È una questione di fisica

A Gold Mass essere una musicista non bastava per entrare in contatto coi suoni, così si è laureata alla Normale di Pisa in Fisica. Oggi studia l'acustica nelle auto in un'azienda specializzata: qua vi raccontiamo la sua storia, e quanto uno studio scientifico possa far bene anche alla musica

Gold Mass
Gold Mass

"E oltre alla musica cosa fai?". È una domanda che chi suona conosce benissimo: che la musica possa essere un lavoro a sé è spesso qualcosa di utopico, per cui nella persona comune è ben radicata l'idea che questa non possa essere un'occupazione principale, ma uno svago, un "altro" rispetto a un lavoro di qualsiasi tipo. E spesso è così: nel grande campionario dei musicisti si trova più o meno qualsiasi cosa, pur di riuscire a incastrare la musica nella propria vita e non per questo patire la fame. E poi c'è chi riesce a inserirsi in qualche modo nell'intercapedine tra questi due mondi, anche in una maniera parecchio specifica particolare.

È il caso, per esempio, di Gold Mass, musicista milanese che ha dedicato allo studio del suono parecchi anni della sua vita. Dopo aver imparato a suonare il pianoforte in gioventù, al liceo si innamora della fisica, materia che approfondirà all'università, laureandosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa con una tesi sulle "proprietà di coerenza del trasporto elettronico mediato da onde acustiche di superficie in nanodispositivi" (se vi siete un po' persi tranquilli, è normale). Per quanto chi è più allergico alle materie scientifiche spesso cerchi di dimenticarsene, la musica e la fisica sono profondamente interconnesse tra di loro. In primis perché la fisica spiega la realtà che ci circonda, ma soprattutto perché tutta la musica alla base è fatta di frequenze, vibrazioni, onde sonore. La musica è un fenomeno acustico, e quindi fisico.

video frame placeholder

Ed è proprio in questo discorso che rientra l'occupazione di Emanuela – questo il suo vero nome – al di fuori del suo progetto artistico, visto che lavora nel dipartimento di ricerca e sviluppo di una multinazionale tedesca impegnata nel campo automotive, precisamente all’interno del reparto di testing. "Mi occupo della caratterizzazione acustica di componenti per auto, in particolare delle loro pulsazioni idrauliche, vibrazioni e conseguente radiazione sonora emessa", ci ha spiegato. "Curo e allestisco test in cui le sorgenti sonore vengono strumentate attraverso microfoni, accelerometri e trasduttori di pressione e testate per diverse condizioni operative dei componenti. Una volta acquisiti, i dati di prova vengono processati nel dominio della frequenza e analizzati. In caso di criticità, lavoro in collaborazione con i clienti per risolvere eventuali problematiche di rumore, proponendo modifiche di design del componente quando necessarie, o andando a scoprire eventuali altre responsabilità del sistema nella sua complessità".

Certo, per intraprendere un percorso di questo tipo bisogna avere una predisposizione particolare, non è esattamente il campo di studi più intuitivo del mondo, ma è stata proprio la musica ad aprire le porte per questa direzione a Emanuela. "Tra gli esami presenti nel corso di laurea in fisica, sono diverse le materie che si avvalgono della teoria della propagazione delle onde per descrivere fenomeni tra loro anche molto lontani. Tra le varie materie, scelsi di seguire il corso di Fisica musicale, e lo trovai davvero interessante perché completava i miei studi musicali dando una spiegazione ad alcune nozioni che avevo imparato senza però avere una descrizione precisa dei fenomeni fisici che accadono. Poter osservare quello che si cela dietro ad una realtà macroscopica, poterne spiegare o talvolta predire il comportamento, è incredibile". Insomma, un percorso scientifico che aggiunge un pezzetto dall'altra parte rispetto all'aspetto "artistico" del suono, la razionalità che completa l'istinto, l'analisi che si lega all'intuizione.

Gold Mass
Gold Mass

La verità è che quando distinguiamo musica e fisica facciamo proprio un errore, almeno a detta di Emanuela: "Sono proprio la stessa cosa, stiamo parlando dello stesso fenomeno di generazione del suono, della sua amplificazione e in ultimo, della sua manipolazione per rispondere a desideri diversi. Nel caso dell’acustica in automotive, l’obiettivo è cercare di limitare al massimo i decibel prodotti da una sorgente di modo da rendere massimo il comfort acustico di un guidatore in abitacolo. Nel caso di uno strumento musicale, si cerca in genere di trarre beneficio dall’amplificazione che le risonanze garantiscono".

Ma come questo trovarsi in bilico tra scienza e arte si influenzano tra loro? Cambia qualcosa nell'approccio tra l'una e l'altra? Qualche effetto sicuramente c'è secondo Emanuela: "Quando ho avuto tra le mani alcuni pezzi che pensavo avessero un potenziale e mi sono decisa a pubblicare un album di debutto, ho pensato di rivolgermi ad un produttore. Col tempo però ho capito che in questo modo mi stavo precludendo una delle parti più divertenti e creative del lavoro, oggi per me sarebbe impensabile non farlo. Sono sempre più rivolta al sound design e al processamento del suono nella mia ricerca, dove la creatività e la teoria acustica si incontrano naturalmente. D'altro canto, come tutte le persone che fanno produzione e adorano l’audio in generale, sto sviluppando diversi livelli di ascolto. Capita di ascoltare un pezzo e rendersi conto di star prestando attenzione solo agli aspetti tecnici, ed è un tipo di ascolto totalmente diverso dal voler semplicemente ascoltare musica. L’importante è riuscire ancora a saper passare dall’uno all’altro tipo di ascolto".

---
L'articolo È una questione di fisica di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-06-05 12:28:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia