I Prophilax: "Tutto vero, ci fermiamo. Se penso a questi 30 anni bestemmio ridendo"

Leggenda dell'underground romano dal 1991, la band di Fabio "Ceppaflex" Pinci ha creato una realtà discografica parallela fatta di falli giganti, blasfemia e live incendiari. Ora che hanno annunciato lo scioglimento, gli abbiamo chiesto di raccontare questi 30 anni di culto e scomunica

Tutte le foto dei Prophilax live e in studio per gentile concessione di Fabio 'Ceppaflex' Pinci
Tutte le foto dei Prophilax live e in studio per gentile concessione di Fabio 'Ceppaflex' Pinci

"Son salito su un traghetto per andarmene in Sarfregna...". 
È senza alcun imbarazzo che inizio questo pezzo confessando di sapere ancora a memoria non solo la sigla, ma almeno un buon 80% dei dialoghi di Puttanic, il film del 2005 con cui, ridoppiandone i dialoghi, il frontman dei Prophilax Ceppaflex riscriveva in chiave molto scurrile, molto blasfema e molto romana Titanic. E così per tutti gli altri doppiaggi, come Beverly Holes e Biuticul, e soprattutto per la marea di musica creata dalla band sin dal 1991.

Merito o colpa di Fabio "Ceppaflex" Pinci, allievo del liceo Mamiani di Roma e artista alle prime armi, che aveva radunato un gruppo di amici – il primo in assoluto, Ludovico "Sbohr" Piccinini, è il suo partner in crime da una vita – per fare musica. La loro band metteva assieme le loro grandi passioni: dire cazzate e non prendersi mai sul serio, una dote ben poco comune nella musica allora come oggi, e le sonorità rock. Sin da subito il gruppo, ribattezzato Prophilax, diventava un piccolo cult nell'underground romano.

Con il passaparola e i primi live negli spazi occupati della capitale (molto più attivi che oggi), il loro nome iniziava a girare. E iniziava a diffondersi un piccolo culto parallelo, e-retto attorno all'immaginario che con le loro grafiche (dove gli enormi falli la fanno sempre da padroni), le loro canzoni e le loro esibizioni i Prophilax avevano costruito. I titoli di demo e dischi dicevano tutto: Voci dall'oltrechiavica, Viaggio nella dimensione anale, Il signore delle fogne, Il quinto escremento, Coito ergo sum. Così come quelli dei loro brani più famosi: Ti ano, Dora daccela ancora, Alice nel paese dei cazzi, Me prude er culo.

Sboccati, sempre e comunque scorretti, per la sensibilità di un tempo e a maggior ragione per quella di oggi. Ma al contempo irresistibili, la loro popolarità cresceva grazie a un circuito "parallelo" di concerti partecipatissimi e ai pezzi caricati online sul loro visitatissimo sito bypassando fieramente qualsiasi distribuzione e filiera economica tradizionale. Con il tempo cambiavano diversi membri della band, tutti ribattezzati con nomi "a tema" – Sfinterius, Fregnex, Gloria Hole, Scrotor, Inculomatic –, ma la leggenda dei Prophilax non veniva mai meno, grazie alla Rete e a eventi come l'AntiNatale, i partecipatissimi concerti rituali a Roma nei giorni attorno al 25 dicembre.

Pochi giorni fa commentatori affranti sui social, siti di cronaca romana e testate nazionali, pagine sportive e blog dei metallari hanno dato l'annuncio dello scioglimento dei Prophilax e della fine di un'epopea di musica e improperi lunga 33 anni. Ma nessuno ha trovato il coraggio di chiedere un'intervista a Fabio Pinci, in arte Ceppaflex, che i Prophilax (assieme a tanti altri progetti, tra cui il b-side in odor di scomunica San Culamo) se li è inventati e li ha custoditi ogni giorno.

Qua la nostra chiacchierata con lui. Le risposte, inevitabilmente, sono in stile Prophilax, ma utilissime a capire chi sono stati e cosa hanno rappresentato questi ragazzi romani poi diventati signori senza perdere un briciolo della propria volgarità. E anche a fare chiarezza su alcune delle tante leggende metropolitane e ai misunderstanding circolati su di loro negli anni.  

Dunque, tutto vero: vi fermate. Non si torna indietro?

Tutto verissimo, e che ve faccio gli scherzi? È una decisione ponderata, dopo tanti anni e una certa stanchezza mentale vogliamo fermarci per concentrarci sulle escort che transitano nei nostri appartamenti.

È una decisione che vi ha visti tutti concordi? 

Ludo e Christian forse avrebbero continuato coi live, ma io ho preferito chiudere finché siamo ancora credibili. Alla fine hanno convenuto anche loro che era la cosa migliore da fare. A quasi 26 anni è anche il caso, no?!

Le reazioni di fan e stampa sono state debordanti! Non vi hanno fatto vacillare?

Sinceramente non mi aspettavo una reazione così, davvero. Praticamente ogni giornale nazionale ne ha parlato, pure il Corriere dello sport e Dagospia (è vero, ndr)! L'Avvenire anche, mi pare, ma non ne sono sicuro. Vorrei dire che mi ha fatto piacere; in realtà mi è dispiaciuto dare una delusione ai fans. Ma non cambierò idea, perché il problema alla base non era certo col nostro pubblico, che è stata la costante nei decenni.

C'è anche chi ha scritto – un sito che non conoscevo e che mi pare "abbastanza" di destra, motivo per cui non lo linko – che vi siete sciolti perché vittime del politicamente corretto e del "non si può più dire niente". 

Il politicamente corretto ci fa una pippa e non c'entra assolutamente nulla con lo scioglimento. In qualità di band indipendente e SENZA etichetta, abbiamo sempre scritto quello che ci pareva senza preoccuparci di cosa si potesse o non potesse dire. Non è un caso che il nostro ultimo inedito, Pompe funebri, parli di necrofilia e zombie sodomiti. Un pezzo di Pornado, pensa, avrebbe parlato proprio di questo argomento (in chiave volgarissima ovviamente), mettendo alla berlina l’ipocrisia vergognosa che si cela dietro questa specie di censura che non serve a un cazzo.

Incastrare i Prophilax al resto delle vostre vite in questi anni è stato un casino?

Io faccio il tassidermista, che non è un dermatologo che guida il taxi, ma l'imbalsamatore. Ludo si occupa di import/export di prostitute asiatiche e Christian da anni si masturba in pubblico a pagamento. E sì, incastrare tutto coi Prophilax è stato un bel casino, specialmente quando c' è stato il picco della nostra attività live, nella prima decade del 2000.

Di mille cose incredibili che vi sono successe o che avete provocato, qual è stata la cosa più incredibile di questi anni?

Il pubblico, che non è mai diminuito. Anzi, è addirittura aumentato. Se me lo avessero detto nel 1991, avrei bestemmiato ridendo. Durare tutti questi anni è la cosa di cui mi stupisco di più. Evidentemente qualcosa di buono l'abbiamo fatto. Sono orgoglioso e riconoscente, senza i fans non esiste la musica.

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Quanti live avete fatto in questi trent'anni?

E chi se ricorda? Una marea a Roma, tra Alheus, Qube, Blackout, Orion, Jailbreak e altri che mi sfuggono. Praticamente tutti organizzati da DJ Armandino (ex Radio Rock), che possiamo tranquillamente considerare il membro "occulto" del gruppo. In giro per l'Italia abbiamo suonato tantissimo, ma era davvero troppo faticoso e a una certa abbiamo deciso di limitarci al Lazio e regioni limitrofe per mancanca di tempo.

Quali i pubblici migliori, oltre a quello romano che per voi è casa?

I marchigiani. Pazzi furiosi, simpaticissimi e grandi bestemmiatori. In quel periodo nelle Marche eravamo conosciuti quasi come a Roma. Bellissimi ricordi.

Il live più bello. E il più brutto.

I più belli per me sono tre. Quello al Qube per la presentazione di Puttanic nel 2005, talmente pieno che pensavo sarebbe venuto giù il locale. Il ventennale all'Alpheus nel 2010 e quello alla "Tana delle tigri" a Montegranaro (AP) con apertura dei fantastici Kurnalcool nel duemila e qualcosa. Clamoroso e col pubblico più invasato di sempre dopo quello romano. Il più brutto a dire il vero non saprei. Forse a Mestre, tanti anni fa, dove, complice un ponte, il maltempo e la mancanza totale di pubblicità, vennero tipo 10 persone in questo locale enorme. Uno solo rimase sotto al palco per tutto il tempo. Surreale, grottesco, ma divertente.

Chi sono i vostri fan, e quanto ricambio generazionale c'è stato in questi 30 anni?

I nostri fans sono essenzialmente metallari (è un complimento eh?), amanti della musica, spesso musicisti loro stessi, ironici e intelligenti. Per molti sembrerà assurdo, ma il pubblico dei Prophilax è davvero di qualità. Anche perché per apprezzare la nostra musica bisogna essere di mente aperta e molto ironici. E il cambio generazionale c'è stato eccome. Ai nostri concerti ci sono ragazzi di 18 anni come 50enni. Spesso vengono famiglie intere a vederci. 

In passato avete spesso suonato in spazi occupati: qual è il vostro rapporto con quel mondo e cosa c'entra il "vostro" stile di vita con il "loro"?

Succedeva negli anni '90, poi i comitati femministi hanno cominciato a ostacolarci. Noi abbiamo iniziato nei centri sociali, pur non essendo schierati politicamente, e ci siamo divertiti tantissimo. Nel '93 a Viterbo, nel centro sociale Valle Faul, suonammo sul rimorchio di un tir davanti a 1500 persone con un gruppetto di  femministe che ci sputavano da sotto il palco. Indimenticabile. 

Qual è la canzone che più vi siete divertiti a suonare live, e quale quella da fare per forza, ma che palle?

Sicuramente Ceppa secca era tra le nostre preferite da fare live, ma potrei citarne parecchie. Quella che non facevamo proprio volentierissimo è Trombopolis, vista la difficoltà di esecuzione e la durata. 

Avete avuto problemi legali in passato?

Solo una denuncia a ignoti nel 1995 per una locandina che raffigurava il Mentulatore (si legga da Wikipedia: figura antropomorfa col capo di forma fallica, il cui nome deriva dal termine latino che identifica l'organo sessuale maschile, mentula, ndr) che distruggeva il vaticano, con un enorme cazzo moscio che penzolava dalla finestra dove si affaccia il papa (I minuscoli sono voluti). Finì in un nulla di fatto.

La vostra musica è sempre stata in free download, da ben prima delle piattaforme di streaming e della rivoluzione digitale. Una cosa che avete sempre rivendicato. Ci Ci spiegate meglio la vostra posizione sul free download? 

La musica non va venduta, va offerta. Poi, se apprezzata, la si vedrà dal vivo. Era ridicolo negli anni '90 vendere i CD a 20.000 lire, vederli oggi a 15-20 euro mi fa quasi vomitare. Fortuna che ormai il monopolio dei discografici di merda è terminato e gli artisti possono auto promuoversi in mille modi totalmente in autonomia.

Nel tempo hai iniziato a portare avanti diversi progetti paralleli, come i doppiaggi ironici (e parecchio blasfemi) di film e serie tv, anche qua da assoluto precursore dei tempi rispetto a cose che si vedono in tv oggi. Come hai iniziato?

I doppiaggi sono solo un mio hobby, li facevo da solo a casa con un VHS che aveva l'audio dubbing a tempo perso nei primissimi anni 90. Poi sono diventati virali e abbiamo deciso di farne un paio insieme di alta qualità (Puttanic e La passione di Mannaggia) sfruttando le capacità di Christian Ice. Diciamo che in parecchi hanno provato a copiare e a ispirarsi a quelle cazzate, negli anni. Ma i nostri rimangono indelebili, e non me ne capacito.

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Hai inventato il deep fake?

No, dai. Ideep fake sono tutt'altro. Forse ne farò uso in futuro, ma solo in caso di accuse per omicidio di cardinali.

Con i doppiaggi, oltre alla musica, siete stati vittime oltre che di plagi, di fake news, voci che vi attribuivano cose non prodotte da voi. Qual è la notizia falsa circolata su di voi che più ti ha fatto incazzare?  

L'unica cosa che mi ha fatto davvero incazzare è stato il clone-cojone, un tipo che si spacciava per membro della band sfruttando il nickname del nostro primo batterista (Chiavator), e che ha creato una gran confusione mischiando robaccia fatta da lui con materiale nostro che poi vendeva di soppiatto a ignari fans. 

La leggenda metropolitana più incredibile su di voi, invece? 

Tantissime, e tutte assurde. Una volta mi presentarono una tipa che diceva di conoscere benissimo Ceppaflex. Le dissi che anche io ero un grande suo fan e che doveva descrivermelo fisicamente; diede la descrizione esatta di Ron Jeremy. Non mi incazzai assolutamente, ridemmo tutti e non ebbi il coraggio di dirle che ero io. Ma potrei raccontarne a decine, tutti simili. 

E i San Culamo, invece, la tua band dedita al culto delle bestemmie, invece, tornerà?

I San Culamo sono io, e basta. È una one-man band e quindi il loro destino dipende solo e unicamente da me. Credo che finirò Tana pe' Cristo nel 2054 e lo pubblicherò postumo.

Anche gli Antinatali sono perduti per sempre?

Se un progetto finisce, finisce tutto. Poi chissà se qualcosa in futuro cambierà...

Avevate annunciato un disco, Pornado. Immagino che nemmeno lui arriverà alla fine?

Lo abbiamo iniziato, ma è ben lontano dall'essere finito. È il motivo per cui ho deciso di mollare. Senza un progetto ben definito non avevo più voglia di continuare a fare concerti. Comunque una decina di pezzi (senza contare Fatti una famiglia e Pompe funebri, già pubblicati), era stato scritto e semi arrangiato. Poi sul più bello ci siamo bloccati. 

Un messaggio di speranza per concludere, maestro Ceppaflex.

Come dice il glande Combucio: "Chiusa una porta, s'apre un portone. Basta che dietro ce sta un mignottone". Ciao a tutti ragazzi, e sempre UP THE CHIAVICA!

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L'articolo I Prophilax: "Tutto vero, ci fermiamo. Se penso a questi 30 anni bestemmio ridendo" di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2023-11-29 11:25:00

Tag: live roma rock

COMMENTI (3)

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  • cafecaracasmugnions 4 mesi fa Rispondi

    studentato a Bologna primo anno nel 2003 a vedere biuticul e beverly holes invece di studiare. MITOLOGICI

  • MarcoProfeta 5 mesi fa Rispondi

    Vi sarò sempre grato
    Fabione ti voglio bene

  • SimonSteel 5 mesi fa Rispondi

    Mi ricordo perfettamente nel lontano 2006 in saletta prove arrivò mio fratello esclamando " non potete credere che cazzo ho trovato" guardammo Puttanic sullo schermo del PC....sono irreversibilmente dentro i nostri ani da allora,e non penso usciranno mai.