Il rock-folk irlandese de Il Pozzo di San Patrizio

Da una Salerno di 25 anni fa ai concerti in Europa: la storia della band formata da Dario Triestino (basso e voce); Dario De Nicola (fisarmonica e voce); Carlo Inglese (chitarra); Roberto Coscia (batteria). Tra l'attitudine a sperimentare, canzoni sulla libertà e progetti futuri

Il Pozzo di San Patrizio - foto stampa
Il Pozzo di San Patrizio - foto stampa

Sono quattro musicisti salernitani: Dario Triestino (basso e voce); Dario De Nicola (fisarmonica e voce); Carlo Inglese (chitarra); Roberto Coscia (batteria). Vivono tutti a Salerno e insegnano musica nelle scuole, tranne Dario che vive a Perugia e, oltre la musica, fa il programmatore. Si sono conosciuti tanto tempo fa per le strade di Salerno: "Era il 1996, eravamo tutti ventenni e ci si incontrava al centro per suonare insieme e passare le serate. Ci siamo piaciuti sin da subito, e immediatamente abbiamo pensato di dare vita ad una band insieme", racconta Dario, fisarmonicista e voce del progetto.

Il Pozzo di San Patrizio
Il Pozzo di San Patrizio

Così, nasce Il Pozzo di San Patrizio: "La musica irlandese ha sempre avuto un'influenza importante nella nostra band, soprattutto all'inizio, e San Patrizio è il patrono d'lrlanda – continua a proposito del nome – Il Pozzo di San Patrizio, oltre a essere un luogo leggendario, è anche un modo per indicare ricchezza. Rendeva bene la nostra attitudine a sperimentare diversi stili e generi musicali".

Fanno un "folk-rock internazionale, anzi rock-folk", lo definiscono, poiché: "Abbiamo un'impronta molto rock soprattutto nei live. Nelle nostre canzoni si scorgono elementi balcanici e mediterranei, oltre la già citata musica irlandese e celtica", dicono. E, a proposito delle influenze: "Veniamo da ascolti piuttosto variegati, che vanno dalla classica al folk, dal rock classico all'heavy metal, senza disdegnare reggae, progressive, grunge, punk". Tra i gruppi di riferimento Dropkick Murphy's, The Pogues, Floggin' Molly, No Smoking Orchestra.

Orso M49 è il loro ultimo singolo, uscito a febbraio: "Si tratta di un brano dedicato alla vicenda del famoso orso Papillon, celebre per le sue fughe dal recinto Casteller (a Trento), in cui è attualmente rinchiuso. È una canzone sulla libertà come diritto di ogni essere vivente e fa riflettere sulla mancanza di limiti dell'uomo nel perseguire i suoi interessi, senza nessuna forma di rispetto verso la natura", dice Dario.

Durante un live
Durante un live

Nella loro lunga carriera – di oltre 25 anni – hanno tenuto un migliaio di concerti in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Inghilterra. "Di quasi tutti i nostri concerti conserviamo ricordi e sensazioni positive. In particolare, ricordiamo nitidamente l'adrenalina dei concerti al Fimu 2001 a Belfort in Francia, all'Oerol e al Folkwoods Festival in Olanda nel 2004".

Progetti futuri? Innanzitutto riprendere a suonare in giro per presentare il loro ultimo album Vagabondo Rebelde, uscito all'inizio della pandemia da Covid. Poi: "Qualche concerto è già fissato. A livello creativo stiamo lavorando a nuovi brani. Vorremo realizzare per la prima volta una canzone in inglese per le persone all'estero che non parlano italiano". Stay tuned.

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L'articolo Il rock-folk irlandese de Il Pozzo di San Patrizio di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-07-05 10:30:00

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