Per Pop X l'intelligenza artificiale fa le cose con l'ano

E allora il Maestro ha deciso di sfidarla, di mettere alla prova la tecnologia, gli algoritmi e pure Dio. Con il suo nuovo disco "Anal House", un esperimento unico: una selezione di sessioni di improvvisazione con il software Max. Il 26/5 al MI AMI (a Mil-ano) sarà un live totalmente folle!

Pop X
Pop X

"II disco raccoglie una selezione di sessioni di improvvisazione eseguite da Pop X con una patch, da lui realizzata, di composizione algoritmica, generativa e procedurale realizzata con il software Max/msp", recita una specie di comunicato stampa giratomi da Bomba Dischi e redatto dallo stesso Davide Panizza, il genio che si cela dietro al nome di Pop X.

Il disco in questione – in uscita venerdì e di cui per il momento non si sa pubblicamente ancora nulla o quasi – si chiama Anal House ed è una specie di sfogo del Maestro, che voleva prendersi una meritata vacanzuola dal classico Pop X. Le solite strutture delle sue canzoni non lo avrebbero stimolato quanto un disco house completamente irregolare nei ritmi, imprevedibile nelle progressioni armoniche e realizzato con una nerdata di software grafico dove devi programmare tutto, dai generatori di rumore ai filtri, ai sequencer. 

Non c'è da spaventarsi, però: si balla che è una meraviglia – lo vedremo il 26 maggio al MI AMI, qua i biglietti! – e soprattutto "le sequenze accordali generate dall’algoritmo" continua la presentazione "si susseguono crudamente come in un vortice che conduce all’Ano. Ano come metafora di Dio, del Big Bang e del Big Crunch, Ano buco nero e buco bianco dal quale usciamo proiettati nel futuro di miliardi di anni o ani.."

Quindi insomma, tutto ok. È sempre Pop X. 

Non hai mai fatto un disco con Max/MSP tu, no?

Mai, integralmente mai. L'ho già usato per generare qualche suono in qualche canzone. Ma un disco completamente su Max, mai. 

Le ultime persone che usano Max per produrre che ho intervistato sono tipo gli Autechre. Come dire, è musica lontana dalla tua. 

Sì, è un software impegnativo. Io per esempio gli dico: bon, generami una sequenza di accordi che io ho già prestabilito. Lui genera il materiale e io continuo a operare delle scelte su come voglio le sequenze a livello ritmico, armonico. La cosa particolare è che è un flusso, quindi anche i pezzi sono nati registrandoli live con questo algoritmo. Io suonavo l'algoritmo che mi sono creato, dopodiché registravo. Poi ho preso delle parti di registrazione che erano venute un po' meglio e le ho rese delle tracce, proprio tagliando.

Quindi la difficoltà è stata anche scegliere quali parti includere?

Giusto. Perché alla fine facevo anche delle improvvisazioni di un'ora, o due ore anche. E poi dovevo riascoltarle e capire quali parti potevano diventare le canzoni.

È vero che il disco è nato con una sfida?

Sì. Io Max lo uso dal 2006. Avevo fatto un anno in questa Scuola di Alto Perfezionamento Musicale a Saluzzo. Lì un tizio ci aveva fatto vedere Max. E io all'epoca ero tipo: "Che cazzo è 'sta roba?" Poi per anni ne sentivo parlare e lo usavo alla triennale di musica elettronica al Conservatorio di Milano. Però lo vedevo sempre un programma molto sperimentale, mi dicevo sempre: "Ma io che cazzo di faccio con questo?" Potevo farci ben poco, di fatto. Io comunque ci ho fatto la tesi di Laurea in Musica Elettronica con Max: ho fatto un software audiovisivo in cui, con una penna su una tavoletta grafica, disegnavo e generavo suoni a seconda di come facevi il tratto, di quanto premevi, eccetera. Quindi lì mi ero messo a impararlo meglio.

Le sequenze accordali generate dall’algoritmo si susseguono crudamente come in un vortice che conduce all’Ano, dice Pop X
Le sequenze accordali generate dall’algoritmo si susseguono crudamente come in un vortice che conduce all’Ano, dice Pop X

E da lì?

Da lì ho cercato di imparare a utilizzarlo meglio. Mi ero visto dei live di Mark Fell, uno che lo usa dal vivo. E lì ho detto: "Cazzo, se questo fa i live, voglio farlo anche io". Però non mi andava di fare musica troppo sperimentale. La house è uno dei generi elettronici che mi ha attirato di più, da sempre. 

Be', con il progetto Uccelli suonate anche queste cose.

Bravo, con Uccelli l'avevamo esplorata questa cosa della house. E allora ho deciso di fare qualcosa di house ma con un software nuovo rispetto ai soliti. Vuoi o non vuoi io Max lo insegno anche ai ragazzi di terza, quarta e quinta qui al Liceo Musicale a Trento. Quindi, in qualche modo ce l'avevo sotto il naso tutti i giorni. Non ho mai avuto la scusa ufficiale per iniziare un progetto con Max: un bel giorno di qualche mese fa il mio socio Niccolò (Di Gregorio, nda) mi ha sostanzialmente sfidato a fare un intero disco con quel software. Poi non sono un nerd della musica house, ho una mia idea di ritmi e accordi. Mio fratello minore la suona coi dischi con un suo amico. Vanno proprio in giro a fare DJ set coi vinili. E in qualche modo sentivo che mancava qualcosa nei loro live. Volevo una house più fredda, più elettronica, più...

Più irrisolta..

Sì, perché ha anche ritmi irregolari e accordi difficili. Armonie dissonanti, tonali, non dico proprio dodecafoniche ma un po' fastidiose all'orecchio, no? Quindi ho provato questo nuovo territorio.

E come spieghi che "Le sequenze accordali generate dall’algoritmo si susseguono crudamente come in un vortice che conduce all’Ano?" 

(ride) Non so. Perché comunque allo stesso tempo Max è un programma misterioso, con un'aura da nerd. Però allo stesso tempo è il tuo schiavo anale che si mette al tuo servizio musicale. È anche un po' un insulto all'algoritmo. Anche con tutte quelle parolacce e bestemmie in inglese: God Pig, God is My Ass, (ridiamo). È anche per dissacrare tutta 'sta roba dell'intelligenza artificiale, di tutto questo sentimento collettivo tipo "oddio, che cazzo fa 'sta roba". E invece vaffanculo, alla fine è un cazzo di coglione che fa delle operazioni anali. 

Ma poi titoli pazzeschi: Feckmen, Anal Steroids, Anal Resource, Assrimmed, che tra l'altro è anche la mia preferita. 

Eh, ma a te tra l'altro cosa è arrivato di questo disco?

Per me è una hit. È uno dei dischi che parla di più del progetto Pop X. Perché, sulle prime, Pop X sembra musichetta frivola, da cazzari. In realtà ci sono dietro musicisti coi controcazzi...che però usano le loro abilità accademiche per fare i cazzari. Come appunto un disco che si chiama Anal House fatto con Max/Msp. 

Sì, bravo. Poi, al di là dell'aspetto concettuale, mi piacevano le sonorità che ne escono. Sequenze inusuali e cose fuori dal comune. Anche perché sai, per me scrivere canzoni è sempre più tosta. Sono sempre quegli accordi che girano, sono tutte cose che come Pop X nei vari dischi ho esplorato in lungo e in largo. Parole senza senso, parole come suono, eccetera. La questione di usare nuovi accordi e nuove note mi ha dato sicuramente un nuovo stimolo a rimettermi in gioco. Suonare questa roba dal vivo è comunque una sfida, perché la gente ormai viene al miei concerti per sentire Missile e queste robe. E invece proviamo a dargli qualcos'altro, qualcosa di nuovo.

Perché giustamente un po' ti sei rotto il cazzo di suonare le stesse canzoni sempre.

Un po' sì, ma va anche bene suonare le mie classiche canzoni. Ci sta però proporre qualcosa di veramente nuovo anche dal mio punto di vista. Sono curioso di proporlo, vediamo come reagirà il pubblico.

Io sono fiducioso, perché il tuo pubblico dei concerti è tendenzialmente giovane, preso bene e quindi in buona parte open-minded. 

Sì, è vero. Potrebbe piacere. 

E quand'è che ce lo suoni davanti all'ano?

A Mil-ano il 26 maggio, al MI AMI. Poi ho altre date quest'estate, tutte su questo disco. Cioè, principalmente faccio questo disco dal vivo, più 3 o 4 versioni rielaborate di pezzi classici che suono dal vivo.

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L'articolo Per Pop X l'intelligenza artificiale fa le cose con l'ano di ClaudioBiazzetti è apparso su Rockit.it il 2023-05-03 10:51:00

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