Con la sua energia cosmica, Damo Suzuki ha reso la musica un atto realmente collettivo

Metà uomo e metà leggenda, è stato la voce dei Can e poi il fondatore di un network di musicisti sparsi per il mondo con cui ha suonato ininterrottamente per oltre 20 anni. Uno dei suoi migliori amici e compagno di musica, Xabier Iriondo, ci racconta il suo incredibile viaggio sulla Terra

Alla salute, Damo Suzuki - tutte le foto per cortesia di Xabier Iriondo
Alla salute, Damo Suzuki - tutte le foto per cortesia di Xabier Iriondo

Ci sono figure per cui realtà e leggenda diventano una cosa sola. Non c’è più modo di scinderle, né avrebbe senso farle. Sono figure rare, che con il loro passaggio lasciano increduli, persino sconvolti. Damo Suzuki era una di queste figure. Chi ha avuto la fortuna di incrociare la sua strada – e sono stati tanti i musicisti, anche in Italia, ad avere questo privilegio – oggi non può che confermare.

Era nato a Kobe, in Giappone, nel 1950. Se n’era andato via dall’isola a 16 anni, prendendo una nave cargo per gli Stati Uniti, che aveva attraversato da un capo all’altro in autostop. Da quel momento non si era più fermato, vivendo intensamente, una dozzina di vite in una. Ovunque andasse suonava per strada, a Monaco di Baviera negli anni ‘70 era stato notato da Jake Liebezeit e Holger Czukay, membri dei Can, che lo coinvolgono nel gruppo per sostituire Malcolm Mooney. Erano gli anni del Krautrock, dei Neu! (con i quali Damo registrerà delle cose) oltre che dei Can: un periodo esaltante per la musica tedesca.

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Damo, scomparso in questi giorni, è stato la voce dei Can per tre dischi, assolutamente fondamentali: Tago Mago del 1971, Ege Bamyasi del 1972 e Future Days del 1973. Con questi album molti anche in Italia fanno la sua conoscenza. “La prima volta che l’ho sentito era nei dischi dei Can, era il 1990 o forse il 91”, dice Xabier Iriondo.

Chitarrista degli Afterhours, è lo sperimentatore più puro della band e negli anni ha portato avanti i progetti musicali più disparati. Era quasi destino che la sua strada e quella di Suzuki si incrociassero. “Mi innamorai del sound della band da subito e di quei tre dischi in particolare, che con il suo cantato mi sembrava avessero qualcosa di magico. All’epoca ascoltavo grunge ed altre cose, e la sua voce era del tutto atipica rispetto a ogni altra sonorità in circolazione. Le melodie erano dolcissime, allo stesso tempo c’era questa sua irruenza gutturale che ti lasciava senza fiato. Era come un fanciullo che però aveva dentro qualcosa di abissale, che arrivava da chissà dove”.

Damo e Xabier, un po' di anni fa
Damo e Xabier, un po' di anni fa

Xabier, che all’epoca ha 20 anni, si mette febbrilmente a cercare tutto quello che riesce a trovare su Damo Suzuki e sulla sua musica. Non trova più nulla. Nel ’73 ha infatti lasciato i Can e con loro la musica, è diventato testimone di Geova. Pare abbia fatto vari lavori in Germania, tra cui il rappresentante commerciale. Riappare solo nei primi anni duemila, quando ha 53 anni, l’età di Xabier oggi. Ha ritrovato la voglia di suonare, e da lì in poi non l’avrebbe più persa. Crea la Damo Suzuki Band e il Damo Suzuki’s Network, con cui dà vita a un Neverending Tour (al centro di un meraviglioso documentario “italiano” firmato dal regista Francesco di Loreto) che lo porta in giro per tutto il mondo. Più volte.

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Torniamo a Iriondo. “Un giorno ricevo una telefonata di Olivier Manchion degli Ulan Bator, che in Francia sta formando per seguire in tour nel Paese Damo. Sono tutti improvvisatori, si sono dati il nome di French Doctors. Mi dice che vuol fare cosa simile in Italia, dove Damo non ha mai suonato. Mi propone di farne parte e mi fa anche una rosa di nomi che secondo lui funzionerebbe”.

Iriondo va a Parigi e per la prima volta lo vede dal vivo. “Rimango rapito, ancora di più di quel che avevo sentito su disco. Sono stupefatto dalla capacità che ha di tenere assieme musiche rumorose e armonia, con quel magico collante che è la sua voce, che esula dalle lingue e sconfina nello sciamanesimo. Mi colpisce la sua umiltà straordinaria sul palco: Damo entra in scena e canta a occhi chiusi, con la testa bassa, completamente immerso in quell’opera di condivisione con il pubblico e con gli altri artisti sul palco”.

Sul palco
Sul palco

Nasce il gruppo di Damo anche in Italia. Ci sono, tra gli altri, Olivier e Xabier, Nicolas Marmin – musicista francese fortissimo nell’ambito dell’elettronica e del field recording – Massimo Pupillo degli Zu, Roberto Bertacchini, batterista di Starfuckers e Sinistri e tanti altri. Negli anni tanti musicisti suoneranno con lui. Senza dimenticare il tour del 2011, che nella sua data al Circolo degli Artisti del 20 gennaio diede vita al disco Sette modi di salvare Roma, registrato da Daniel “Mafio” Tortora. La formazione del network in quell’occasione è la seguente:

Damo Suzuki – voce, 

Xabier Iriondo – chitarra, mahai metak, taisho koto,

Manuel Agnelli – pianoforte, sintetizzatore, 

Enrico Gabrielli – clarinetto besso, sax tenore, flauto traverso,
Cristiano Calcagnile – batteria, percussioni.

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“Dopo Parigi, non c’è voluto tanto per organizzare il suo primo tour italiano”, riprende Iriondo. “Ricordo ancora il primo concerto fatto con lui alla Galleria Toledo a Napoli. Non sapevamo cosa ci sarebbe aspettato. Damo ci prepara così: ‘Io salgo sul palco, faccio un salto e quando atterro attacchiamo, poi voi fate quel che volete’. Ho capito subito avrebbe lasciato segno profondo nelle nostre vite”.

Saranno quasi 40 i concerti fatti assieme tra Italia, Spagna, Francia, Paesi Baschi e Svizzera nell’arco di dodici anni. “Tutto organizzato da lui, senza possedere il telefono. Ti mandava una mail, si fidava di te al 100%. Se ne stava magari un mese e mezzo in Oceania, poi 20 date in Cina e 30 negli Stati Uniti. Dopo tornava in Europa, e si ricominciava”.

Elke, moglie di Damo, Damo e Xabier
Elke, moglie di Damo, Damo e Xabier

Ovunque si appoggia a musicisti locali, il suo network si rinnova di continuo, non ci sono profili fissi o identikit precisi – ha suonato con rock band, jazzisti, dj, di tutto – di chi debba accompagnarlo. La logica che lo muove, però, è sempre la stessa. Connettere persone diverse tra loro, forze presenti e vive sul territorio. Preparare il meno possibile, fidarsi dell’istinto, trasmettere quello che ha dentro. “Non gli interessava che fosse in Africa oppure in Svezia, in una baita con due metri di neve fuori, se si esibiva in un palazzetto o di fronte a due persone. Ogni spettacolo doveva essere unico e irripetibile”, dice Xabier Iriondo. “Sprigionava un’energia cosmica: la sua era un’opera di collettivizzazione della musica”.

Enrico Molteni (TARM, La Tempesta), Damo e Xabier Ondarroa (nei Paesi Baschi)
Enrico Molteni (TARM, La Tempesta), Damo e Xabier Ondarroa (nei Paesi Baschi)

Damo Suzuki faceva da catalizzatore artistico. “Da quella scintilla sono nati altri progetti musicali in giro per il mondo. Io, ad esempio, ho fatto quattro dischi con Roberto Bertacchini, conosciuto grazie a lui. Oppure abbiamo creato il collettivo di improvvisazione Oleo Strut, con membri del network”. Il collante era lui, con la sua storia e la sua figura. “Era un po’ un Auror di Harry Potter, per chi conosce. Abbiamo passato 20 anni assieme, ci siamo frequentati tantissimo, le nostre famiglie si sono legate. L’ultima volta che ci siamo visti è stato quattro anni fa, per una vacanza nella mia casa sull’oceano nei Paesi Baschi. Manca già tantissimo: sono stato davvero fortunato a condividere un pezzo di vita con lui”.

La chiosa è per la musica, il loro grande amore in comune. “Viviamo una stagione in cui i brani durano due minuti e hanno il solo obiettivo di portare chi li crea al successo. Lui stava sul palco per un’ora e mezza a cantare sempre la stessa canzone, eppure tu non riuscivi a smettere di ascoltarlo. E ogni volta uscivi da un concerto di Damo con la certezza di aver appena assistito a qualcosa di mai sentito prima”.

Godspeed you, Damo Suzuki
Godspeed you, Damo Suzuki

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L'articolo Con la sua energia cosmica, Damo Suzuki ha reso la musica un atto realmente collettivo di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-02-13 15:58:00

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