Vincenzo Fasano - via Mail, 08-05-2010

Cinque pezzi chitarra e voce. Tanta voce, molto urlata. Parole e suoni che ci hanno colpiti subito. Non a caso, con un solo un Ep alle spalle, Vincenzo Fasano sarà al MI AMI 2010. Per conoscere qualcosa in più su di lui, Marco Villa gli ha fatto qualche domanda.



Il primo Ep arrivato ha suscitato un certo interesse in redazione: ma tu chi sei? Da dove arrivi?
Non so dirti precisamente chi sono, ma forse posso provare a dirti da dove arrivo: direttamente dalla camera da letto di casa mia. Lì per molto tempo ho vissuto, letto riviste, guardato film e scritto frasi. Poi un giorno ho deciso di prendere in mano la chitarra per provare a buttare giù quello che sentivo. È iniziato tutto così. Nei primi tempi suonavo solo alle cene, quelle cene che finiscono tardi, anche tardissimo. Magari tra una grappa e l'altra iniziava a girare la chitarra e mi dicevano di provare a suonare qualcosa.
Poi un giorno i ragazzi del Kitchen Door – un locale di Mantova che organizza concerti con gruppi e cantautori un po' ricercati – mi ha chiesto di suonare, provando a darmi fiducia per una serata. È andata bene e da lì è iniziato tutto: ho messo i pezzi su Myspace e ho cominciato ad aprire alcuni concerti. Poi ho conosciuto Manuele Fusaroli (aka Max Stirner, mente dei Don Vito e i Veleno e uomo dei suoni di molti dischi, da Red Worms' Farm a Zen Circus & Brian Ritchie, NdR). Con lui ho registrato i primi brani, che sono poi finiti ne "La sindrome di Stoccolma EP". Insomma, diciamo che l'inizio è stato del tutto inaspettato.

Nella presentazione per il MI AMI sei stato descritto come la "next scream thing". Pensando giusto a qualche altro nome, Luci della Centrale Elettrica e Caso, sembra che sia un momento molto favorevole per chi prende in mano una chitarra e inizia a urlare. Secondo te, come mai?
Non credo che il punto sia urlare, credo piuttosto che sia importante il messaggio di queste "urla". C'è una gran voglia di dire, di comunicare con una nuova generazione che, da parte sua, sembra abbia una gran voglia di ascoltare. La mia impressione, poi, è che questa generazione abbia la necessità di ricevere stimoli non tanto mediatici, quanto intimi. Qualcosa di personale, nel senso letterale di legato alle persone. In sostanza, da una parte ci sono un po' di persone che hanno cose da dire e vogliono dirle, che si incontrano a metà strada con persone che sono altrettanto bendisposte ad ascoltarle.

Un titolo come "La sindrome di Stoccolma" include un'idea un po' perversa dell'amore. Perché l'hai scelto?
La sindrome di Stoccolma, giusto per dirla in due parole, è quella situazione che si verifica quando un sequestrato in qualche modo si innamora del sequestratore. Questa sindrome ho voluto rapportarla a qualcosa di più generale, ovvero la vita stessa. Credo infatti che siamo tutti allo stesso tempo un po' sequestrati e un po' innamorati della vita. Perché in fondo non si può fare a meno di esserne anche innamorati...

Come descriveresti i cinque pezzi del tuo Ep?
Sai, è sempre molto difficile descrivere la propria musica. Registrare questi pezzi per me è stato un po' come vivere un momento magico, soprattutto perché li ho realizzati con persone davvero speciali. Innanzitutto Manuele Fusaroli. La sua produzione mi incantato per i suoni ed è stato fondamentale per avere "miscelato" in modo incredibile le personalità diverse degli artisti che ho invitato nel suo studio. Tra questi c'era Riccardo Sinigallia: mi ha dato qualche prezioso consiglio e si è divertito a suonare il moog. Lui per me è il migliore cantautore italiano. È una persona che mi emoziona sempre: il giorno in cui è venuto in studio credo di non avere parlato con lui di note o musiche, ma di vita. Poi anche Vincenzo Titti Castrini, che secondo me è una persona che suona anche quando è ferma. Ha suonato la sua fisarmonica con una malinconia alcolica che ti conduceva direttamente in una strada di un paese balcanico. Alla batteria c'era Andrea Lovo, vero e proprio compagno di percussioni di vita. Con lui sono entrato in studio con la pioggia e uscito con il sole. Al pianoforte c'era Elia Billoni/ Dino Fumaretto. Una persona davvero geniale, anche con lui non ho mai parlato tanto di musica, piuttosto di concetti più generali.
Nel complesso ho avuto la sensazione di essere non tanto in uno studio, quanto in un vero e proprio laboratorio in cui si stava mettendo insieme una pozione magica e ognuno metteva il proprio ingrediente segreto. Mi rendo conto di non avere risposto alla tua domanda, ma preferirei che i pezzi li descrivesse chi ascolta, così tutto possono vederci tutto quello che sentono.

Hai in cantiere altre cose? Quali sono i piani per il futuro?
A fine anno tutte queste cose che sto facendo verranno racchiuse in un disco e per me sarà un po' come mettere la parola fine a un capitolo. Fatto questo, inizierò un tour per presentare il lavoro. Per le date, mi seguirà Gianluca Gobbo della De Stijl e sono onorato di far parte della sua ciurma. Per quanto riguarda la mia vita personale, invece, credo che andrò a vivere con la mia famiglia in Sicilia, nella campagna di mio padre. Lontano da tutto e vicino a tutto.

Il tuo demo l'hai registrato in modo decisamente scarno: anche i tuoi prossimi pezzi li vedi scarni o vorresti una produzione più curata?
Tutto il cd sarà volutamente scarno. Anche i brani nuovi saranno suonati con pochi strumenti. Voglio un certo minimalismo "da strada", per quanto ricercato nel suono. Cerco di mantenere l'origine dell'idea, "la verità".

Al MI AMI cosa dobbiamo aspettarci? Sarai solo o accompagnato da una band?
Mi presenterò solo con la mia chitarra. Cercherò di trasmettere questo piccolo viaggio di intimità e completezza e credo di poterci riuscire solo con questa formazione delicata. Poi, quanto uscirà il cd a fine 2010, credo proprio di voler cambiare qualcosa. Per un'evoluzione personale e anche per dare più sfumature e movimento ai miei pezzi. Comunque mi esibirò con uno o due musicisti al massimo. Anzi, più che musicisti direi che posso chiamarli "amici che suonano".

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L'articolo Vincenzo Fasano - via Mail, 08-05-2010 di Marco Villa è apparso su Rockit.it il 2010-05-10 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • robierto 14 anni fa Rispondi

    Grande Vincenzo! Bello l'ep con le collaborazioni miscelate in maniera perfetta e altrettanto il concerto solo con la tua chitarra!

  • faustiko 14 anni fa Rispondi

    Lo sto ascoltando, coincidenza, proprio in questi giorni. L'ep é una vera e propria sorpresa... attendo di sentire come renderà dal vivo!