Venus in Tears - Padova, via mail, 21-02-2004

I padovani Venus in tears propongono una miscela tra il gothic e il glam anni 80 e sono in giro dal 2000. Rispondono alle domande di Rockit la voce della band Lestat e il chitarrista Cat.



Cosa significa il vostro nome? Perché lo avete scelto?
LE5TAT:Oh, è una storia abbastanza lunga ma non troppo…beh, tutto nasce da quando mi son preso una folgorazione per il film Velvet Goldmine, non tanto per la qualità del film ma per l’impatto visivo del medesimo, e poi quella band che accompagnava Brian Slade: i Venus in Furs. Proprio all’epoca (era circa l’autunno 2000) stavo per mettere in piedi la prima formazione embrionale dei Venus e mi stavo sforzando a pensare un nome che potesse comunicare ciò che la band voleva esprimere ed ecco venirmi in mente i Venus in furs…ma la questione si faceva troppo glam per i miei gusti per cui decisi di tramutare quelle “pelliccie” in lacrime…da qui Venus in Tears e poi in fin dei conti suona bene no?

Cosa c’è del vostro nome nella vostra musica?
LE5TAT: Amore e morte, bellezza e declino. Infatti, il nome stesso della band fa riferimento a questo. Venus (venere) come simbolo di bellezza, contrapposto a Tears (le lacrime) ovvero la tristezza e la rassegnazione ad un destino già scritto: la morte. Con la nostra musica narriamo semplicemente di queste cose che potrebbero sembrare banali in un panorama musicale in cui più volte sono stati presi in ballo i suddetti argomenti ma che non lo sono affatto. Venus in tears è l’ammonimento dell’ineluttabile destino che attende ognuno di noi.

CAT: Il nostro nome è molto legato alla musica che proponiamo, ma anche ai temi che nei testi affrontiamo. Parliamo d'amore di cose dolci ma anche del suo lato più introspettivo di come può cambiare le persone sia in bene che in male,dell'amore visto come sofferenza, come odio, come oblio.Ognuno di noi ha vissuto almeno una volta una di queste situazioni...

Quali sono le difficoltà che incontra una giovane band che fa la vostra musica nel vostro territorio?
LE5TAT: Le difficoltà sono molteplici e legate tra di loro da diversi fattori come per esempio il totale disinteresse da parte dei discografici verso nuove realtà e la mancanza di strutture adatte a supportare le iniziative di ogni singolo gruppo. La principale, comunque, rimane quella di aver l’opportunità di farsi notare adeguatamente, in questi casi è necessario avere alle spalle un buon budget economico per far spalancare le porte agli sciacalli discografici. Manca inoltre collaborazione tra i gruppi, manca quindi una scena locale concreta e costruttiva anche se ho imparato a spese mie a starne fuori da certi “SISTEMI” che possono rivelarsi un’arma a doppio taglio.

CAT: Mah soprattutto del nostro genere trova moltissime difficoltà, purtroppo già vivere in Italia è un limite visto che spazi per chi canta in inglese sono molto limitati (mi riferisco a produzione). Per quanto riguarda gli spazi anche quelli mancano, ormai i locali guardano solo ad un guadagno personale e quindi i gruppi che propongono musica propria sono i primi ad essere scartati. E soprattutto credo che la difficoltà più grande sia smuovere la mentalità della gente che viene spesso e troppo indirizzata da radio e tv a seguire sempre i soliti musicisti... ma è un discorso troppo ampio.

Quali sono i vantaggi, invece, di vivere nella vostra zona, per far musica.
LE5TAT: Ce ne sono davvero?

CAT: Quando ne troverò uno ve lo faccio sapere...

Tre dischi stranieri e tre italiani da portare nell’isola deserta.
LE5TAT: Ok, quelli stranieri direi White Zombie “Astro Creep 2000”, HIM “greatest lovesongs vol.666” e per ultimo “Last fair deal gone down” degli svedesi Katatonia. Italiani…mhhhh…senz’altro “Metallo non metallo” dei Bluvertigo, uno a caso dell’immenso Fabrizio De Andre’ e l’ultimo dei romani Klimt 1918 (scusate non ricordo il titolo, sob!).

CAT: Stranieri: Him “Razorblade romance”, The 69eyes “Paris kills”, Tori amos “Scarlet's stories”. Italiani : Battiato, la raccolta; Biagio Antonacci, la raccolta, Ludovico Einaudi, “I giorni”.

Un disco straniero e uno italiano da buttare nel cassonetto.
LE5TAT: Senz’altro “Papi Chulo” (lo so è un singolo ma spero che la tipa non abbia registrato un album intero!!!) di Lorna e uno a caso tra i tanti merdosi big italiani: scegliete a caso tra Vasco, Ligabue, Ramazzotti, Tiziano Ferro, Zucchero etc…
CAT: Stranieri ci butterei tutti quelli di R&B; italiani tutto il resto che non ho citato.

Musicalmente da che parte state: Inghilterra o Stati Uniti? O altro?

LE5TAT
: Sto dalla parte dalla musica sia che essa sia made in England o made in U.S.A. anche se direi: SCANDINAVIAN ROCK RULES!. CAT: Musicalmente ultimamente da diversi anni sto spesso nei paesi scandinavi, da gruppi che suonano il nostro stesso genere a Tori Amos

Un buon motivo per venirvi a vedere dal vivo.
LE5TAT: Credo che ogni concerto dei Venus in Tears sia molto emozionale e riesca a trasmettere molte più emozioni rispetto al cd da noi registrato, forse anche perché adoriamo suonare dal vivo e solo in tale sede siamo in grado di rendere al massimo. È un’esperienza non solo musicale ma anche emotiva e per questo vi aspettiamo.

CAT: Semplicemente perché offriamo qualcosa a partire dalle atmosfere di diverso dai soliti gruppi rock o metal... e le nostre canzoni colpiscono veramente dritte al cuore... e poi vi perdereste le nostre cubiste....he he he !!

LE5TAT: Cubiste? Cat, facciamo musica non favoreggiamento alla prostituzioneeeee!!!! Ha ha ha! Tutto vero tranne per le cubiste…per carità!!! Con tutto il rispetto per il loro mestiere! He he he!

La più bella serata della vostra vita di musicisti.
LE5TAT: Non esiste una serata in particolare, ogni data ha il suo lato interessante è per questo che ritengo ogni nostro concerto stupendo, che esso si svolga davanti a 1000 o 5 spettatori non fa differenza, l’importante è riuscire a comunicare il nostro messaggio all’ascoltatore, credo che sia la cosa che ti dia maggiore soddisfazione.

CAT: Spero che arrivi presto!!! (????Boh! n.d.Le5)

Questo è un mondo difficile perché…
LE5TAT:…perché felicità a momenti e futuro incerto…ma che razza di domanda è?!?!??? Comunque non so, dovresti chiedere a Tonino Carotone!! Va bene,azzardo tre personali ipotesi per farti contento: l’ignoranza, l’arroganza dei potenti ed i pregiudizi. Let there be goth!

CAT: E’ difficile solo per chi si arrende... ma se devo rispondere direi perché ci nasconde le verità con tante menzogne...

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L'articolo Venus in Tears - Padova, via mail, 21-02-2004 di Renzo Stefanel è apparso su Rockit.it il 2004-02-21 00:00:00

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