Ziliani, dal palco di Cosmo e Calcutta a uno tutto suo

In anteprima il video di "Foro Boario", il nuovo singolo del backliner di alcuni dei più importanti artisti itpop. Perché ora è arrivato il momento di prendersi il successo, grazie a un pianoforte, un parcheggio e un po' di grappa

Io e Marco Ziliani ci conosciamo da qualche anno. E sticazzi? direte voi con legittimo menefreghismo, ma la storia riguarda tutti, perché da qualche anno siamo colleghi al palco MI FAI del MI AMI Festival e abbiamo lavorato dietro le quinte per permettere alle band di suonare al meglio, senza intoppi. Marco è un backliner, ha lavorato (tra gli altri) nei tour di Cosmo, Calibro 35 e Calcutta, e si è fatto ben volere. È anche un musicista, batterista e cantante degli Usual, ma mai mi sarei aspettato di vederlo nei panni di frontman itpop. Invece, grazie a una canzone nata per pubblicizzare una festa nel bar del suo paese (Arco, in provincia di Trento) e un'esibizione live durante il concerto di Calcutta ad Acireale, è diventato un potenziale hitmaker. 

Torna adesso con Foro Boario, un video che vi presentiamo in anteprima. Una canzone d'amore che nasce in un parcheggio di Arco e che è un tributo al Trentino, alla vita vera delle strade, alla poesia che a volte trovi proprio dove non crederesti mai. Dura un attimo, l'importante è essere in grado di coglierla. Ecco, con parole sue, cosa significa passare dall'altra parte del palco, ma prima godetevi in anteprima il video di Foro Boario.

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Ciao Marco, che ci fai ad Amsterdam?

Sono con Calcutta che sta facendo il tour europeo. Tutto super figo, il pubblico risponde molto bene e conosce le canzoni a memoria.

Ti stai preparando a diventare il capo dell'hype con questo nuovo pezzo, dopo il successo di "Bar Franca".

Finalmente ne posso parlare, sei il primo che me lo chiede! Questo pezzo nasce ad Arco in una notte di giugno, ero ad un festival organizzato da alcuni miei amici e facevo un dj set, che è l'altra mia passione insospettabile. Da cosa nasce cosa e mi sono trovato con una ragazza in un parcheggio, quello di Foro Boario, per chiacchierare. Niente di strano, ma con una grappetta in più in corpo, quella ragazza mi ha aperto un mondo e ho scritto questa canzone che è un inno all'amore che ti spiega, in parole povere, che in un determinato luogo, in un determinato momento di un determinato giorno, due persone palesemente diverse, che non hanno niente da condidivere nella vita normale, possono funzionare. Ma solo in quel preciso istante.

Un poeta romantico! 

Hai visto? Anche l'alcol ha aiutato, però è come se fosse un sogno, quando ti innamori della tipa perfetta che però può funzionare solo lì, in quel contesto, perché nella vita reale non ne andrebbe una giusta.

Suoni tutto tu in "Foro Boario"?

Ho suonato tutto io con il mio collega Mathias Drescig, che mi sta producendo tutte le canzoni, compresa Bar Franca. Io ho suonato batteria, pianoforte e voci, lui chitarre acustiche, elettriche e basso.

Ti conoscevo come batterista. Quando hai iniziato a suonare il piano? 

Ho iniziato a suonare la batteria a 3 anni, fino ai 17-18 anni suonavo solo quella, poi mi stava un po' in culo il fatto che vedevo un sacco di concerti di gente che suonava il piano e la chitarra, allora mi sono detto che potevo farlo anch'io e ho iniziato a strimpellare anche gli altri strumenti. Non da conservatorio, ma se dovessi fare l'accompagnamento in un gruppo ce la farei, ecco.

Come sei passato da batterista rock a cantante di pop italiano?

Gli Usual sono un progetto aperto, abbiamo fatto un disco più brit, ora stiamo lavorando a cose completamente diverse, ci piace spaziare, nonostante io arrivi da una musica british alternative, quelle cose lì. L'etichetta di cantante indie pop mi è stata data dopo Bar Franca, il primo singolo, però io sono uno che l'ha sempre fatto, che va a giro e canta a caso in italiano, tipo jingle immaginari o pezzi di canzoni che mi vengono in mente. Stavolta ho approfondito quella parte di espressione, invece di cantare "Vieni a mangiare le patatine" (canta, ndr), ci sono voluto entrare un po' più dentro. L'obiettivo è quello di fare un disco e magari qualche data, ma l'importante è divertirsi suonando, passando del tempo insieme con le persone che mi piacciono. Continuerò sempre a fare il backliner nella mia vita, è proprio una professione che mi sta a cuore.

A proposito di questo, faresti i tour da backliner anche se diventassi un idolo delle folle?

Assolutamente sì. Io non riesco a stare a casa o troppo fermo in un posto, quindi se riesco super volentieri, mi diverto anche a fare il backliner. Se aesso sono un cantante tra virgolette, perché non mi reputo ancora un cantante, è anche grazie a tutti i tour che ho fatto, alle persone con cui sono entrato in contatto, ognuna delle quali mi ha dato un insegnamento nuovo. Anche quello aiuta a crescere come persona e come artista, ma mettilo sempre tra virgolette. Viaggiare con Calcutta e la sua band, con Cosmo, mi ha aiutato molto, perché ho visto dei musicisti che suonano e arrangiano molto bene. Io sono come una spugna inquesto caso, apprendo tutto quello che vedo. È fondamentale per ogni musicista imparare da quelli più bravi.

Ti sei domandato come vivrai la doppia dimensione di backliner che diventa frontman, quando avrai a che fare con fonici e altri addetti ai lavori?

Quella è una cosa che trovo sempre il modo di separare: quando faccio il backliner tento di tutto per fare il mio lavoro al top e far sì che l'artista sia tranquillo e faccia il suo lavoro al meglio, quando faccio il cantante probabilmente sono più consapevole di quando posso cacare il cazzo e quando invece sarebbe inutile. Lo sai anche tu come va nei festival soprattutto, quindi è giusto sapere quando imporsi e altrettatanto giusto sapere quando non è il caso. L'importante è rispettare gli orari, sempre, e rispettare anche l'artista meno hype del cartellone. 

Dev'essere stata una grande emozione quando Calcutta ti ha fatto suonare Bar Franca con la sua band a Acireale in una data del suo tour sold out

È stata una cosa anche difficile da descrivere a parole: ne parlavo anche qualche giorno fa, è un'esperienza che ha dell'incredibile, che ho vissuto davvero alla grande. Vorrò per sempre bene a Edoardo per avermi dato l'occasione di provare cosa significa stare su un palco grande con migliaia di persone davanti. Bar Franca ha avuto un'accoglienza fuori da ogni logica, non ci credo ancora, era una canzone nata per portare 300 persone a una festa. È un brano che parla del bar dove vivo, ci volo quando in giro per l'Italia mi riconoscono come quello di Bar Franca, soprattutto per il bar che è quello tipico di paese, in cui parli con gli anziani. Se vieni dalla provincia le dinamiche del paese te le porti sempre in giro: al bar non è che inviti gli amici, ci vai e chi trovi trovi, tanto prima o poi arrivano tutti.

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Non sembra che tu abbia precisi progetti per il futuro nella tua attività di cantante tra virgolette, puoi spoilerare qualcosa?

L'idea è quella di provare a fare un disco, nell'ultimo periodo sto scrivendo parecchio quindi di materiale inizia ad essercene. Ti dico la verità, sono molto terra terra, mi piace stare in studio, registrare e tirare fuori i pezzi, poi andarli a suonare in giro. Lo faccio da sempre, non è che stia cambiando qualcosa di sostanziale. 

Parliamo di cose serie: è giusto che il Brescia abbia mandato via Fabio Grosso come allenatore? 

Sì sono molto contento che sia tornato Corini, Grosso giocatore decente, ma Grosso allenatore non mi piace, secondo me non è ancora pronto per affrontare una sfida come quella del Brescia Calcio. Peccato perché abbiamo perso tre partite fondamentali, tra cui il derby.

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L'articolo Ziliani, dal palco di Cosmo e Calcutta a uno tutto suo di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-12-10 09:00:00

Tag: singolo

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