Mattia Bocchi viene da Parma, ma la sua musica arriva da Londra, dai palchi dei festival indipendenti, dai beat immaginati tra i banchi delle scuole medie. Si definisce “romantico e stralunato”, e in effetti scrive così: di getto, ma con uno stile tutto suo.
Dopo un passato tra rap, un ep autoprodotto in Inghilterra e una laurea al SAE di Milano, oggi Mattia lavora come Material Flow Supervisor… e intanto pubblica Anelli di Newton, primo assaggio di un ep che vedrà la luce dopo l’estate. Tra interferenze ottiche e amori che lasciano scie luminose, Bocchi continua a cercare la sua voce. E, finalmente, sembra averla trovata.
Quando hai iniziato a fare musica?
Ho iniziato con i testi rap su beat immaginari alle medie insieme ad uno dei miei migliori amici, ascoltando Eminem. Poi la chitarra, poi un mondo di generi che ho scoperto un poco alla volta. Dall’elettronica al cantautorato italiano.
Come hai imparato?
Sono autodidatta. Ho imparato da solo ad accompagnarmi e a scrivere le mie canzoni. Per capire veramente chi sono, artisticamente, ci è voluto tempo. Dopo il diploma in ragioneria, mi sono trasferito a Milano dove ho frequentato il Sae Institute, ottenendo il B.A. in Music Industry e audio Engineering. Poi sono andato a Londra dove ho lavorato come cameriere e barista, imparato la lingua e intanto ho autoprodotto il mio primo ep Music for toilet. Scheda audio, pc e tanto cuore. Sono tornato in Italia e ho lavorato nei Service. Ho fatto diversi lavori ed esperienze. Qui voglio citare anche il mio cuginetto e chitarrista solista Michele Bocchi. Abbiamo iniziato a suonare insieme da ragazzini, quando non sapevamo cosa stessimo facendo. Non abbiamo mai smesso di fare musica insieme. Live e in studio.
Qualche live che ti è rimasto impresso?
L’anno scorso ho vinto “l’Underdog Music Contest” e per questo a giugno abbiamo aperto a gli Ex Otago sul palco del Lumen Festival a Vicenza. Cose che ti ricordi!
Che genere di musica fai?
Faccio pop indipendente. Scrivo in modo diretto, di stomaco. Quando provo qualcosa che non riesco a tenermi dentro e allora la tiro fuori così, con le canzoni. Mischio elementi provenienti dai diversi generi e contesti che mi hanno influenzato negli anni, cercando di ottenere un risultato originale, uno stile mio.
Come è nato il tuo nuovo lavoro?
Il mio ultimo lavoro nasce da un momento in cui avevo bisogno di sperimentare nuove sonorità e soprattutto di conoscere nuovi amici con la mia stessa passione. A dicembre 2024 ho deciso di scrivere ad Emanuele Santona, producer di Parma, musicista della band I segreti. Gli avevo mandato un mio brano chiedendogli un parere. Ci siamo conosciuti e c’è stata subito una bella sintonia. Dopo un paio di mesi avevamo già in mano un nuovo progetto inedito, che poi ho registrato da Alessio Buso, presso il Revep Studio a Parma. Sono davvero entusiasta. Musicalmente parlando credo che sia la cosa migliore che abbia fatto fino ad ora. Gli arrangiamenti di Santona sono molto freschi. Io ho lavorato tanto sulla mia scrittura, cercando di semplificare e ottenere un risultato accessibile ma non banale, con delle melodie orecchiabili. Spero di esserci riuscito. La parte grafica del progetto è curata da Michele “Wozza”; un’artista a 360. Volevo collaborare con qualcuno che avesse uno sguardo diverso e sono contento del risultato. Gli scatti invece sono di Matteo Mora. Amico e fotografo di Parma. Da un po' di tempo sta lavorando veramente ad alti livelli con artisti importanti.
L’ Ep arriverà dopo l’estate edito da Sputnik Music Group e distribuito da Altofonte Italia. Intanto è uscito il primo singolo Anelli di Newton. Parla di due ragazzi che si lasciano. Lui è ancora innamorato e vorrebbe fare una polaroid al cuore di lei, per poi scannerizzarla ad alta risoluzione e vedere se c’è ancora traccia della loro storia. Quando si digitalizza una Polaroid è possibile che si creino degli artefatti a forma di anelli concentrici chiamati Anelli di Newton.
“Il fenomeno degli anelli di Newton, che prende il nome da Isaac Newton, è una figura di interferenza dovuta alla rifrazione della luce tra due superfici: una sferica e l'altra piana, adiacente alla prima”.
Progetti futuri?
Tra poco uscirà un altro singolo e intanto stiamo organizzando un mini-tour dell’ep per questo inverno… Non vedo l’ora!
---
L'articolo Dai beat immaginati al pop di Mattia Bocchi di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-07-07 11:44:00
COMMENTI