VonDatty calibro 9

Il cantante romano ispirato da Tarantino – ma anche da Nick Cave e Gainsbourg – è l'autore di "Nemico pubblico", un disco che è più una “raccolta di racconti noir”, ricco di tensione, groove e psichedelia. Ce l'ha raccontato lui stesso

VonDatty - foto di Danilo D'Auria
VonDatty - foto di Danilo D'Auria

Originario di Tivoli e tutt'ora stabile nei pressi di Roma Roberto Datty scrive e canta con il nome di VonDatty. È per creare la sua anti-crime squad che si rivolge tra gli altri al beatmaker di Rancore Dj Myke e Dellera degli Afterhours. Con questi dà vita al disco "pulp" Nemico pubblico, un thriller che tiene col fiato sospeso fino all'ultimo secondo. Seduto dall'altro lato del tavolo degli interrogatori parla ora del percorso che lo ha portato fino al suo ultimo lavoro.

Quando hai iniziato a interessarti di musica?

In tenerissima età ho iniziato a comprare mensilmente riviste, libri biografici sulla storia del rock e a informarmi in questo modo. Sempre prestissimo ho cominciato a scribacchiare cose che nella mia fantasia dovevano sembrare testi di canzoni, fin quando non mi regalarono una chitarra - che ho imparato a suonare malissimo e con un attitudine piuttosto maldestra. Ai tempi del liceo ho avuto esperienze sul palco, in studio e nelle sale prove con un paio di band, e alla fine ho dato vita a VonDatty, nome nato fondendo con piglio deutsche i cognomi dei miei genitori.

Hai collaborato con qualcuno durante il tuo percorso?

Ho avuto la fortuna di realizzare tre album e un ep, collaborando con molti dei musicisti che più stimo, ormai sono poi diventati amici. Da Roberto Dell’Era a Lara Martelli, da Daniele Coccia de Il Muro del Canto a Dj Myke passando per Tommaso Di Giulio. La collaborazione più longeva però è quella con Giorgio Baldi, chitarrista e produttore da anni al fianco di artisti come Max Gazzè. A lui devo tantissimo artisticamente e insieme stiamo progettando già delle cose per il futuro, tra cui il mio nuovo album. Nel 2019 poi ho fondato la Vertigo Orchestra che è la band che mi accompagna dal vivo, composta da Pierfrancesco Aliotta al basso, Gabriele “Lolla” Proietti alla chitarra, Enrico Strina alla batteria e Luca Padellaro al sassofono.

VonDatty e la Vertigo orchestra illustrati da Claudio Mangiafico
VonDatty e la Vertigo orchestra illustrati da Claudio Mangiafico

Come definiresti la tua musica?

La mia musica la definirei “pulp”, una massa di materia morbida, umida e informe, per citare il più famoso degli incipit tarantiniani. Poiché è sicuramente molto influenzata dal linguaggio della settima arte.

C’è qualche artista che ti ha ispirato particolarmente?

Sono cresciuto ascoltando le canzoni dei principali songwriters italiani e internazionali. Sono sempre stato appassionato di tutta quella scena che un tempo veniva definitiva “alternative”, dagli Afterhours ai Marlene Kuntz, dagli Afghan Whigs a Nick Cave and The Bad Seeds, il mio background si forma fondamentalmente lì. Poi con l’uscita del primo album dei Calibro 35 ho sviluppato un amore e un interesse particolare verso le colonne sonore e la library music, vera eccellenza italiana del secolo scorso. Sono anche un grandissimo appassionato di beat e chanson francese e nutro un’adorazione totale nei confronti di Serge Gainsbourg.

VonDatty alle tastiere - foto di Danilo D'Auria
VonDatty alle tastiere - foto di Danilo D'Auria

Raccontaci come è nato Nemico pubblico?

Tutti gli artisti di cui ho parlato hanno influenzato l'album Nemico pubblico, il mio ultimo lavoro in studio. Un lavoro crudo, che amo considerare come la mia “raccolta di racconti noir”. È un disco straripante di groove e psichedelia, arrangiato con la Vertigo Orchestra in cui faccio largo uso del mellotron, strumento che mi ha cambiato la vita. Registrato prima della pandemia nel sottoscala di un bar, è uscito a fatica in pieno delirio grazie all’impegno della VRec Music Label di David Bonato.

Ci racconti un live che ti è rimasto particolarmente impresso?

Sono arrivato a portare Nemico pubblico all’Auditorium Parco della Musica per il Retape Festival, forse il luogo in cui da sempre sognavo di esibirmi. Questo dopo un anno, quando abbiamo iniziato a portarlo sui palchi e si è ricominciato un minimo a respirare. Ho scelto rigorosamente di suonarlo sempre e comunque in full band e nonostante questa scelta scellerata siamo riusciti a suonarlo abbastanza spesso.

Progetti futuri?

Nel futuro c’è un nuovo album già in fase di preproduzione che seguirà in qualche modo il percorso di Nemico Pubblico, sia per quanto riguarda il sound, che per quanto riguarda le atmosfere.

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L'articolo VonDatty calibro 9 di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-01-16 11:41:00

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