Prendersi il proprio tempo è la filosofia dei KĀMA. Dopo quattro anni di gestazione, di prove e di concerti esce il primo album della band marchigiana: Propaganda. Ma Cristoforo Magi, Paolo Maggitti, Antonio Donadeo e Luigi Maggitti di filosofie ne hanno più di una. C'è anche il turbinìo eclettico con cui mescolano post punk, elettronica e jazz e la "katafisica". Definiscono così la loro musica. Li abbiamo incontrati nel loro pensatoio per chiedergli cosa significa.
Quando avete iniziato a suonare insieme?
Cristoforo Magi: I KĀMA nascono nel 2020 come naturale evoluzione delle nostre esperienze musicali precedenti. Ognuno di noi proviene da background diversi, che vanno dal jazz al rock alternativo. Questa
diversità è un valore aggiunto. Andare oltre i confini dei generi tradizionali, in un linguaggio comune: un violoncello lascivo cede il passo a un Larsen di chitarra distorto; una sezione di fiati jazz annuncia
una pioggia di note sintetiche di modulari.
Cosa significa KĀMA?
Paolo Maggitti: KĀMA significa "ardore", "piacere erotico", nel nostro caso, rappresenta la forza che guida la ricerca di corrispondenze. La nostra musica si inserisce in un percorso che va oltre l’aspetto sonoro, cercando di toccare corde più intime, per raggiungere anche la zona del sentimento. La connessione tra suono e sentimento è fondamentale per noi: il nome della band riflette anche questo aspetto.
Come è nato Propaganda e che tipo di album è?
Luigi Maggitti: Propaganda è un disco che interconnette vari generi: dall'elettronica al jazz, passando per il rock. Non si tratta di mescolare generi tanto per il gusto del soqquadro. Propaganda è il risultato di un lavoro molto meditato, in cui ogni traccia è pensata per essere un’esperienza completa, e al contempo un pezzo del puzzle che è l’intero album.
Antonio Donadeo: La qualità sonora è il risultato dell’equilibrio tra tecnica, istinto e collaborazione. Oltre la frenesia del quotidiano. Un aspetto molto interessante del vostro album è la presenza di collaborazioni, come quella con il trombettista Fabrizio Bosso.
Cristoforo Magi: Le collaborazioni arricchiscono il linguaggio sonoro e l’esplorazione degli scenari. La tromba di Fabrizio Bosso, ad esempio, nel finale dell’album, ci accompagna in zone più rarefatte del pensiero e della voluttà.
Avete definito il vostro sound “katafisico”. Che cosa significa?
Cristoforo Magi: Il manifesto della musica katafisica è: «Tutto sboccia dall’utopia contro ogni prolissità del reale». Cavalcare i mutamenti, in modo dinamico. Il nostro suono vuole incontrare direttamente
l’ascoltatore. O obliquamente.
Come vedete il futuro della musica dei KĀMA?
Antonio Donadeo: La nostra musica è un viaggio. Ha la sua direzione. Ma non una meta definita. Ogni album e concerti saranno un molo.
Cristoforo Magi: Possiamo congedarci, citando il finale di As She Laughed: «Listen to what is not said». Per addentrarci in una foresta di simboli ove cogliere frutti misteriosi e saporiti.
---
L'articolo Tutte le filosofie dei KĀMA di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-05-06 22:11:00
COMMENTI