbe avere un suono Banjo Or Freakout e che questo sia considerato pop.

Di cosa parlano queste canzoni?
Non hanno un tema principale. Nascono in un finto inglese... oppure come collage, rubo frasi da libri o riviste e con quelle ci costruisco il testo. Sono personali, spesso non vogliono dire niente. Oppure sono canzoni d'amore... nascoste. Non hanno nessun significato, diciamo.

Parliamo del video di "105".
(Ride, NdA).

Perché ridi?
E' che io non ho idea di cosa dire di quel video. L'ha fatto un italiano, si chiama Simone Pellegrini, è romano ma adesso è a Londra. Tutto qui. Mi ha scritto proponendomi di collaborare e gli ho passato il pezzo. Ha fatto tutto lui, ci siamo giusto scambiati un po' di link di youtube per capire i riferimenti.

Quali erano i video di riferimento?
Non so... ad esempio, a te cosa fa venire in mente?

Skins, magari una versione più da catechismo, senza sesso e tutto il resto.
(Ride, NdA) In realtà i miei riferimenti erano più cupi e scuri, ti direi un David Lynch. Il video è venuto abbastanza diverso da quello che mi immaginavo, adesso c'è ne è anche un altro, esce a breve, il pezzo è "Idiot Rain".

Tempo fa i Father Murphy mi raccontavano che durante il loro tour americano erano rimasti assolutamente colpiti da come tutti lì adorassero i Deerhunter: le radio li passavano ad ogni ora, sui giornali di musica trovavi sempre e solo loro. Dopo la prima settimana non li potevano più sopportare. Da te accade anche così, magari per altri nomi?
L'America è proprio il paradiso per l'indie-rock. Non l'ho ancora girata molto, sono solo stato l'anno scorso ad Austin per il South by Southwest e ho fatto giusto due date a New York. In effetti c'è tanto pubblico che ascolta quelle cose: LCD è stato primo in classifica, i Decemberist pure...

...gli Arcade Fire hanno vinto il Grammy come "Miglior album dell'anno" in barba ad Eminem.
Si, è assurdo per noi italiani. E non ti credere, anche in Inghilterra la notizia ha avuto una certa risonanza. Poi ovvio, le differenze ci sono, qui le radio sono buone, non so in l'Italia come siano ora.

Ci sono belle eccezioni ma di regola non possiamo dirci particolarmente fortunati.
Qui Radio One mette musica di merda. Durante il giorno è brutta roba, di sera diventa decente. Huw Stevens, lui mette roba interessante, gruppi nuovi, anche ben più sconosciuti dei Deerhunter.

Quindi non è vero che a Londra ci sono le pubblicità del latte con le basi dubstep?
No (ride, NdA). Non sarebbe male però. Poi è chiaro, c'è differenza dall'Italia. Ci sono gruppi indie enormi, i Foals suonano alla Bristol Academy per tre sere di fila e fanno sold out.

Nella scorsa intervista eri molto positivo, dicevi che la crisi del disco a Londra si sentiva meno che altrove. Oggi?
Non è cambiato molto. E' che si fanno troppi... quanti dischi escono ogni lunedì? Tanti. Si vendono ancora ma ovviamente ce ne sono molti di più in giro, se un tempo con ventimila copie vendute non arrivavi nemmeno al numero cento della classica, oggi sei tra i primi cinque. Secondo me, però, c'è positività nel mondo della musica inglese. E' chiaro, c'è la crisi, si vende meno di prima, ma non senti la gente che si lamenta. C'è una positività che non ho mai sentito in Italia.

Che rapporto hai con la stampa italiana? Non ho trovato molte interviste o articoli su di te. Non ti fidi, hai paura che ti facciano passare per il solito cervello in fuga snob e per questo ti concedi poco?
No assolutamente, figurati, il mio rapporto è tranquillissimo. E' vero, non ho fatto tantissime interviste, e non so nemmeno che tipo di recensioni stiano uscendo. Ma la cosa mi interessa, è chiaro.

Sei un buon osservatore dello stato di salute del punk. Quattro anni fa ti era capitato di suonare con i Misfits e avevi detto che quello non era più punk, candidando i Liars come gruppo punk del momento. Ha ribadito più o meno le stesse cose nell'intervista successiva. Ora, qual'è il gruppo punk del 2011?
(Ride, NdR) Non me li ricordavo più i Misfits... che scandalo. Tempo fa ho rivisto i Les Savy Fav, che poi credo siano in giro da 15 anni, i primi dischi glieli ha registrati Nicolas. Loro mi sono sembrati ancora un gruppo punk, ovvio non musicalmente, come attitudine, invece, direi di si.

In un'intervista dici che suoni da circa 15 anni.
Oddio forse da 15 anni no, direi da dieci o qualcuno in più. Per ricollegarmi a quello che mi chiedevi prima, se sono cresciuto o meno, io faccio questa cosa da quasi metà della mia vita. Ovvio adesso ho raggiunto dei livelli differenti, ma in sostanza la musica è sempre stato il mio primo e unico riferimento. Per questo è strano per avere una visione obiettiva delle cose.

E' vero che il nome Banjo or Freakout deriva da un gruppo, i Need New Body, che ad un certo punto del loro show, quando saliva sul palco il musicista sul palco, chiedevano: "so.. you guys want banjo or freakout!"?
(Ride, NdA) Si. E stata una cazzata gigantesca, ovviamente me ne sono pentito quasi subito e volevo cambiare nome. Perché all'inizio nato tutto così, alla buona, giusto per buttare due loop in rete. Poi mi sono trovato in un progetto ben più grande. Magari tra un po' cambio nome.

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L'articolo Banjo Or Freakout - No pain in pop, la seconda parte, 21-02-2011 di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2011-02-21 00:00:00

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