La valle incantata dei Flat Bit

I Flat Bit vengono da Montefeltro, un posto dove il prodotto tipico sono le band emergenti, per far arrivare il loro pop rock oltre i confini di questa lembo di terra tra Romagna e Toscana

Flat Bit on the road – foto stampa
Flat Bit on the road – foto stampa

"Oltre a fare dischi e suonare le nostre canzoni sui palchi da oltre dieci anni, abbiamo altre occupazioni, lavori che gli adulti reputano seri non come la musica o il vigile urbano", dicono Stefano Vergari, Emanuele Vincenzi, Alberto Borgia, Roberto e Claudio Baldani. Sul palco e in sala prove sono i Flat Bit, che in verità suonano da anni e di band ne hanno avute parecchie. Nella loro "placida valle al confine con la Romagna e la Toscana" di band ne nascono continuamente (e magari tutte le valli fossero così), ma poche hanno avuto l'ardore di comporre inediti. I Flat Bit sono tra queste. Ci siamo fatti portare nella loro valle incantata per scoprire com'è crescere circondati da così tanta musica live.

Come vi siete formati a livello musicale?

Il Montefeltro (lembo dell'entroterra Pesarese) è stato – dal 2009 al 2015 circa – teatro di una discreta e riconosciuta scena a livello di musica dal vivo. In tutti i paesini esistevano almeno un paio di band, e diversi locali organizzavano live e festival estivi. Possiamo dire con sicurezza che artisti ora a Sanremo avrebbero anche ridotto il cachet di parecchio per poter suonare in questa placida valle al confine con la Romagna e la Toscana. Noi eravamo tutti parte di questo movimento, venivamo da progetti cover punk rock e metal. Ma l'anello di congiunzione tra di noi è stata la musica elettronica. Da subito abbiamo miscelato quello che ci piaceva con synth, casse dritte e linee vocali più dance.

Quando avete cominciato a suonare assieme?

Tutto nasce circa dieci anni fa. Le dinamiche precise sono talmente prive di fondamenta e sfocate che nessuno di noi sa esattamente con precisione come siamo finiti a fare musica insieme. Si parla di una sagra di paese, tanto vino, band del liceo che si sono sciolte contemporaneamente e l'intuizione del nostro chitarrista Emanuele di passare dalle cover dei System of a Down alla produzione di musica propria. Quando siamo entrati per la prima volta in sala prove non ci conoscevamo nemmeno tutti di persona, è stato un processo spontaneo, senza forzature di nessun tipo. Dopo alcuni cambi di formazione, nel 2012 ci siamo assestati ed eccoci qua. La nostra fortuna è stata quella di diventare prima amici poi membri di un progetto, oltre al fatto di aver iniziato da subito a scrivere pezzi inediti, cosa che nella nostra zona facevano in pochissimi.

Flat Bit – foto stampa
Flat Bit – foto stampa

Come definireste la vostra musica?

Proviamo a rispondere con un immaginario più familiare a tutti. La musica dei Flat Bit si può paragonare a uno di quei locali a tre piani che trovi a Praga o Berlino con più sale. C'è la sala techno, quella drum'n'bass, quella hip hop...tu balli un po' in tutte e a fine serata sei ubriaco e felice. Non ci è mai stato affibbiato un genere, certo più di una persona negli anni ci ha paragonati ai Subsonica (scusate ragazzi). Diciamo che amiamo spingerci oltre, e non fare mai un singolo o un disco simile al precedente, cercando sempre di rimanere riconoscibili.

Da chi prendete spunto?

Negli ultimi tempi abbiamo guardato abbastanza verso ovest, direzione USA. Sicuramente Twenty One Pilots e Calvin Harris tra gli altri, ma in passato abbiamo avuto la fortuna di condividere il palco con molti artisti importanti del panorama cosiddetto indie. Per citarne alcuni Management, Calcutta e Levante. Abbiamo visto e sentito da vicino il cambiamento della musica indipendente italiana, questo ci è stato molto d'aiuto nelle nostre produzioni e nell’impostare lo show dal vivo. Alcuni di noi rimangono affezionati ai primi amori, spesso abbiamo pescato qualcosa da Fabri Fibra, Caparezza, Planet Funk e dagli stessi Subsonica. Siamo sempre alla ricerca di nuove frontiere musicali che si avvicinino all’immaginario Flat Bit.

Qual è il significato del vostro nuovo singolo?

L'ultimo singolo si intitola Video dei gatti. Non parla di gatti, ma di persone. È un pezzo pop rock che cerca di sensibilizzare per quanto possibile le persone a non credere a tutto quello che vedono sui social. Può sembrare scontato e banale, ma siamo uno degli ultimi paesi in Europa per livello di comprensione del testo, e la maggior parte di noi non apre i post ma reagisce dal titolo. Questo a cosa porta? Terra piatta, vaccini al grafene, controllo mentale...solite cose. I video dei gatti che parlano, che tirano giù alberi di Natale, che hanno i conati di vomito alla vista di un gamberetto, possono salvarci da tutto ciò. Sono innocui, divertenti e piacciono a tutti. Quindi basta complottismo becero e odio sui social, vogliamo più video di gatti!

Flat Bit – foto stampa
Flat Bit – foto stampa

Qual è il live più memorabile che avete fatto?

Ne abbiamo fatti tanti di live. Qualche centinaio. In molti è successo qualcosa di memorabile per noi, spesso scesi dal palco. Uno su tutti è stato in Serbia, quando ci hanno chiamati a suonare all'Exit Festival (Novi Sad) dopo aver vinto Arezzo Wave Marche, inutile dire chi fossero gli headliner: i Prodigy. Siamo arrivati il giorno prima del concerto con un camper pieno di provviste e alcolici, ci avevano promesso un parcheggio custodito all'interno del festival ma arrivati sul posto ci siamo resi conto che tutto ciò sarebbe rimasto un sogno. Dopo aver ritirato i pass ed esserci sistemati in una oscura piazzola sul lato opposto del festival, facciamo amicizia con un gruppetto di sloveni che tra una birra e l'altra tirano fuori una grappa artigianale e un tradizionalissimo limoncello sloveno. Dopo aver brindato ci rechiamo tutti insieme al festival visibilmente alterati. Ci siamo persi di vista alle 22.00 circa e ci siamo ritrovati alle 6.00 del giorno dopo nelle seguenti modalità: uno di noi dopo essersi risvegliato in movimento su una barella (non c’era una reale emergenza) è scappato dalla croce rossa, ed è tornato al camper con le sue gambe, un altro ha preso un taxi abusivo che si è rifiutato di lasciarlo nella zona dove avevamo il camper perché troppo pericolosa, altri due si sono chiesti una sigaretta per caso in mezzo a migliaia di persone e sono tornati a casa sani salvi. Il giorno dopo abbiamo suonato aprendo il palco dei Cock Sparrer.

Progetti futuri?

Vogliamo suonare tanto, pubblicare nuovi singoli e ci piacerebbe davvero rappresentare ad Eurovision San Marino, che dista 30 km da casa nostra ed è anche un posto del cuore dove abbiamo suonato tantissime volte. Ci piacerebbe tanto formare un team che possa aiutarci a far crescere il nostro progetto. We want You!

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L'articolo La valle incantata dei Flat Bit di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-02-07 11:18:00

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