Parola al cuoco: Sin/Cos e il ricettario rap di relazioni in crisi

Un luna chiacchierata su tutti i nomi che gli passano per la testa. E sulle ultime ricette inventate.

- Sin/Cos

Abbiamo intervistato quel vulcano d'idee che è Maolo Torreggiani: già frontman dei My Awesome Mixtape, metà (insieme a Mancho) dei Quakers & Mormos e cuoco. Abbiamo parlato del suo nuovo progetto musicale Sin/Cos, di rap e del divorare musica… Alla fine c'è venuta fame e abbiamo parlato di cucina, ma la lezione è la stessa: le cose è sempre meglio farsele da soli (compreso il tofu).

Partiamo subito dal tuo nuovo progetto, Sin/Cos e dall'album "Parallelograms": un hip hop cupo, sensuale ma in una maniera struggente. Sembra proprio che tu non avessi solo voglia di fare una nuova esperienza musicale, ma avessi più l'esigenza personale di buttare fuori qualcos'altro...
Parallelograms è un concept album di 12 brani, per così dire un compendio di alcuni momenti vissuti con una persona. Si muove in un arco di 4 anni di tempo reale per ridursi a poco più di 45 minuti di tempo del racconto. Parte tutto dal flash back del momento finale per concludersi con un flash back del primo incontro dei due ed effettivamente richiama, attraverso immagini, alcuni momenti realmente vissuti, alcune azioni realmente fatte e alcuni mesi cardine per quella storia.

Molto bello come concetto, ma anche un po' doloroso...
Come tutte le storie (ride, NdA)… Purtroppo -o per fortuna- tutti i dischi che ho fatto sono dei concept album e raccontano storie e interazioni fra persone. Tutte le interazioni umane hanno intrinsecamente un duplice risvolto piacevole e amaro. Così per le storie di amore, così per le perdite e così per gli incontri. Il theme of the double di Mary Shelley: siamo tutti dei Frankestein.

Non so se esorcizzare è il termine adatto, ma è bello pensare che dopo una storia quello che rimane, al di là della sofferenza, è un album che ti soddisfa.
Più che esorcizzare è un modo per fissare e focalizzare meglio le cose e in qualche modo renderle anche eterne. Ciò che scrivo e compongo è senza dubbio una mia estensione verso qualcosa di impalpabile che quantomeno per me rimarrà per sempre… Si vede che ho studiato filosofia?

Nooo figurati. La tua chioma e il tuo cervellone vengono accostati più facilmente ai My Awesome Mixtape, ma già con i Quakers & Mormons ti si poteva associare a una certa definizione di hip hop. Però, a differenza di quel progetto, qui ti sei completamente immerso nella ricerca del suono, sbaglio? Elettronica, r'n'b, trap… Come descriveresti il tuo genere?
Sì, diciamo che da quando sono ragazzino sono sempre stato mega affascinato dalle sonorità black, fin dai tempi dei My Awesome Mixtape in realtà ascoltavo hip hop. Purtroppo non sono mai stato un cultore del rap italiano, infatti la mia esterofilia mi ha sempre vincolato all'ascolto di musica straniera. Non voglio togliere nulla al rap italiano, anzi, ma proprio non ne capisco alcune dinamiche e fortunatamente non mi ci sono mai imbattuto più di tanto. Anzi direi proprio per nulla, visto che cantando in inglese sei automaticamente tagliato fuori dalla scena rap italica. A parte le invettive, direi che il genere seno cosenico è inquadrabile nel conio di soultronica visto che unisce due elementi melodie black e soul a elettronica.

Quindi ascolti uscite estere, ma di rap nostrano zero?
No, ascolto ovviamente qualcosa ma sono ignorante… Adoro il Colle Der Formento di "Odio pieno" e di "Anima e ghiaccio", mi piace Millelemmi, mentre quasi tutta la scena underground non mi fa impazzire, però -come si dice- de gustibus.

Segue discussione dove annoio Maolo con nomi cose e persone del rap italiano.

Torniamo a noi. Il primo livello su cui "Parellelograms" colpisce è proprio quello della melodia, subito ti trasporta in uno stato solitario... È un'energia che ti imprigiona dal primo all'ultimo pezzo. In alcuni passaggi mi ricorda molto "808s and Heartbreak" di Kanye West, album del 2008. È un'ispirazione inconscia?
È una citazione, ovviamente quel disco me lo sono divorato! Soprattutto mi ha colpito nel modo con cui veniva utilizzata la voce, non solo come mezzo comunicativo principe ma anche come un vero e proprio strumento musicale, e così che ho fatto io.

Subito in quell'anno o l'hai digerito col tempo?
No no, subito in quell'anno! Infatti da quando l'ho ascoltato ho acquistato il mio primo harmonizer.

Ci sono altri dischi che hai ascoltato durante la creazione dell'album?
Sì, ma non sono molto in linea con sin/cos, ho ascoltato tantissimo Valerie June e Y'akoto.

Quindi due voci femminili legate al mondo black, ma come calore della voce si posizionano ben lontane dal tuo album.
Si assolutamente, la prima è una cantautrice americana di colore che fa robe un po' folk un po' country... Poi stavo facendo anche altri ascolti, ma quelli per il nuovo dei Quakers & Mormons! Tra l'altro scusa se magari rispondo lentamente ma che sto cucinando nel mentre.

Bellissimo, non c'è problema! Divori molta musica diversa o sei uno che va in fissa facilmente?
No assolutamente, mi monomanicizzo su delle cose per brevi periodi di tempo, tipo l'anno scorso mi sono divorato il disco di SBTRK. Poi magari mi capita di snobbare cose per poi riprenderle molto dopo vedi i Disclosure.

Allora di SBTRK saprai che Sampha ha collaborato con Drake, così, per farti ricredere sul genere.
(Ride, NdA) no vedi non lo sapevo. Arrivo sempre anni luce in ritardo, ma perché mentre cucino non ascolto molta musica.

Gli passo il pezzo di cui stiamo parlando, "Too Much" di Drake:

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Ah cazzo è Sampha! Ma non sembra neanche la sua voce, l'ho presentissimo questo pezzo, me lo canticchio sempre.

Dicevamo: o la musica o la cucina.
Sì davvero, mentre lavoro non riesco ad ascoltare musica perché mi deconcentro. È un po' brutto forse, ma a meno che non faccia cose meccaniche non ce la faccio ad ascoltare e cucinare nello stesso tempo, e con cose meccaniche intendo tipo impiattare 4 o 5 piatti che conosco da millenni o robe del genere.

Beh dai, è anche un atto di onestà e rispetto verso tutte e due le discipline: non credi nella musica come sottofondo e cucinare non è ammiccare mentre si prepara un sugo (io, non sto manco a dirlo, faccio ovviamente tutte e due le cose insieme).
Si però occhio non è la divisione delle discipline nell'hip hop, in realtà credo che sia semplicemente una mia deficienza come non riuscire a fare due cose contemporaneamente.



Allora, è da poco uscito il video di "Orchid". Il testo, delicato e personale si scontra con la realtà di un club privé dove la spogliarellista non rappresenta nulla di glamour o sexy, anzi è una presenza piuttosto inquietante. Qual è la storia che volevate raccontare tu e il regista Pietro Borzì?
In realtà questa è una domanda più per Pietro, gli ho lasciato completa carta bianca. Il nesso in realtà non sussiste tramaticamente quanto più per correlazione di immagini e colori. Il testo di "Orchid" parla distintamente della presa di conoscenza della fine di un rapporto, di quando seppur amando una persona ti rendi conto che la cosa migliore sia lasciarla andare facendole affrontare una nuova vita. Il video invece è una citazione kubrickiana di "Shining" e la cosa più calzante sono le movenze e il movimento di camera con iPad del pezzo.

Mi piace molto come video, cupo e distorto... Di video con le stripper ne è pieno l'internet, ma più che associarlo a un'atmosfera sensuale, mi ricorda di più "Pyramids" di Frank Ocean.
Si, assolutamente!

Quelle luci viola e quel senso di trovarsi in un posto che non ci appartiene.
Si, ma anche gli inserti kubrickiani appunto, il cavaliere con l'armatura, l'orso e il barista...

Sai già quando girerai il prossimo video?
Per giugno dovremmo fare uscire un terzo video, sarà sempre Pietro Borzì a girarlo, oramai ci siamo trovati.

Il progetto Sin/Cos vede anche la collaborazione di Lorenzo Nada aka Godblesscomputers, Vittorio Marchetti (Altre di b, Obagevi, osc2x) e Laura Loriga (Mimes of Wine). Conoscevi già tutti? Come sono nate?
Mancano anche i due violinisti che sono Federico Spadoni e Francesco Garoia, con Fede ci conoscevamo per via dei MAM mentre Francesco è venuto di conseguenza amicale. Con Vittorio la storia è lunga: lui è giovanissimo è un classe 1991 ed io lo conosco da quando era davvero un ragazzetto, io suonavo con il mio gruppo liceale e lui che era alle medie non si perdeva mai un nostro concerto. Erano anni che si voleva fare qualcosa insieme e così con Sin/Cos ho voluto coinvolgerlo attivamente. Nada, lo conosco dai tempi in cui suonava nel lato oscuro della costa ma ci siamo maggiormente conosciuti nei miei due anni di stagione al mare come cuoco, lui, infatti, al Hana Bi faceva il dj e quindi parecchie sere ce le siamo passate a parlare di musica e le sue playlist mi son sempre piaciute un sacco, volevo assolutamente coinvolgerlo nella produzione. Poi arriva Laura, nel disco volevo ci fossero più voci oltre la mia e quella di Laura era proprio quella che cercavo. Mimes of Wine mi piaceva tantissimo così gli ho passato diverse tracce e telematicamente abbiamo assemblato il tutto, anche perché in quel periodo lei era in America. Io e Laura abbiamo fatto lo stesso liceo, anni diversi non ci siamo mai incrociati, quindi forse era scritto da qualche parte che dovessimo fare qualcosa assieme!

E dalla stesura dell'album sei passato all'attività live con il tour. Chi è stato a un vostro concerto sa che anche nel live ritrova la stessa energia dell'album. Chi ti segue nei live e come li hai pensati?
Nei live siamo in due formule, o a due o a quattro: Vittorio è sempre con me e si occupa di tutta la parte elettronica e dei backing vocale, poi ci sono Federico e Francesco che si occupano invece della sezione archi e di tutto quello che concerne il movimento etereo… Però non possono esserci sempre, fanno i giornalisti di professione e quindi son vincolati da dei bruttissimi orari e da delle bruttissime giornate.

Ricapitolando, ti occupi di moltissime cose: sei capo cuoco a Camera A Sud di Bologna, ti abbiamo conosciuto prima con i My Awesome Mixtape, poi i Quarkers & Mormos, ora i Sin/Cos e in più leggo che sonorizzi film muti… Ma quanto è lunga una tua giornata???
In realtà a Camera a sud sono cuoco semplice, non c'è il concetto di capo. Principalmente è un'enoteca, però c'è parecchia farina del mio sacco. Poi mi è capitato e mi ricapiterà di sonorizzare lungometraggi di film muti degli anni Venti per una rassegna che organizzano dei regaz del maggio filosofico qui a Bologna, più precisamente a Rastignano.

Sicuramente trabocchi di creatività, ma soprattutto si vede che non stai con le mani in mano: secondo te sceglierai mai tra musica e cucina?
Sì ma ho già fatto la mia scelta quattro anni fa...

E qual è?
Misterooooo! No, è la cucina ovviamente.

Allora la domanda alla Masterchef è d'obbligo: CUCINACI IL TUO DISCO!
Nooooooo, ti prego!

Te tocca.
Ma se ti ho detto che non si devono unire mai, un po' come potere temporale e potere ecclesiastico.

Ok, allora cosa non digerisci della musica italiana?
Una marea di cose se non quasi tutto. Forse la cosa che mi fa più disgusto sono i mega fieri della musica italiana, ecco quelli proprio non li tollero. Ma sono il 90 per cento dei musicisti e il 90 per cento dei fruitori, quindi è un discorso un po' sconveniente.

Avrei detto che il 90% sono quelli a cui fa tutto schifo… Comunque, data l'ora di cena la domanda sulla cucina non te la scampi. Cosa stai cucinando tu e cosa dovrei cucinare per cena io dopo aver ascoltato il tuo disco?
Ora sto cucinando una prova per Camera A Sud, della guancia di manzo al vino rosso, mentre per me mi sono cucinato una zuppa di lenticchie decorticate, zucca e curry con delle cime di rapa sbollentate e poi uova sode... Sono drammaticamente a dieta.
E tu cosa sai cucinare meglio?

Ultimamente sto cercando di mangiare molta meno carne.
Bene è indubbiamente un bene. La carne è un mondo bellissimo da cucinare ma meno da mangiare.

Sto facendo delle prove con il tofu che mi stanno piacendo molto, tipo zucchine ripiene di tofu e seitan, o carote dolci al miele e tofu saltato…
Bè allora sei bravona. Tofu e seitan devi essere pro per cucinarli, anche se sarebbe meglio proprio farseli...

Qui finiamo in un discorso del DIY che nemmeno la musica.
Aridanghe! Sembra che ci sia abbonato con le domande sul DIY e Rockit. Con voi finisco sempre a parare proprio su questo discorso.

Niente, allora torniamo a parlare di cibo.

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L'articolo Parola al cuoco: Sin/Cos e il ricettario rap di relazioni in crisi di Elena Mariani è apparso su Rockit.it il 2014-03-17 00:00:00

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