Slumber - Rozzano, 06-12-2003

Venerdi 27 febbraio 2004 gli Slumber apriranno il concerto dei Julie’s Haircut a Soave. Sarà il loro ultimo concerto prima di una lunga pausa.

Questa intervista è stata realizzata a dicembre, in occasione della Kronic Night tenutasi allo Spazio Aurora di Rozzano (MI). La pubblichiamo solo ora, con grande ritardo, ma con la grande speranza che le cose dette prima e scritte poi non risultino stridenti con l’oggi, nella prospettiva – insomma – che questa lunga pausa rimanga solo una lunga pausa, e non si trasformi in un addio definitivo (come vocifera qualcuno). Perché, anche se a volte il pop si tinge di malinconia, noi vorremo ancora un finale a tinte limpidissime e solari, senza problemi. Un finale popular, appunto, dove tutti vissero felici e contenti.

Legenda:
(D) => Davide
(M) => Massimo
(F) => Francesco
(L) => Luca



Partiamo da una domanda…
(D) Ce le hai già scritte?

Ehm, no.
(D) Ah, perché io le risposte ce le ho già scritte.

Ottimo. Un buon punto di partenza.
(D) Eh si.

Slumber: un gruppo assolutamente pop.
(D) Dici?

Già, dico.
(M) Dico anche io.

Che cos’è per voi l’attitudine pop?
(D) Boh. Parto io?

(M) Eh beh, direi!

(D) L’attitudine pop. Inserire la melodia giusta, non importa quale sia la base musicale. Per esempio - nessuno se n’è mai accorto - noi abbiamo delle chitarre che sono sature da far paura.

Oh, beh, qualcuno secondo me se n’è accorto…
(D) Eh, ma non tutti! Ho speso sei milioni per avere delle chitarre così sature … In realtà quando la melodia si staglia sul tutto, e ti resta in testa in maniera intelligente - non si tratta di copiare nessun giro, o nessuna soluzione melodica fatta prima – ma… non sto arrivando a niente con questo discorso…
(F) Chiudilo con eleganza!

(D) Melodia che si staglia sul tutto…
(M) L’hai già detto tre volte!

(D) Era per fare un riassunto: non importa quale sia la base musicale.

Voci importanti come Rumore hanno definito il vostro il miglior disco pop del 2003. Come è nato “Never Been a Girl” e come sono nati, invece, gli Slumber?
(D) Noi siamo nati non facendo dell’attitudine pop la nostra prerogativa. Siamo partiti con una formazione completamente diversa da quella attuale: eravamo io e lui (Massimo, NdR) e cambiavamo un sacco di batteristi… qual era la domanda?

(M) Devi dirgli come siamo nati e come poi è nato “Never Been A Girl”…
(D) Ma non stavamo parlando di Rumore?

Quella era la premessa…
(D) No beh dai, partiamo da Rumore. Allora: la recensione ci ha fatto moltissimo piacere perché quando una testata scrive una cosa del genere ha bene in testa un concetto di pop che è molto vicino a come lo intendiamo noi. Non so come lo intendiamo noi, ma è lo stesso molto vicino a come lo intendiamo noi. Poi, come siamo nati? Io suonavo in un gruppo punk, ma ad un certo punto il punk ha iniziato a starmi stretto. Così ho messo su un gruppo indie, anche se non sapevo che cosa fosse l’indie.

(M) Davide, cazzo, ma sono un pacco le tue interviste! (Ridiamo, NdR)

Qual è stata l’evoluzione del gruppo Slumber?
(F) I successi sono incominciati ad arrivare quando sono arrivati Francesco e Luca…
(D) In effetti noi li guardavamo dall’esterno e ci piacevano, però…
(F) …però non ci pagavano per iniziare a suonare con loro.

(L) Addirittura noi siamo entrati proprio perché ci piacevano quegli Slumber di allora. Poi in realtà le cose sono cambiate per una serie di motivi, anche perché si sono evoluti i gusti musicali del songwriter. Diciamo che ognuno porta il suo contributo, in un gruppo come in una big band.

(M) Però diciamo anche che da quando siete arrivati voi non abbiamo fatto più pezzi…
(F) No, beh, diciamo che ne abbiamo fatti meno, ma abbiamo fatto i più belli.

Allora, com’è nato questo “Never Been A Girl”, che ha ottenuto così tanti successi?
(F) Dal sentimento.

(D) È nato dalle ceneri di un EP uscito poco tempo prima… (lunga pausa, NdR) poi siamo stati contattati da un’etichetta - anzi noi l’abbiamo contattata, implorandola – e quel lavoro si è sviluppato. Così siamo entrati in studio e ne è uscita una cosa un po’ più compiuta e ragionata.

Quindi è stato l’EP che ha pesato sulla decisione della Fosbury di arruolarvi?
(M) Sì, sicuramente.

(D) Comunque l’EP era la summa e il riassunto di tutto quello che avevamo fatto fino ad allora. Conteneva sette pezzi, e su cinquanta/sessanta pezzi che avevamo fatto fino ad allora…
(M) …erano gli unici belli!

(D) Si, beh, abbiamo scelto i pezzi più rappresentativi.

Dopo una serie di recensioni assolutamente positive, come quelle che avete avuto, è cambiato qualcosa nel vostro atteggiamento nei confronti del live e delle nuove canzoni?
(M) Secondo me no.

(F) No beh, ho cambiato macchina io… c’erano i soldi solo per cambiarne una, e l’ho cambiata io, perché ero quello che ce l’aveva più vecchia… (Ridiamo, NdR)
(M) Normalmente, dopo una serie di recensioni così positive, può magari succedere che uno si monti la testa: in realtà ti posso assicurare che questo non è successo.

Magari un po’ più di consapevolezza nei propri mezzi, no?
(M) Si, però c’è il problema che hai la consapevolezza delle tue possibilità, ma spesso non puoi fare qualcosa perché hai degli impedimenti di altro tipo, lavorativi o di altro genere, che sotto alcuni punti di vista possono bloccarti.

(D) No, secondo me il nostro atteggiamento non è cambiato dopo aver ricevuto tutte queste recensioni. Il nostro atteggiamento è cambiato già da prima, quando abbiamo deciso di registrare l’EP. A differenza di molti altri gruppi, abbiamo sempre avuto un forte senso critico nei confronti dei nostri brani, e ci guardiamo bene dal proporre tutto quello che facciamo: selezioniamo bene e vogliamo che ogni pezzo abbia senso compiuto e che ogni album abbia un certo significato.

Sebbene, magari, l’approccio non sia volutamente pop, il risultato, invece, è dichiaratamente pop. Tempo fa chiesi ai Baustelle che cosa per loro significasse pop. Francesco mi rispose: << il pop come genere musicale io non lo prendo neanche in considerazione, nel senso che non esiste per me. Quando parlo di musica “pop” io intendo una macro-categoria che contiene ogni possibile genere di musica leggera. Pop significa popular, cioè “popolare” >>. Siete d’accordo?
(L) Io no. Alla fine la parola pop è stata riempita di significati, e non si può non prenderne atto. È vero quanto diceva Davide riguardo il gusto e la ricerca della melodia, e secondo me la categoria pop esiste.

(M) Quindi se ti chiedessero che musica fai risponderesti “pop”?

(L) Si, e aggiungerei un aggettivo, magari.

(F) Dai, aggiungilo allora!

(L) Indie ci può stare.

(M) Pop figo!

(D) Quando suoniamo forse emerge in noi un elemento che tu definisci pop, e forse questo è il nostro elemento comune, indipendentemente dai diversissimi ascolti che abbiamo.

Dopo un live come quello di stasera, vi chiedo: quali sono stati i riscontri del pubblico nei vostri confronti?
(D) Secondo me ogni concerto è una storia fine a se stessa. Per esempio il pubblico di stasera non mi ha trasmesso delle grandi emozioni, perlomeno per quello che riguarda me.

(M) Ma no, dai, in alcuni momenti è stato molto coinvolto e caloroso. In altri momenti secondo me non s’è reso conto che era finita la canzone! Poi, beh, c’era mezza Verona!

(D) Comunque alla fine è sempre difficile stabilire in generale quello che è il riscontro del pubblico…
(M) Te ne accorgi alla fine: quanti cd hai venduto.

(D) A parte questo, secondo me ogni concerto è una storia a sé stante. Però, se vogliamo fare un discorso in generale sul nostro pubblico, una cosa che mi ha sempre sorpreso dalla realizzazione dell’EP ad oggi è che è molto eterogeneo: va dalla nonna alla madre di famiglia, dal teenager al punk-rocker, dal metallaro all’indie-kid. Oppure, rimanendo in ambito veronese, forse la cosa che ci caratterizza di più rispetto agli altri gruppi della nostra città è che abbiamo un pubblico non fatto solamente di musicisti o gente propriamente appassionata di musica: ai nostri concerti vedi gente che ad altri concerti non vedresti mai.

(F) Che grande che sei… questa è bella!

(M) Bella… questa cosa attirerà verso di noi l’odio di tutta la scena veronese, che già…
(D) Ma no dai, abbiamo sempre fatto dell’amicizia un nostro cavallo di battaglia… e poi noi siamo nemici degli altri gruppi, ma amici della gente! (Ridiamo, NdR)

Questa merita la palma d’oro come miglior risposta.
(D) Beh, questo in ambito veronese… in campo internazionale e nazionale bacerei i piedi a molta gente: per esempio in macchina ascoltavamo “La moda del Lento” dei Baustelle e mi ha spaccato il culo, è bellissimo.

Una delle ultime domande. Gli Slumber puntano a qualcosa? E se puntano a qualcosa, a cosa?
(F) A una ricchezza sfrenata. E definitiva. (Ridiamo, NdR)
(M) Intendi progetti?

Sì. Progetti e obiettivi.
(D) C’è stato un momento in cui il nostro obiettivo è stato uscire dalle mura di Verona.

(M) A me personalmente piacerebbe suonare di più in giro. Suonare in giro ti porta tante altre cose, tipo conoscere gente. Oppure registrare, mi piacerebbe registrare cose nuove.

Sempre per Fosbury?
(M) Mah, penso di sì. Chiaro che se arrivasse qualcuno che ci molla un lingotto magari ci pensi, ma noi con loro ci troviamo molto bene: ci hanno sempre dato quello che ci hanno promesso, anche se stiamo ancora aspettando i soldi di Audioglobe… Comunque a queste cose ci penseremo a tempo debito. A breve termine vorremo registrare un EP e fare un video.

(D) Gli obiettivi sono fare un video e non dover tirare fuori i soldi per la droga: che ce la regalino!

(M) Guarda che legge tua madre…
(D) Mia mamma non sa usare internet.

L’obiettivo, dunque, è quello di far crescere il progetto Slumber?
(F) Sì, l’obiettivo, finchè ci divertiamo, è quello. Se non ci dovessimo divertire più, andremmo a mangiare la pizza.

Avete da aggiungere qualcosa?
(M) Io mi chiedo perché Stefanel dia il primascelta a tutti, e a noi no… (Massimo incomincia a ridere, e parla ridendo, o ride parlando, NdR) A me avevano detto: manda il cd a Stefanel, stai tranquillo che ti dà il primascelta! E allora noi potevamo mandarlo ad Acty o cani e porci, e invece l’abbiamo mandato a Stefanel....

(F) …ma alla fine ce l’ha dato il primascelta?

(M) Ovviamente no! (Ridiamo, NdR)
(L) Una frase ad effetto? Finchè ci sarà il divertimento, ci saremo noi. Quando mancherà il divertimento, credo potremo andarcene a casa a fare le nostre cose.

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L'articolo Slumber - Rozzano, 06-12-2003 di Carlo Pastore è apparso su Rockit.it il 2004-02-22 00:00:00

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