Informazioni In The Bottle Records

La storia

Il progetto è partito dai due fratelli Arzenton (Filippo e Cristian), per diletto innanzitutto, ma anche per rispondere all’esigenza di dare forma e visibilità al gruppo di cui i nostri due erano rispettivamente chitarrista e bassista: i Flap.
Era il 2006 a Montagnana, piccolo centro della Bassa Padovana, e attorno ai Flap prendevano vita altre band che proponevano delle valide proposte indie, tutte con il comun denominatore del postrock: Replace The Battery e Nicker Hill Orchestra.
Arruolate tutte nell’etichetta, l’avventura è così cominciata!

La qualità delle proposte è stata fin da subito riconosciuta con degli ottimi riscontri di critica e pubblico, per cui l’attività della In The Bottle si è fatta via via più intensa e in continua evoluzione, varcando più volte i confini regionali e nazionali.

Un altro dei momenti magici è stato l’incontro con il “menestrello del Po”, Art Of Wind, cantautore folk incontrato sulla via dei concerti e con il quale è stato amore a prima vista!

Con lui l’etichetta ha aperto un nuovo sipario musicale, il folk, che ha portato una nuova ventata di energia e di produzioni. Oltre ad Art Of Wind, In The Bottle Records è stata onorata di produrre i Cranchi, il cui disco è riuscito ad arrivare all’edizione 2013 del Premio Tenco.

La contaminazione tra il postrock dei Flap e il folk, insieme all’amore sviscerato per Neil Young, ha dato vita al progetto The Great Northern X, i cui protagonisti sono appunto membri dei Flap e Marco Degli Esposti (Art Of Wind). Con loro l’etichetta ha cominciato a flirtare con sonorità più “pesanti”, chitarre meno post e più rock e il folk ha cominciato a virare verso la psichedelia.
Da qui sono entrati a far parte della scuderia anche progetti di natura più metal come i Menrovescio, i Rosàrio, i Lorø.

Tenendo sempre nel cuore il buon vecchio pop (Eleven Fingers), ma con un orecchio teso anche verso l’avanguardia e lo sperimentale (Bruce Fisting), In The Bottle rimane però indissolubilmente legata a sonorità più “indie” e le future produzioni vireranno di sicuro verso questa direzione.

Una delle più recenti uscite è stata The Weak, esordio ufficiale di The Giant Undertow, folk blues e scuro, un abbraccio caldo di suggestioni musicali d’oltreoceano, che incredibilmente continuano a esser generate da queste basse terre padane.L’altra recente produzione ha visto un graditissimo ritorno, quello dei Replace The Battery, che con lo splendido Maybe Tuesday hanno chiuso il cerchio dei dieci anni di attività dell’etichetta, riportandoci a quel noise che con un occhio si guarda le scarpe ma con l’altro punta ben avanti verso il futuro.

Nel frattempo la crew di In The Bottle Records ha continuato a organizzare live, piccoli festival e a collaborare con tantissime realtà della zona (negli ultimi anni in particolare presso il Bahnhof di Montagnagna, le Botteghe Barranco di Merlara, il Festival delle Basse e l’Ostaria Nòva di Este), proponendo anche dei propri dj set.

Il 2019 porta una new entry tra gli amici Nella Bottiglia e si tratta del progetto I Love My Dentist di Matteo Mingardo e Michele Segala, duo sperimentale che ama giocare e stupire con l’elettronica e l’indie rock, manipolando samplers e liriche oniriche.

Infine vedrà la luce a breve (aprile 2020) l’attesissimo nuovo album dei Flap, i pionieri del postrock nostrano nonché creatori di quest’ancora viva etichetta che, seppure gli anni e il coronavirus ne abbiano rallentato un po’ il passo, continua a fare del rockandroll un motivo di vita.

---
L'articolo Informazioni In The Bottle Records di In The Bottle Records è apparso su Rockit.it il 2020-03-31 18:21:01