Shizarina ci fa rivivere un passato che non abbiamo mai vissuto

Dai vinili dei genitori ai primi singoli, passando per gli studi al conservatorio: storia di una giovane artista in cui nostalgia e divertimento convivono pacificamente

Foto di Kateryna Ilchenko
Foto di Kateryna Ilchenko

Ci sono persone che sono destinate a vivere la propria vita tra palco e realtà. Artisti tour court che, volente o nolente, finiscono sempre per avere un piede nel mondo dello spettacolo e l’altro in quello della musica. Lo sa bene Shizarina, nom de plume dietro cui si cela Sabrina Di Cesare, cantante classe 2002 originaria di Genzano di Roma, paese che sorge sulle sponde del Lago di Nemi, una trentina di chilometri a sud della Capitale.

Un'artista alle prese con una vera e propria "doppia vita", equamente divisa tra musica e TV. "Mi definisco una cantautrice, ma anche una ragazza curiosa che si divide tra studi televisivi - nel 2024, è stata Miss nel programma Avanti un altro con Paolo Bonolis, ndr - e il Saint Louis College of Music, dove studio canto pop. In pratica, la mia giornata è una specie di musical continuo".

Una passione, quella provata da Di Cesare verso le sette note, giunta ben prima del piccolo schermo, quando a 14 anni imbraccia un basso elettrico per poi essere in breve tempo completamente assorbita dal suono prodotto da un altro strumento, ancora più personale: la voce. Esperienze maturate di pari passo con gli studi di musica elettronica presso il Conservatorio di Latina.

Anni in cui melodia e armonia diventano "una vera e propria forma di linguaggio. L'unico modo per esprimere tutto ciò che non riuscivo a dire a parole". Un'identità costruita, oltre che con lo studio, assorbendo tutto ciò che la circonda: dai vinili dei genitori alla televisione generalista, passando per il cinema italiano d’altri tempi. "Credo che questa contaminazione - sottolinea Shizarina - si senta in tutto ciò che scrivo".

Passione ma anche applicazione costante, che le hanno permesso di entrare nell'orbita di Troppo Records, etichetta che la accompagna in toto, dalla produzione dei brani alla loro distribuzione, lasciandole carta bianca per sperimentare. "Ho la fortuna di lavorare con persone che rispettano la mia identità artistica. Ogni tanto incrocio altri musicisti con cui nascono belle alchimie, ma il mio progetto resta personale, costruito con cura artigianale, quasi come un vestito su misura".

Un abito che ha una trama ben precisa: un cantautorato pop abbinato a un’anima vintage. "Mi piace pescare nei suoni degli anni ’70 e ’80, con uno sguardo contemporaneo, ironico e sognante". Con la sua musica, in bilico tra leggerezza, malinconia e qualche pennellata onirica, Di Cesare vorrebbe trascinare chi la ascolta "in un sogno color pastello, nostalgico verso un passato che non ha mai vissuto".

Shizarina - Foto di Kateryna Ilchenko
Shizarina - Foto di Kateryna Ilchenko

Velleità che vengono assolutamente giustificate dalle influenze squisitamente d'annata che hanno plasmato il suo modo di scrivere. "Ascolto soprattutto artisti che uniscono teatralità e autenticità - ci racconta Shizarina - come Raffaella Carrà, Rino Gaetano, Ivan Graziani e Kate Bush. Mi piace anche il mondo più contemporaneo dei Nu Genea e di Lucio Corsi. Da ognuno di loro ho imparato che si può essere profondi senza perdere ironia, e leggeri senza diventare superficiali".

Ed è da questo immaginario bifronte che Di Cesare ha preso ispirazione per scrivere Tu mi vuoi (o no?), il suo primo singolo. Un brano nato "in un periodo di grande confusione, durante il quale ho capito che per stare bene dovevo tornare a giocare con la musica, come quando ero bambina". Due minuti e quarantuno secondi in grado di riflettere il piccolo mondo colorato che Shizarina cerca di creare con la propria musica, in cui realtà e immaginazione, desiderio e memoria convivono in maniera pacifica. Il messaggio è semplice: "il passato che non hai vissuto, ma di cui sei nostalgico, può essere creato adesso". 

Un microcosmo che prende forma soprattutto dal vivo, dimensione in cui l'artista laziale si muove con assoluta naturalezza. "Uno dei momenti finora più belli - ci racconta - è stato un live allo Studio 26 di Roma. Quella sera stavo cantando una cover di Georgy Porgy dei Toto e il pubblico ha iniziato a ballare senza che lo chiedessi. In quell’istante ho capito che qualcosa stava funzionando: il mio divertimento arrivava spontaneo". Il palco è per lei infatti come uno spazio vulnerabile ma necessario su cui "aprire il mio diario, davanti a tutti. Fa paura, ma è una paura bellissima".

E oltre a esorcizzare, esibizione dopo esibizione, questo piacevole timore, Shizarina costruisce il proprio piccolo e armonico universo con calma, pazienza e determinazione, lavorando senza sosta a nuovo materiale. Fra pochi giorni, il 28 novembre, uscirà infatti il suo nuovo singolo, dal titolo Ametista Guantanamera. Un brano con cui l'artista genzanese continuerà "a unire ironia, sogno e malinconia color pastello, portando ovviamente la mia musica dal vivo: perché il palco, per me, resta il luogo più vero di tutti".

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L'articolo Shizarina ci fa rivivere un passato che non abbiamo mai vissuto di Luca Barenghi è apparso su Rockit.it il 2025-11-24 17:59:00

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