Il Bollettino di venerdì 12 gennaio

Le migliori uscite della settimana scelte dalla redazione di Rockit

Due ritorni importantissimi aprono il 2024: da una parte i Subsonica, che fanno un racconto lucido dei traumi del nostro presente, dall'altra i Club Dogo, a dimostrare ancora come e perché sono un culto immortale nel rap. E poi i nostri CBCR Faccianuvola, Soap e Thoé, il ballo liberatorio di Ditonellapiaga, la preghiera per il futuro di Vasco Brondi, Paolo Benvegnù, Tropea, Rosolo Roso, Ex-Otago e moltissimo altro nel nostro bollettino del venerdì!

Disco della settimana: Subsonica – Realtà aumentata

Il decimo disco dei Subsonica è a tratti il meno torinese, il meno cupo, ma allo stesso tempo uno dei più diretti: Realtà aumentata è un racconto lucido del trauma della nostra epoca, in un collage luccicante di art pop, dance, elettronica e contaminazioni di ogni tipo.

Club Dogo – Club Dogo

I Dogo sono tornati, 10 anni dopo l'ultima volta, ancora e sempre per la gente. Il trio di culto formato da Guè, Jake La Furia e Don Joe riprende gli stilemi del rap con cui ha segnato il game nei primi anni 2000 per mostrare, anche quando è cambiato tutto, di essere sulla vetta della scena. 

Ditonellapiaga – È tutto vero

Ditonellapiaga coniuga l'ironia con il bisogno di liberarsi dal giudizio degli altri in È tutto vero, un palpitante singolone tra pop e house di fine anni '90 con cui rimarcare la propria identità facendola brillare su un martellante groove uptempo.

Faccianuvola – Piangerepiangerepiangere

Faccianuvola lascia sgorgare la sua emotività su un pop dominato dall'autotune e da synth straripanti, mentre i bpm corrono all'impazzata, fino a trasformare la tristezza altrui in un turbinio digitale su cui ballare a perdifiato.

Scumma do Mar – Gamba tesa

Gamba tesa. È così che il secondo album dei napoletani Scumma do Mar entra in scena, tra aggrovigliati arpeggi di chitarra midwest emo e un approccio diretto nel buttarci addosso il concentrato incandescente di emozioni che brucia costantemente nel petto.

Soap – Cercavi di più

Il taglio malinconico di Soap è una carezza preziosa da cui farsi aiutare in un momento di difficoltà: Cercavi di più racconta con lucidità il muro messo alla fine di una storia, da cui filtra l'illusione che l'amore possa in qualche modo ritornare.

Thoé – M'ama

La frustrazione di fronte al non sentirsi accettati diventa per Thoé un'opportunità per abbassare le barriere e mostrare il dolore che si porta addosso, trasformandolo in un raggio brillante dove r&b ed electro pop si incontrano.

Vasco Brondi – Un segno di vita

Vasco Brondi riesce a vedere un barlume di speranze che filtra tra le macerie del nostro presente. Un segno di vita è la preghiera affinché la natura si riappropri di ciò che le abbiamo tolto, che si fa strada con passo delicato in mezzo al rumore.

Dischi

Blame Art – Aneuma: L'incomunicabilità vista dai Blame Art passa per un suono che mescola emo, shoegaze e screamo, dove l'instabilità porta sempre tutto sul punto di un'esplosione inarrestabile.

Chiamamifaro – Default: Chiamamifaro fotografa l'inafferrabilità dei vent'anni attraverso 7 tracce di un pop fresco e leggero, dove le ansie e le incertezze convivono con le possibilità e i sogni che il futuro lascia intravedere.

Kronny Valens – The Funeral Party: Il nuovo ep del 23enne pugliese si muove nell'oscurità di un ibrido tra punk e nu metal, facendo della morte un'opportunità per rinascere.

Massaroni Pianoforti – Maddi: Massaroni Pianoforti affronta il tema della violenza dal punto di vista di chi la subisce, trasformando la vita diMaria Maddalena in una storia di provincia del nostro presente che prende vita in un cantautorato tra la tradizione e la contemporaneità.

Paolo Benvegnù – È inutile parlare d'amore: Il cantautore milanese rivendica l'inutilità dell'amare in un mondo improntato all'efficienza, mettendo la sua preziosa penna al servizio di una libertà sentimentale che possa svincolarsi da questo paradigma.

Pipya – Dungeon Clash Tournament: Un disco concepito come un videogioco a livelli, dove Pipya chiama a raccolta gli sguardi e gli impeti di musicisti della scena underground italiana ed europea per portare le sue fiammate elettroniche in una dimensione open world

Soviet Malpensa – Sembrava la fine: I Soviet Malpensa raccolgono quei momenti sull'orlo del precipizio per riguardarli a distanza di tempo ed esorcizzarli, ma anche accettando le cicatrici lasciate dal tempo.

Tropea – Serole: I Tropea si rifugiano in un paesino minuscolo della provincia piemontese per combattere l'incertezza e il senso di inadeguatezza di una generazione, condensando l'antidoto in 10 canzoni di pancia.

Singoli

Acate – Aiaiai: L'ironia di Acate scivola sulla fine di una storia ancora da metabolizzare del tutto, lasciando che il disorientamento ci sovrasti per un attimo su un pop macchiato di urban.

Amalfitano, Francesco Bianconi – Fosforo: I due cantautori raccontano il potere ossessivo della bellezza dentro un brano che brucia di follia, in cui ci si trova vittime dei propri sentimenti senza riuscire a rinunciarci.

Angelica – La mia metà: Angelica va contro un mondo in cui è difficile riconoscersi, mettendo in discussione anche tutti i propri errori, per un brano pop dolceamaro e disilluso che si ostina comunque a cercare un pezzetto di amore.

Any Other – If I Don't Care: Any Other canta la necessità di imparare a fregarsene e lasciar andare la rabbia che insidia la mente su un arrangiamento asciutto sporcato di rock.

Apice – Cemento fresco: Apice cerca in una collettività ideale il modo di riconoscersi nell'altro per ristabilire un equilibrio interiore, troppo labile perché si conservi da solo.

Bengala Fire – La band: Un brano come dichiarazione d'amore alla musica stessa e alla scelta di dedicarle la vita, rivendicandola anche nei giorni più neri.

Black Tail – Wide Awake on Beds of Golden Dreams/Josephine: I Black Tail anticipano il loro prossimo disco con un doppio singolo che richiama tra slacker rock inquieto e una puntina di malinconia alla Elliott Smith nella voce. 

Blue Lotus Wine – Flowing In Sensation: La band fiorentina traduce i frammenti di un piccolo mondo interiore in un brano dalla ritmica febbricitante e un arrangiamento tra l'alt pop, l'elettronica e l'r&b. 

Claver Gold – I miei cani: Il rapper marchigiano si aggancia al suo ultimo disco con un singolo che è manifesto di appartenenza per chi non si piega e non tradisce i suoi ideali, ma rimane fedele a sé stesso sopra ogni altra cosa.

Elettrica – Come un film: Gli Elettrica chiudono la loro trilogia sentimentale di singoli con un brano carico di energia alla Wombats e un po' di spleen addosso, dove trovarsi ad aspettare un futuro che non sembra arrivare mai.

Ex-Otago – La puzza della città: I ritmi frenetici della metropoli si sciolgono in una ballad sintetica che cerca incessantemente un rifugio sicuro da chiamare casa, mentre tutto intorno cambia in continuazione.

Fulminacci – +1: Il nuovo disco di Fulminacci si arricchisce di una dolce ballata che celebra le relazioni umane più sincere, dove raccogliere ricordi sparsi che costruiscono un piccolo mosaico di felicità.

L'Officina della Camomilla – Lèon: La band di De Leo porta il celebre film con Jean Reno protagonista in una dimensione dreamy dove anche la violenza più spietata viene offuscata, per farne lo specchio di una generazione senza una bussola da seguire.

Leiden – Tutto se ne va: Leiden guarda alle sue radici distanti per evocare il contrasto di chi deve abbandonare casa per inseguire il suo sogno, fino a lasciarlo esplodere nell'urlo del ritornello.

Lepre – Acufene: A ridosso dell'uscita del suo secondo album, Lepre canta l'arte della rinuncia attraverso un singolo che passa dalla disperazione all'accettazione delle situazioni al di fuori del proprio controllo.

Mazzariello – Blindati: Mazzariello lascia vibrare quel sentimento di insoddisfazione che punge lo stomaco nella vita di periferia in un pop saltellante, alla ricerca di una via di fuga dove riuscire a realizzarsi davvero.

Rosolo Roso – Tupac: Il manifesto di anti-amore di Rosolo Roso è un collage di rime spiazzanti e immagini ironiche senza alcun tipo di filtro, per salutare un amore di cui non è rimasta neanche l'ombra. 

Soft Boys Club – Pavlov: I Soft Boys Club fanno del loro emo punk uno strumento per slegarsi dal terrore di fallire per accettarsi per come si è, scaricando le paranoie in un ritornello cullato dalle accelerate di chitarra.

Solo Ariel – Screamed State of Mind: Il biglietto da visita della 19enne Solo Ariel è una ballad dolcissima che guarda indietro a una relazione finita male, cercando di cristallizzare il bene di quell'amore in un folk etereo.

Tiger! Shit! Tiger! Tiger! – Endless: La band umbra tratteggia un paesaggio sul punto di sgretolarsi con una tensione viva che morde il suono, fino a inghiottire la voce nei fiotti delle chitarre dilatate.

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L'articolo Il Bollettino di venerdì 12 gennaio di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-01-12 10:30:00

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