I cuori in container degli Zagreb

Vengono dall'attivissima scena del Nord-Est e sono al terzo disco, "Tu sarai complice", che racconta quanto siamo irrimediabilmente soli (grazie anche a un bel feat. di Pierpaolo Capovilla)

I Zagreb - foto via Facebook ufficiale
I Zagreb - foto via Facebook ufficiale

Gli Zagreb sono un gruppo rock del Nord-Est, sono nati nel 2014 tra Treviso e Padova, la cui scena musicale si conferma tra le più attive. Il loro terzo album, Tu sarai complice, uscito il 24 gennaio, ha un sapore esistenziale, suona come una riflessione concentrato sulla solitudine dell'uomo. Tema esplorato da un punto di vista sociale quanto personale, a cominciare dal singolo che ha lanciato il progetto, Vibra, brano firmato insieme a Pierpaolo Capovilla, frontman del Teatro degli Orrori

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Com'è nata la collaborazione tra voi e Capovilla?

Vibra è una preghiera nata durante il primo inverno del 2019, un brano vittima di un periodo storico molto scuro, dove la comunicazione e l’aggressività dell’uomo avevano raggiunto un livello davvero pessimo. Eravamo chiusi in studio a Ferrara e sentivamo il pezzo avesse bisogno di un valore aggiunto. All’unisono abbiamo pensato a lui, perché era l’unico in grado di far esplodere il pezzo attraverso la sua attitudine, i suoi pensieri, la sua fisicità. Lo abbiamo contattato, gli abbiamo mandato il brano e ci siamo innamorati a vicenda, prima a distanza e poi di persona. Collaborare con Pierpaolo è stato incredibile: i racconti rock della sua immensa carriera, la sua professionalità, la sua visione della vita, della politica, della musica. Un maestro!

Come si è affinato il vostro percorso creativo negli anni?

Questo disco è nato in modo molto veloce e naturale, senza troppi lavori di produzione. Un puro istinto concepito prima in cameretta e poi direttamente in studio di registrazione, saltando dunque tutta quella fase di preproduzione e sala prove. Un approccio per noi nuovo, ma che ci ha riempito di forza e fantasia. Sicuramente un disco più curato rispetto agli altri, forse più maturo, ricco di concetti e parole nuove. Sono 5 anni di vita per Zagreb, ma arriviamo tutti da una lunga gavetta fatta di rock, punk, blues: anni di palchi e produzioni, anni di fatica e soddisfazioni. Il fato ci ha portato poi ad incontrarci e ad unire le forze per creare una bellissima realtà, non solo musicale.

 

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Questo vostro disco parla soprattutto di solitudine. Come siete arrivati al concept del disco?

Gira tutto attorno al concetto della solitudine che porta l’uomo a diventare aggressivo, privo di idee, ignorante. Un uomo che si lascia trascinare, un uomo privo di sensibilità e cura nei confronti del diverso. Complice di questo scempio è sicuramente la becera politica attuale sbattuta in tv o nei giornali, fatta di mal comunicazione e falsità, che poi i fragili riversano nei social o nelle strade con termini ed azioni davvero imbarazzanti. Tutto ciò ci urta parecchio e proviamo così a raccontarlo.

Com'è nata l'idea per il videoclip di Vibra?

Il regista di Vibra è Michelangelo Ingrosso, un professionista del settore che vive a Ferrara, conosciuto per caso qualche anno fa. L’idea è partita da noi, poi eleborata e realizzata ad hoc dal regista: volevamo un’immagine semplice, diretta e violenta allo stesso tempo. Vibra è un racconto di sguardi, scelte e fatalità. Uno scontro ad alta tensione tra uomini che finisce in un abbraccio.

Quali sono i piani per il futuro degli Zagreb?

Per noi è molto importante la musica suonata, non possiamo farne a meno e speriamo riparta preso. Inoltre, abbiamo in progetto la realizzazione di altre produzioni video e un disco in chiave acustica. Abbiamo voglia e necessità di lasciare il segno.

 

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L'articolo I cuori in container degli Zagreb di Redazione è apparso su Rockit.it il 2020-03-17 09:01:00

Tag: album

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