I synth sognano pecore elettriche?

Greams è convinto che anche i bit e i codici possano trasmettere emozioni e ha imparato a parlare la lingua per raccontarcele in brani synth pop e new wave

Greams – foto di Federica Raineri
Greams – foto di Federica Raineri

Dal Pigneto e la sua versione "più fredda e meno hipster", il quartiere NDSM di Amsterdam, fino a tornare a Roma, questa volta a Centocelle. Ora Lorenzo G. fa lo sviluppatore di applicazioni web. "Sono specializzato in tutto quello che riguarda la creatività che passa sotto agli occhi dell’utente, come animazioni e colori comunemente detti accattivanti", dice. Mette la passione per i computer anche nei suoi brani, che firma col moniker di Greams. Fonde new wave e synth pop, in stile M83 e MGMT, ambienti tesi, noir e un sound vintage.

"Penso che si possa essere creativi con qualsiasi cosa, anche il codice e i bit digitali nascondono emozioni", e ha imparato la loro lingua per raccontarle anche a noi. Intanto una domanda continua a ronzargli in testa: "Mi chiedo cosa sognano i computer quando li spegnamo", una curiosità che era già venuta anche a Philip K. Dick, autore di Gli autori sognano pecore elettriche? Ci siamo intrufolati nel suo studio di Roma per chiedergli se ha già trovato una risposta.

Greams – foto di Federica Raineri
Greams – foto di Federica Raineri

Quando hai iniziato a suonare?

Da piccolo univo le sedie del salone formando un palco, radunavo le mie sorelle e cantavo Sei come la mia moto di Jovanotti. Andavo in estasi durante l’assolo di Brian May in Bohemian Rhapsody.

Non capivo niente dei testi in inglese, ma la solennità dei Doors, la spocchia degli Oasis e la magia scintillante di Michael Jackson, tanto per citarne alcuni, mi accompagnarono per tutta l’infanzia. La vera svolta avvenne quando sentii le prime tre note di Come As You Are dei Nirvana. Bastarono soltanto quelle tre note a scandire tutto quello che sarei diventato negli anni successivi.

Il tuo nuovo disco si chiama Greams come te, come mai?

Il mio ultimo disco nasce come reazione dopo l’ennesima porta in faccia ricevuta. Questa volta da parte di una nota etichetta tedesca. Un paio di anni fa mi trovai isolato nell’indifferenza di coloro che promettevano di realizzare i miei sogni. Un classico insomma. Ho deciso di non abbattermi e ho tradotto i testi in italiano, riscrivendo le canzoni che più mi rappresentavano.

È nato così Greams, titolo che prende il nome dal mio stesso progetto musicale, proprio perché parla di me, dei miei sogni, dei miei incubi, un tributo ai miei stati d’animo. Il disco è completamente autoprodotto, compreso il mix e il master finale.

Quindi non collabori con nessuno?

Attualmente non collaboro con nessuno, ma mi piacerebbe scrivere qualcosa con Mèsa un giorno, se ci fosse interesse reciproco.

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A che generi musicali ti ispiri?

Credo di poter definire la mia musica come new wave, con influenze synth pop, legata in qualche modo con il precedente genere punk rock che suonavo. Mi piacerebbe dare il mio piccolo contributo alla musica italiana, portando un po' di questa nuova onda fatta in casa.

Quali artisti ascolti di più?

Ascolto un sacco di musica. Ultimamente sto in fissa con Harsh Symmetry. Nutro un profondo amore per Thom Yorke e per Robert Alfons (TR/ST) un altro progetto che mi ha cambiato la vita.
La mia musica si ispira molto anche agli MGMT, The Weeknd, M83, Boy Harsher, Molchat Doma, Pastel Ghost, Grimes, Mareux, ma adoro anche Andrea Laszlo De Simone. I Verdena nel cuore, sempre.

Dove hai fatto il tuo ultimo live?

Quando ho fatto il mio ultimo live vivevo in Olanda. Ero alla Treehouse nel quartiere NDSM di Amsterdam, una sorta di Pigneto romano ma più freddo e meno hipster. Abitavo in un bunker a pochi passi dal locale dove dovevo suonare, così ho preso la bicicletta e mi sono avviato. Mi ritrovai in mezzo a una tempesta di neve e nonostante la distanza fosse minima arrivai al locale completamente fradicio. La serata andò bene comunque.

Progetti futuri?

Sto lavorando al mio secondo album. Ho già la tracklist e non vedo l’ora di farvela sentire.

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L'articolo I synth sognano pecore elettriche? di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-05-09 10:54:00

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